D’amicizia, d’amore e guerra
- Autore: Patrizia Petruccione
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2020
Il giornalista e politico liberaldemocratico Giovanni Amendola, vittima del fascismo nel 1926, diceva che Mussolini si sforzava di costruire l’Italia fascista con i giovani formati dalla scuola del liberale Giolitti. Il figlio Giorgio (1907-1970), ai vertici del PCI dal dopoguerra, sosteneva che l’Italia repubblicana si sforzava di costruire l’Italia democratica con i giovani educati dalla scuola fascista. Sono considerazioni che arrivano a proposito, leggendo il romanzo D’amicizia, d’amore e guerra della ligure Patrizia Petruccione, pubblicato alla fine del 2020 dalle modenesi Edizioni del Loggione (349 pagine), nella collana R come Romance.
Sentimenti, passioni civili, sociali e ideali, messi alla prova dagli eventi. Amicizia, amori, grandi fasi storiche, come anticipa il titolo, ma soprattutto le vicende del regime e di chi si è opposto al regime, nel lavoro della già docente liceale di lettere. Nata a Genova e attiva ad Albenga, si è allontanata questa volta dal genere giallo-thriller a lei congeniale nella produzione narrativa precedente.
Il romanzo, quarto a sua firma, ha ottenuto un riconoscimento per la qualità della trama ed era nelle sue corde fin dai tempi dell’insegnamento. Giovani sui banchi davanti a lei e giovani nel suo racconto, nelle aule degli anni Trenta, tra un’adunata in orbace del sabato e l’altra. In un caso e nell’altro, pedagogia, didattica e trasferimento generazionale dei valori, quelli senza tempo della libertà, della solidarietà, della pace, della dignità delle donne e degli uomini, quelli universali in cui credono la professoressa Petruccione e anche Gianni e Aldo, insegnanti antifascisti e amici, protagonisti di queste pagine spesso vibranti.
Nel 1935, anno XIII dell’era fascista come si contava allora nella didascalica ufficiale (dal 1922 della marcia su Roma), Gianni Torazza insegna lettere ai liceali del classico. Non gli sfugge la pedagogia aggressiva del regime, che scandaglia la storia a caccia dell’imperialismo, del razzismo e della violenza che vuole costringere gli italiani a condividere. Roma antica e il Rinascimento sono le epoche del passato che il fascismo sfrutta di più. La potenza e le conquiste dell’Urbe eterna sono congeniali all’impero che Mussolini cerca di costruire con la guerra d’Etiopia. L’esaltazione dei Maestri del Rinascimento è in funzione dell’apologia nazionalista del genio italico, che ci eleverebbe sugli altri popoli.
Con la marcia del 28 ottobre 1922, sebbene largamente minoritari in Parlamento i fascisti hanno ottenuto dal re il governo legale del Paese, ma dopo il delitto Matteotti la maschera del perbenismo è caduta e il Duce ha instaurato la dittatura, cercando soprattutto di entrare nella testa degli italiani. Quello che spaventa Gianni, è l’invadenza della propaganda fascista nelle menti dei giovani, per controllarli e influenzarli. Nel liceo, i ragazzi delle famiglie agiate e borghesi sembrano meno permeabili, per una certa autonomia e qualche insegnamento non allineato, come quello di Torazza e Aldo. Ma in un’Italia largamente analfabeta, il pensiero unico comincia a fare presa, soprattutto sui più indifesi intellettualmente. Nessuna voce può opporsi: nel loro istituto fanno buona guardia il preside e il docente di educazione fisica, un ex squadrista pronto alla delazione. Entro i confini, il movimento antifascista è azzerato e dall’estero non arrivano nemmeno i pochi giornali pubblicati dagli esuli, come il parigino “Giustizia e libertà” dei fratelli Rosselli, con i quali collabora il fratello di Aldo.
Primi accenni di rosa: l’amico e collega è apertamente interessato ad Anna, la sorella di Gianni ed entrambi frequentano le case chiuse, come tutti gli uomini di allora. Badano d’evitare gli orari in cui potrebbero rischiare l’incontro imbarazzante con gli allievi, che cercano dietro le persiane serrate “lo sfogo anche solo virtuale della loro sessualità”.
È lì che Gianni conosce Rosa, la frequenta per diversi “un quarto d’ora, lire 3” e s’innamora. È una ragazza non bella, ma lo attrae. Ha il fratello e militare in Etiopia (tornerà devastato dall’ameba) ed è la favorita di un gerarca.
Le cose si mettono male: la pur blanda militanza antifascista dei due (quel poco che si può fare: un cauto dissenso, qualche volantino ai conoscenti) viene repressa con il licenziamento. Non devono influenzare i giovani con una verità opposta a quella predicata dalla retorica di regime. Prendono contatto con chi li accompagnerà clandestinamente oltre confine, per raggiungere gli italiani antifascisti che vogliono unirsi in Spagna alle forze repubblicane contro i militari golpisti guidati da Francisco Franco.
È in atto la guerra civile, sanguinosa spietata. Un addestramento sommario e sono in linea con i volontari della Brigata Internazionale. Assistono ad orrori, molti compagni muoiono. Comprendono che quello che stanno facendo non è solo per la Spagna, è per la libertà.
Nel romanzo c’è tutto di tanti anni della storia d’Italia, con la guerra d’Etiopia, le leggi razziali, il confino degli antifascisti a Ventotene, il conflitto mondiale, la resistenza. E c’è spazio anche per la Liguria, Genova e l’entroterra. E per tanti sentimenti, illusioni e amare disillusioni.
D'amicizia, d'amore e guerra (R come Romance)
Amazon.it: 3,49 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: D’amicizia, d’amore e guerra
Lascia il tuo commento