Come un giovane uomo
- Autore: Carlo Carabba
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Marsilio
- Anno di pubblicazione: 2018
Carlo Carabba è un poeta, “Come un giovane uomo” invece è un romanzo, autobiografico presumibilmente, un’autofiction come si usa dire ormai spesso. Una ricerca introspettiva molto complessa, profonda, che va a scavare nell’infanzia, nella giovinezza e finalmente nel presente del giovane uomo, io narrante della storia. Il tema del tempo intrecciato con quello della memoria sembrano essere l’architrave della narrazione, a partire dagli esergo, tratti da Proust, da Carlo Levi e da un verso di una canzone di Cat Stevens.
“Da sempre aspettavo che la neve tornasse a cadere su Roma”
questo è l’incipit del romanzo: avrebbe potuto dire che nevicasse a Roma, ma Carlo Carabba ricerca sempre la parola unica, l’espressione ritmica, il suono: scelte formali che hanno a che fare con la poesia, e questo avviene in tutte le pagine del libro, ridondanti di figure retoriche, a cominciare dalla più usata, la similitudine, che compare già nel titolo con la sua locuzione come.
Non c’è trama nel libro, tranne la coincidenza che fa sì che la migliore amica del narratore, la giovane Mascia, sia vittima di un incidente stradale provocato da un anziano alla guida, entri in coma, e pochi giorni dopo muoia senza risvegliarsi. Dopo l’autopsia, il funerale sarà celebrato proprio nelle stesse ore in cui lui, amico del cuore, è costretto dalle circostanze a recarsi a Milano dove firmerà il suo primo vero contratto di lavoro. Tutta la narrazione gira intorno alla psicologia, ai sensi di colpa, alla ricerca di una identità, di una ragione che spieghi i fatti della vita, l’amore, l’amicizia, il distacco, la malattia, la morte delle persone più care. Sullo sfondo del gruppo di amici, solidali intorno a Mascia e alla sua atroce sorte, il narratore non riesce ad essere presente, forse non vuole affrontare l’enormità di quanto è successo, si defila, riflette, si esamina, si condanna, si assolve.
Le figure della madre, del padre che vive a Firenze con una nuova famiglia, della nonna, sono costruite con grande carica emotiva. Ma il libro è pieno di divagazioni, di notazioni, di lunghe digressioni alle quali lo scrittore si abbandona, come se ne avesse bisogno per spiegare l’atteggiamento che lo porta ad una sofferenza di chi
“sviluppa la tendenza a rovinarsi la vita non riuscendo a selezionare le attività cui dedicarsi e quelle da cui sarebbe più saggio astenersi, rifiutando di tracciare una gerarchia di priorità nel timore di perdere un’opportunità irripetibile”.
Un libro difficile, intriso di sofferenza interiore, di desiderio di confrontarsi con gli altri trovandosi sempre in difficoltà ad essere presente, fisicamente ed emotivamente, alla ricerca di una sintonia che sembra essergli estranea. Un romanzo di formazione, un tentativo di entrare nell’età adulta lasciandosi alle spalle il passato che non passa mai, usando le armi dell’intellettuale, le parole poetiche, che meglio di tutte sanno raccontare i rovelli della crescita, gli scontri con gli adulti, l’accettazione della durezza della realtà. Tra i ringraziamenti che Carlo Carabba pone alla fine del libro, emerge quello al suo psicanalista, sul cui lettino si è seduto per otto anni: un lavoro su di sé davvero profondo, che emerge con forza dalle pagine del suo romanzo d’esordio.
Come un giovane uomo
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Come un giovane uomo è il libro di Carlo Carabba edito Marsilio.
Fin dalle prime righe, il libro, può sembrare complicato sia per i temi che affronta, sia perché fluisce tutto in un unico capito e sia perché non segue un andamento cronologico ma è un susseguirsi di flashback, come il ‘Flusso di conoscenza’ di Joyce, che riportano al presente dello stesso autore, dunque il libro si identifica come un romanzo autobiografico di taglio filosofico.
Il racconto si racchiude attorno a due fatalità: la caduta della neve a Roma, un evento che Carlo desiderava da quando era piccolo, dall’ultima nevicata di cui ha un ricordo sfocato, un’istantanea impressa nella sua mente che si alterna con il coma e successivamente con la morte della sua migliore amica Mascia.
Con questi due eventi, uno di per sé emozionante e positivo mentre l’altro segna nell’autore una vera e propria cicatrice enfatizzata dai ricordi della giovinezza di Carlo:” Rileggere il passato col presente individuando presagi e prove indubitabili di un disegno negli eventi normalmente indecifrabili dell’coesistenza.” la vera protagonista della storia diverrà la mente di Carlo vista come un proiettore di ricordi.
Durante la lettura del libro si ripercorrono i luoghi romani nei quali è cresciuto Carlo Carabba.
Il libro fa riflettere ed espone le reazioni che un uomo ha di fronte alla morte di un caro: una prima reazione di fuga e di smentire l’accaduto che fa riferimento all’ ‘atto mancato’ di Sigmund Freud, successivamente sarà presente il senso di colpa e il voler razionalizzare la morte falsando così le emozioni, fino poi ad arrivare alla comprensione della morte stessa.
Il linguaggio presentato dall’autore è un linguaggio psicoanalitico caratterizzato da continue allusioni ai film, ai cartoni e ai fumetti.
Come un giovane uomo è il libro di Carlo Carabba edito Marsilio.
Fin dalle prime righe, il libro, può sembrare complicato sia per i temi che affronta, sia perché fluisce tutto in un unico capito e sia perché non segue un andamento cronologico ma è un susseguirsi di flashback, come il ‘Flusso di conoscenza’ di Joyce, che riportano al presente dello stesso autore, dunque il libro si identifica come un romanzo autobiografico di taglio filosofico.
Il racconto si racchiude attorno a due fatalità: la caduta della neve a Roma, un evento che Carlo desiderava da quando era piccolo, dall’ultima nevicata di cui ha un ricordo sfocato, un’istantanea impressa nella sua mente che si alterna con il coma e successivamente con la morte della sua migliore amica Mascia.
Con questi due eventi, uno di per sé emozionante e positivo mentre l’altro segna nell’autore una vera e propria cicatrice enfatizzata dai ricordi della giovinezza di Carlo:” Rileggere il passato col presente individuando presagi e prove indubitabili di un disegno negli eventi normalmente indecifrabili dell’coesistenza.” la vera protagonista della storia diverrà la mente di Carlo vista come un proiettore di ricordi.
Durante la lettura del libro si ripercorrono i luoghi romani nei quali è cresciuto Carlo Carabba.
Il libro fa riflettere ed espone le reazioni che un uomo ha di fronte alla morte di un caro: una prima reazione di fuga e di smentire l’accaduto che fa riferimento all’ ‘atto mancato’ di Sigmund Freud, successivamente sarà presente il senso di colpa e il voler razionalizzare la morte falsando così le emozioni, fino poi ad arrivare alla comprensione della morte stessa.
Il linguaggio presentato dall’autore è un linguaggio psicoanalitico caratterizzato da continue allusioni ai film, ai cartoni e ai fumetti.