Come una città di frontiera. 7 indagini del commissario Augusto Ripamonti
- Autore: Carlo Rizzi
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2022
Questo commissario Ripamonti è un bel personaggio, un settantenne tonico, investigatore ancora in gamba, con la fisionomia del burbero capace, alla Pietro Germi attore, dei film di Pietro Germi regista.
È così secondo Carlo Rizzi, personaggio a sua volta, al primo poliziesco dopo tanti titoli, Come una città di frontiera. 7 indagini del commissario Augusto Ripamonti (notare il vezzo del 7 nel titolo, in cifra e non in lettere, come si dovrebbe in un testo).
Il romanzo è in diffusione da novembre, per i tipi Pathos (2022, 490 pagine) e parte del ricavato dalle vendite viene destinata alle iniziative benefiche della casa editrice torinese: ricerche sulle malattie rare infantili, il canile di Chieri, una onlus che assiste bambini di strada in Tanzania.
La biografia del nostro Carlo è uno spettacolo. Ripresa testualmente, recita: nasce all’inizio della seconda guerra mondiale in Maremma, esistenza irregolare, mestieri e attività apparentemente inconciliabili tra loro (calciatore e agente di commercio, redattore freelance e direttore di cantieri all’estero, editor e funzionario immobiliare), fanno sì che accumuli esperienze non ordinarie, che lo rendono un esempio tipico di scrittore non-accademico.
Milano è stata per anni la sua residenza abituale, con excursus in varie parti del mondo, spesso le più disagiate, per dare il suo modesto contributo alla costruzione di porti, dighe, ciminiere, villaggi, grattacieli. Da poco si è di nuovo stabilito in Maremma, chiudendo il cerchio delle annose peregrinazioni. Come narratore, ha pubblicato romanzi e racconti dal 2008, compreso un adattamento di Moby Dick, il classico di Melville, per le scuole medie.
Seguiamolo, perciò, in questo debutto con mano sicura nella narrativa gialla. Rizzi non si è spaventato davanti alla prospettiva di dover concepire sette-casi-sette di nera (gli saranno pure venuti uno dietro l’altro, scrittura facendo), con l’impegno aggiunto di sviluppare razionalmente tantissimi intrecci omicidiari-criminali-investigativi, tanto da occupare quasi 500 pagine di un romanzo-antologia.
E veniamo a Ripamonti. Nonostante i settantanni suonati, il pensionato ma giovanile ex dirigente di polizia, ancora nelle agende delle Questure come consulente, ricava di sé dallo specchio un’immagine “affatto impietosa”. Per quanto punteggiato dai segni del tempo, cicatrici e rattoppi, il corpo non è cadente. Si registra una certa vigoria dei muscoli, una sorprendente vitalità dei pettorali, la pelle è tutt’altro che flaccida.
Gli manca il peso rassicurante della pistola, sotto l’ascella. Si sente indifeso e avrebbe pensato di sostituire l’arma d’ordinanza, restituita l’ultimo giorno di servizio, con un bastone animato, di quelli che nascondono una lama a scatto. Però, ha scartato presto l’idea, resta un oggetto antico, desueto, si sentirebbe ridicolo e si fa bastare l’innocuo bastone con impugnatura d’argento, che usa per vezzo, non certo per esigenza.
Luz de America; Il cittadino delle stelle; Serendipity; L’altra sponda del Mediterraneo; La vergine badante; Il legionario; Delitto imperfetto.
Sette casi in altrettanti capitoli e soprattutto in un’immaginaria Milano noir, ma il commissario si sposta, in Israele ed Egitto, ad esempio.
Ed ecco concretizzarsi il primo caso, sottoposto dall’amico medico legale Giulio, coetaneo trattenuto in servizio sui tavoli di dissezione, per l’insostituibile esperienza. Qualcuno ha ucciso con una calibro 22 l’assessore comunale alla cultura. È una pistola piccola, ma è bastato un solo colpo alla nuca, inatteso dalla vittima, che non ha accennato difese. Nel parco, alle dieci di sera.
Una settimana esatta dopo, sopra una panchina, un altro assessore, ai lavori pubblici. Stesso posto, stesso orario, stessa arma, stesse modalità a sorpresa. Si direbbe opera di un serial killer, sebbene manchi la firma, una traccia che secondo gli psicologi l’omicida seriale lascia volutamente, come sfida agli investigatori o nel desiderio inconscio d’essere fermato.
La stoffa dell’ex commissario si vede subito. Coinvolto dall’ispettore Bianchi come consulente nella squadra anti esse-kappa, avverte gli agenti che custodiranno tutti i componenti superstiti della Giunta comunale, di “guardare nei due sensi”: proteggere le vittime, ma badare allo stesso tempo che il protetto non sia magari l’assassino. Prevede anche che il killer abbandonerà il parco.
Infatti, l’assessore alla funzione pubblica viene trovato ucciso con un colpo di 22 alla nuca, riverso sulla scrivania del suo ufficio.
In questo episodio brilla l’ecuadoriana Luz, una notevole figura letteraria di prostituta di lusso, tratteggiata perfettamente da Rizzi, che non ha nessun problema nel far sapere che la donna nasconde una Walther cal. 22, di provenienza clandestina, nel cui caricatore mancano tre proiettili… ma l’autore toscano ricorda anche che “non c’è mai una storia semplice”.
Intorno a Ripamonti tantissimi comprimari, Giulio, il soprintendente Morandi, Bianchi, l’interprete dall’arabo Angela, la studentessa Federica, conosciuta e stimata in occasione dell’indagine sulla morte di un astrofisica.
Un’altra caratteristica delle storie di Rizzi-Ripamonti? Per un motivo o per l’altro, nessun colpevole principale finisce davanti a un giudice. Cosa vorrà significare?
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