Cibo mediterraneo. Modi alimentari mediterranei di Carmel Cassar

La sopravvivenza e la salute dell’uomo e del pianeta dipenderanno dalla produzione alimentare, che nei prossimi anni dovrà rispettare non solo i requisiti della sicurezza alimentare ma anche della sostenibilità dell’ambiente. Non si potrà quindi guardare al futuro senza volgere lo sguardo al nostro passato, al cibo e all’agricoltura del Mediterraneo, “il mare in mezzo alle terre”. Cibo mediterraneo. Modi alimentari mediterranei: tendenze e sviluppi storici (Graphe.it, traduzione di Carla Del Zotto), edito per la prima volta in lingua italiana, è il nuovo lavoro di Carmel Cassar, professore ordinario di storia culturale e direttore dell’Istituto di Studi Maltesi che, dopo la laurea in Storia europea e Letteratura italiana all’Università di Malta, ha insegnato storia al St. Edward’s College e ha continuato gli studi in antropologia all’Università di Cambridge conseguendo un dottorato di ricerca in Storia culturale.

Un affascinante viaggio millenario nelle culture del cibo tra le città sul Mediterraneo, dalle zuppe sumeriche all’introduzione di nuovi prodotti originari delle Americhe, senza dimenticare i tre continenti che vi si affacciano, Europa, Africa e Asia, e quanto il Mare Nostrum abbia determinato nei secoli la circolazione di idee, scambio di merci e la mescolanza di popoli. In un continuo via vai di gente nel tempo, i cibi mediterranei si sono mescolati ed evoluti, come ha scritto lo storico Fernand Braudel riportato dal nostro autore, e viaggiare attraverso il Mediterraneo è incontrare il mondo romano in Libano, la preistoria in Sardegna, i villaggi greci in Sicilia, la presenza araba in Spagna, l’Islam turco in Jugoslavia.
Il cibo mediterraneo quale pane, olio e vino è l’elemento culturale preservato nel passare dei tempi, nonostante gli eventi politici e i disastri naturali. Costituisce la nostra identità umana e studiare la storia dell’alimentazione nel Mediterraneo contribuisce alla conoscenza delle tradizioni regionali, nazionali e religiose (ebrei, musulmani, cristiani).

Un viaggio geopolitico alla scoperta non solo dei cibi, ma anche della trasformazione delle abitudini alimentari a seguito di siccità, pestilenze e inondazioni e il conseguente sviluppo delle società.

Nel corso della storia gli esseri umani hanno dovuto adattarsi e sostenersi, variando, o ampliando, i propri alimenti di base, attraverso la migrazione o adeguandosi all’ambiente in cui si sono trovati.

La Mesopotamia con i Sumeri e la loro straordinaria civiltà era una terra favorevole alla produzione alimentare: un popolo che conosceva due lingue e aveva ottocento varietà tra bevande e cibi, numerosissime zuppe e trecento tipi di pane. Le loro ricette riguardavano anche gli stufati di carne e conoscevano la fermentazione casearia per fare il formaggio. E gli Egiziani che vivevano bene e si nutrivano bene: pesce, orzo, formaggi, frutta. I cereali venivano molto usati e preparati in diversi modi anche per produrre birra. Usavano l’olio e il sale anche nelle preparazioni e nella conservazioni dei cibi. I Fenici, fieri e liberi commercianti del mare chiamati il popolo rosso, fondarono stazioni commerciali lungo le coste di tutto il Mediterraneo. Avevano colture di cedri e varietà di frutta, dai fichi ai melograni, e non si può dimenticare la loro influenza sulle culture vinicole dei Greci e dei Romani.

Cartagine praticava un’agricoltura altamente avanzata e produttiva, utilizzando aratri in ferro, irrigazione e rotazione delle colture.

L’impero Ottomano era famoso per il lusso delle corti dei sultani e dei piaceri della tavola. Il cibo veniva preparato da circa duecento cuochi e l’alimento indispensabile era il riso con il quale accompagnavano i piatti di carni e verdure. E dal Vicino Oriente si conobbero i vermicelli, la pasta lunga, i maccheroni e la pasta ripiena.

Dalle zuppe sumere alla haute cuisine francese, all’interno del saggio si possono trovare delle straordinarie ricette che si possono replicare, realizzandole facilmente a casa. Un patrimonio culturale giunto fino ai nostri giorni qui raccolto in uno studio complesso e notevole, dall’antichità classica alla cucina moderna, intessuto dalle interazioni tra tradizioni culinarie che hanno influenzato e continueranno a influenzare la cucina mediterranea individuando soluzioni per il futuro, in quanto il cibo sarà sempre una questione fondamentale ed è da sempre al centro dell’attività umana e dell’economia dei popoli.