Joseph S. Le Fanu si spegneva nella sua città natale, Dublino, il 7 febbraio 1873 apparentemente per un accesso di bronchite. Secondo quanto scritto da Russell Kirk, nel suo saggio A Cautionary Note on the Ghostly Tale Le Fanu sarebbe invece “letteralmente morto di paura” a soli cinquantanove anni. In ogni caso, lo scrittore irlandese fu sepolto accanto alla moglie, l’amatissima Susanna prematuramente scomparsa, nel cimitero di Mount Jerome.
Ancora oggi, a oltre un secolo e mezzo dalla sua morte, Joseph Sheridan Le Fanu è considerato “il più abile scrittore di narrativa soprannaturale inglese”: alla sua penna si deve il rinnovamento del romanzo horror e gotico e un’influenza determinante sulla letteratura successiva. Forse oggi non esisterebbe Dracula di Bram Stoker - il vampiro più celebre della storia letteraria - se Le Fanu non avesse creato a suo tempo l’inquietante e conturbante personaggio di Carmilla. Lo scrittore irlandese era abile nell’intessere atmosfere sospese, venate di inquietudine, che non miravano direttamente a scioccare il lettore con un “effetto horror” evidente, ma si infiltravano nella sua mente suscitando una suspense indicibile e infittendo un mistero irrisolvibile che non trovava alcuna spiegazione e, dunque, appariva più reale.
Le Fanu è oggi ricordato come un innovatore delle storie di fantasmi, creatore sopraffino di atmosfere tenebrose e decadenti. In realtà riuscì a scrivere così bene di fantasmi e spiriti demoniaci perché, nella sua esistenza quotidiana, ne era assediato. Fece esperienza dell’inevitabilità della morte in tenera età subendo perdite precoci che lo segnarono nel profondo e, per gran parte della sua vita adulta, dovette confrontarsi con il trauma di un evento catastrofico: la morte della moglie, un lutto che non gli avrebbe mai dato pace e che avrebbe sempre portato con sé, come una ferita sanguinante, sino alla tomba.
Scopriamo la vita e le opere di Joseph S. Le Fanu.
Chi era Joseph Sheridan Le Fanu
Joseph S. Le Fanu nacque al 45 di Lower Dominick Street, a Dublino, nel 1814 da un’illustre famiglia di origine ugonotta appartenente all’élite protestante che, in passato, governava l’Irlanda. Sua nonna, Alicia Sheridan, era stata una nota drammaturga e il suo prozio, Richard Brinsley Sheridan, un celebre autore di commedie teatrali inglesi. La stessa madre di Le Fanu, Emma Dobbin, era una scrittrice, aveva pubblicato diverse biografie di successo. La letteratura, insomma, scorreva nel sangue della stirpe da generazioni, come un corredo genetico.
Il padre di Joseph, invece, era un ecclesiastico protestante della Chiesa d’Irlanda che allevò la prole secondo un credo molto rigido e quasi calvinista. Tutti un poco temevano - i figli soprattutto - la figura granitica di Thomas Le Fanu. A quindici anni il giovane Joseph iniziò a scrivere racconti e poesie, ma li sottopose al giudizio esclusivo della madre, perché temeva quello del padre.
Nonostante gli sforzi di Thomas la famiglia iniziò ad accumulare debiti e la situazione economica si fece sempre più grave. La chiesa protestante irlandese stava cadendo in disgrazia in seguito ai disordini della Tithe War e la rendita riservata agli ecclesiastici diminuiva di anno in anno, sino a svanire quasi del tutto. Alla sua morte Thomas Le Fanu lasciò la famiglia strangolata dai debiti: la moglie fu costretta a vendere la sua prestigiosa biblioteca per far fronte alla minaccia di bancarotta e, in seguito, abbandonò la casa di famiglia e si trasferì a vivere presso il figlio maggiore, William.
I primi racconti: The Purcell Papers
La morte del padre, nonostante i rapporti tra loro fossero sempre stati rigidi e scostanti, segnò profondamente Joseph Le Fanu, all’epoca rampante studente di legge presso il Trinity College di Dublino. Joseph ultimò gli studi al Trinity, ma non praticò mai come avvocato, si dedicò invece al giornalismo e alla scrittura.
