Come il buio per le stelle
- Autore: Pier Angelo Consoli
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2020
Come il buio per le stelle (IoScrittore 2020, ebook) è il romanzo dello scrittore campano Pier Angelo Consoli, nato nel 1981 e laureato in Lettere Moderne. L’autore, che vive a Salerno, è stato frontman e chitarrista degli A.C. Billy, scrive recensioni per la rivista letteraria “Satisfiction” e ha pubblicato alcuni romanzi.
“L’Europa intera era stata sconvolta da quelle immagini”.
Un tremendo attentato avvenuto in Spagna a Siviglia, in Andalusia, aveva sconvolto l’Europa, un’immagine mostrata dalla televisione era tanto eloquente quanto simbolica. Una donna in ginocchio stringeva al petto un neonato accanto a una carrozzina rovesciata sull’asfalto, il volto sfigurato dal dolore, lo sguardo smarrito. Vera e propria icona della tragedia. Le persone stavano già provando a tornare alla vita di sempre, anche se in modo meno arrogante. Si parlava poco, si chiedeva scusa. Era come un’epidemia: l’Isis aveva colpito la Spagna ma gli effetti erano globali.
“Forse al tramonto si sarebbe sentito meno esposto, ma in quel momento il sole era forte e gli pareva di non aver un posto al mondo in cui potesse nascondersi”.
Il siriano Said, al quale pareva di non aver un posto al mondo in cui potersi nascondere, vedeva quella immagini dalla televisione di un McDonald’s. Said era in fuga e recava con sé un segreto terribile, il caso o il destino lo aveva portato a Napoli.
Nel capoluogo campano viveva la giovane Lea, da poco orfana di madre, insieme al padre; il fratello era emigrato a Brescia per lavoro, e la gioia dell’amore e il dolore della perdita in Lea sono strettamente legati.
Sempre a Napoli Padre Augusto compiva ogni giorno la sua missione di aiutare gli altri, non a parole, ma con gesti e fatti concreti, come per esempio aiutare Gegè, ex ergastolano, segnato da una vita di violenza. Ecco perché Augusto pensava che per fare il prete bisognava essere un po’ psicologi e un po’ sensitivi, perché occorreva leggere nel cuore della gente e lasciare che credesse “in qualcosa di grande capace di salvargli la vita”.
Nel romanzo dedicato “A mio padre”, l’autore incrocia l’esistenza di quattro persone diverse tra loro per esperienza e personalità, ma accomunate da un dolore atavico. Anche nella notte più oscura può però brillare la luce dell’amicizia e della speranza, infatti mai come in questa storia appare evidente l’equivalenza:
“Tanto buio, tante stelle”.
E sullo sfondo di questa coinvolgente racconto, ecco la vera protagonista della narrazione, la meravigliosa e dolente città di Napoli, dove bellezza e miseria si sfiorano e non si toccano, si guardano e si evitano pudiche e riservate:
“Come due nobili decadute che s’incrociano ogni giorno, si salutano e poi passano a capo chino senza raccontarsi mai tutti gli affanni che hanno in comune e che potrebbero alleviare, l’una all’altra, se solo avessero la forza di confidarsi”.
Napoli, la città del sole, dalle tante dominazioni e dalle molteplici contraddizioni.
Come il buio per le stelle
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