Lia e l’Abete Rosso
- Autore: Irene Cacciola
- Genere: Libri per bambini
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Giraldi Editore
- Anno di pubblicazione: 2024
Una favola per bambini che diventa una storia e l’occasione di qualcosa di speciale su cui riflettere per noi adulti: Lia e l’Abete Rosso di Irene Cacciola (Giraldi Editore, 2024) è un racconto straordinario che, attraverso alcuni avvenimenti in un piccolo paese, darà vita e forma a un luogo dell’anima: l’Utopia della normalità. Un luogo che accoglie e dove sanno che fa bene accogliere, scrive Tiziana Barillà nella prefazione al libro, come il paese di Riace di Mimmo Lucano: deve essere per questa ragione che la sua voce è riuscita a valicare le spesse mura che confinano la Calabria nel silenzio.
Irene Cucciola, giornalista nata a Milano, si occupa di comunicazione e copywriter: adora favole e leggende che cerca in giro per il mondo.
Lia e Tommaso, due compagni di scuola, in sella alle loro bici costeggiano la strada lungo il fiume dalla quale il bosco sembra essere lontano. Con la nonna di Lia, un giorno, riusciranno pedalando tutti e tre insieme ad arrivare in collina. Su per una strada polverosa, tra alberi ed erba alta, fino a un grande prato e dopo una salita impegnativa, si staglia davanti ai loro occhi un imponente albero, l’Abete Rosso. Era l’unico abitante della collina, con la sua storia particolare tramandata da padre in figlio.
La nonna la racconterà affinché anche la sua piccola nipote venga a conoscenza del viandante che un giorno arrivò nel loro paese. Aveva una lunghissima e folta barba grigia e gli occhi chiari, magnetici, di un colore indefinito. Portava sandali di cuoio e una borsa di stoffa a tracolla. Veniva da molto lontano, aveva conosciuto cammini e diverse culture e il suo nome era Akash. Proprio in quel periodo senza un motivo apparente veniva trovato morto ogni giorno un animale, senza nessun segno di attacco di predatori. Man mano il numero aumentò e si pensò a un’epidemia che avesse colpito gli animali del paese. Alcuni iniziarono ad urlare contro Akash e a volere quel tremendo viandante lontano da loro.
Tante furono le proteste per allontanarlo, anche quando lui stesso volle preparare una pozione dall’effetto benefico, l’unico rimedio affinché la malattia non colpisse anche gli esseri umani. Ma in paese si decise di imprigionarlo e dopo pochi giorni, venne legato a un palo sulla collina ad attendere la morte per fame e stenti. E sarà sulla collina che dominerà il grande Abete Rosso.
Il racconto di Akash emozionò Lia e quel viandante sconosciuto non lo avrebbe più dimenticato. Quella mattina in paese c’era agitazione; erano arrivati nelle classi della scuola “quelli che vengono da lontano”; come Malik e la sorellina Marifluer, che venivano dall’Africa.
Quelli di qui devono imparare la parte più bella del mondo di quelli che vengono da là.
I migranti erano ospitati nel Borgo, un luogo arroccato e abbandonato da molto tempo, che aveva ripreso a vivere con la loro presenza. Marta, la mamma di Lia, infermiera, insieme a Federico e ad altre persone attraverso un’associazione, aiutavano tutti coloro che arrivavano da molto lontano. Il Borgo era il posto che erano riusciti a realizzare e che aveva dato vita al loro sogno: un sogno complicato da continue battaglie burocratiche ma che aveva lo scopo di riuscire a inserire nella vita quotidiana le famiglie dei migranti.
Una strana malattia colpirà prima la nonna di Lia e poi tanti altri, esclusi i bambini. La causa era sconosciuta e per alcuni l’epidemia era colpa di quelli che venivano da là. L’aria era carica di odio e di ignoranza: tentare di calmare gli animi sembrava un’impresa impossibile. Gli uomini che avevano fomentato la ribellione avevano come capo un uomo imponente, dritto e fermo con le mani sui fianchi.
Ma perché devono andare via? Non hanno fatto niente.
Ancora una volta l’accoglienza veniva minata dalla paura del diverso. Lia ricorderà la storia dell’Abete Rosso che la nonna le aveva raccontato e di quella malattia strana di cui, come nel racconto, si cercava di capirne le cause per trovarne una cura. Forse quel grande albero sulla collina avrebbe potuto far voltare lo sguardo di tutti altrove scacciando via la paura, il dolore e la malattia.
In un susseguirsi di vicende Irene Cacciola affronterà temi delicati quali la discriminazione e l’integrazione, il dolore e la rinascita, stereotipi e pregiudizi, per ritrovare nelle proprie radici l’accoglienza dei meno fortunati. Lia e l’Abete Rosso è romanzo toccante, una fiaba potente, nella quale sentimenti e passioni sussurrano grandi sogni e speranze.
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