Nel 1838 iniziò a inviare alcune delle sue storie al Dublin University Magazine, sulle cui pagine avrebbe pubblicato la sua prima “storia di fantasmi” intitolata The Ghost and the Bone-Setter. I suoi primi tredici racconti, scritti tra gli anni Trenta e Quaranta dell’Ottocento, presero il nome di The Purcell Papers e vi ritroviamo tutti i temi distintivi della narrativa di Le Fanu: dimore antiche, tetri castelli, follia, presenze, lo spettro del suicidio. I racconti venivano inoltre presentati come degli autentici resoconti redatti dall’ecclesiastico Padre Purcell, il che accresceva il mistero insito nelle storie.
I primi anni furono difficili: i guadagni erano precari, il successo non gli arrideva e l’insicurezza economica era una costante. Dopo la morte della sua amata sorella maggiore, Catherine, nel 1841 Le Fanu scrisse una novella Spalatro in cui narrava la passione necrofila di un eroe, di nome Spalatro, per una bellissima donna che si nutriva bevendo sangue. La donna misteriosa cercherà di salvare l’eroe dalla dannazione eterna che sembra essere il suo destino. In questo racconto possiamo già ritrovare l’embrione della trama di Carmilla, il capolavoro letterario dell’autore.
Recensione del libro
Carmilla
di Joseph S. Le Fanu
Nel dicembre 1843 Le Fanu sposò Susanna Bennet, la sorella di un celebre avvocato irlandese. Joseph amava moltissimo la moglie, che però era una donna complessa, fragile, provata da una malattia mentale misteriosa e da sintomi nevrotici (secondo alcuni storici Susanna soffriva di isteria).
La coppia ebbe quattro figli: Eleanor, Emma, Thomas Philip e George Brinsley. Joseph Le Fanu manteneva la famiglia con la sua precaria attività di letterato: in quegli anni scrisse alcuni romanzi storici, tra cui The Cock and Anchor (1845) sul modello della narrativa di Walter Scott, l’autore di Ivanhoe.
Joseph S. Le Fanu e la morte di Susanna
La morte del padre e della cara sorella avevano acuito in Joseph Le Fanu una depressione latente che si portava dentro da anni. Ma la catastrofe vera doveva ancora arrivare: nel mese di aprile del 1858 la moglie Susanna morì all’improvviso, in circostanze poco chiare, dopo un attacco isterico. Dalle lettere scritte in seguito dallo scrittore alla cugina, Lady Gifford, si percepisce che in lui persisteva un terribile senso di colpa per quella morte di cui si sentiva, per qualche oscuro motivo, responsabile.
A lungo Le Fanu non riuscì più a scrivere un rigo, almeno fino alla morte della madre, avvenuta nel 1861.
Le Fanu: i successi letterari e i capolavori gotici
La ripresa fu graduale: lo scrittore acquistò il Dublin University Magazine e ne divenne editore, superando così i problemi economici. Sulle pagine del giornale pubblicò le sue ghost stories che iniziarono a piacere a un pubblico sempre più vasto acquisendo consensi. Poco tempo dopo pubblicò il romanzo The House by the Churchyard (1864) (La casa sul cimitero, Ndr), in cui narrava dei luoghi della sua infanzia, e firmò un contratto con l’editore londinese Richard Bentley per un futuro libro di “ambientazione inglese” che sarebbe stato Uncle Silas (Zio Silas, Ndr), una bizzarra storia ambientata nel Derbyshire la cui protagonista era una giovane ereditiera minacciata dal suo parente preternaturale.
Nel 1869 Joseph S. Le Fanu dà alle stampe il racconto Tè verde e nel 1872 il celeberrimo Carmilla. Il successo di queste opere condusse a ridare alle stampe anche i racconti precedenti di Le Fanu, che finalmente conobbero la benedizione del pubblico. In questo stesso periodo l’autore crea il genere innovativo degli Investigatori dell’occulto pubblicando l’antologia Glass Darkly (1872) in cui affronta vari casi del paranormale mantenendo un’attitudine analitica.
Recensione del libro
Tè verde
di Joseph Sheridan Le Fanu
Il successo della narrativa di Le Fanu era, a ben vedere, dovuto a un’intuizione molto moderna: fu uno dei primi scrittori a scoprire lo stretto parallelismo tra condizioni psicologiche e soprannaturale. Molti dei cosiddetti “fantasmi” non erano altro che dei prodotti dell’inconscio dell’individuo: derivavano dai rimorsi di coscienza, dai rimpianti e da ricordi che si trasformavano in inattese apparizione. Le Fanu lo intuì, probabillmente sperimentandolo sulla propria pelle, e ne fece materia letteraria. Nel celebre racconto Tè verde l’apparizione della mostruosa scimmia viene spiegata come la conseguenza di un disturbo mentale di cui soffriva il reverendo Jennings o, forse, come un’alterazione data dal consumo della sua bevanda preferita.
Nessuna possibilità di fatto viene scartata e il mistero rimane aperto, tuttavia l’autore rintracciò l’origine dell’incubo nella coscienza dell’individuo, intuizione che anticipava di molto la psicanalisi novecentesca.
L’arte letteraria di Le Fanu consisteva nell’infondere un senso costante di minaccia nell’apparente “normalità” del quotidiano: sapeva creare personaggi incerti, conturbanti, dalla forte carica erotica, capaci di combinare in sé le due spinte opposte di eros e thanatos in un connubio irresistibile che aveva una presa determiinante sulla psiche del lettore.
Joseph Sheridan Le Fanu fu definito dai suoi successori il Maestro del perturbante e gli autori delle generazioni successive cercarono di imitare le sue tecniche; le sue trame articolate e sospese ispirarono persino il moderno cinema thriller e horror inglese.
Carmilla: il capolavoro di Joseph S. Le Fanu
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A Joseph Sheridan Le Fanu dobbiamo soprattutto il fatto di aver riportato in auge il mito della vampira grazie alla sua conturbante Carmilla.
La protagonista di questo racconto, scritto nel lontano 1872, riassume in sé tutte le caratteristiche del personaggio vampiresco decretando di fatto l’inizio di un nuovo filone letterario. Carmilla è una sensuale femme fatale che appartiene a un’antica e nobile casata, vive in una tetra dimora e cerca di mimetizzare la propria vera natura.
Il racconto-capolavoro di Le Fanu, considerato il precursore del moderno genere horror, si incentra sulla figura malvagia della vampira narrata tuttavia dal punto di vista di una narratrice esterna, la giovane Laura, che racconta la storia dal proprio punto di vista. Laura è una ragazza di origini inglesi che vive in un castello in Austria insieme al padre. Un giorno, proprio davanti alla sua dimora, una carrozza esce di strada e la ragazza si ritrova a soccorrere le due viandanti: sono una donna e una ragazza, quest’ultima di nome Carmilla. Dopo i primi soccorsi, la donna dichiara di avere delle faccende urgenti da sbrigare e si allontana affidando la figlia, Carmilla, alle cure dell’ignara Laura.
La giovane donna, tuttavia, si accorge presto delle stranezze della nuova inquilina. Oltretutto nota una somiglianza impressionante tra Carmilla e il ritratto dell’antica padrona del castello, la contessa Mircalla di Karnstein. Può quella delicata e fragile ragazza essere il vero volto del male? Nel frattempo una serie di strani eventi inizia a manifestarsi nel villaggio circostante. Laura è stretta in una morsa di inquietudine e fascino: perché la nuova arrivata esercita su di lei anche un’attrazione irresistibile, che non può negare, e presto la trascina in un incubo.
Forse alla penna di Joseph Sheridan Le Fanu dobbiamo soprattutto questa intuizione geniale: l’aver scoperto - e rivelato - ai lettori il fascino occulto del male.
Non posso fare a meno di avvicinarmi a te e a tua volta tu ti accosterai ad altri fino a conoscere l’estasi di quella crudeltà che è amore, tuttavia.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Chi era Joseph S. Le Fanu, lo scrittore dell’occulto
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