Ieri è stato presentato alla Biblioteca comunale di Roma intitolata ad Enzo Tortora (in Via Zabaglia, al Testaccio) il racconto di Henry James “Daisy Miller”, inserito nella
collana dal titolo suggestivo, Emozioni a Roma, della casa editrice Lozzi.
Emozioni a Roma
“Remo è un cantiere aperto, fatto di racconti, storie, personaggi. Emozioni passate e presenti di cui è intessuta la città di Roma”
è quanto leggiamo sulla copertina colorata e insolita dei volumetti, per ora 8, che sono stati pubblicati a partire dal 2012. Dirige la collana Giulia Alberico, scrittrice con al suo attivo numerosi romanzi e il saggio “Cuanta pasion”, testimonianza del suo lungo impegno nella scuola, della sua passione di lettrice onnivora, che riversa anche nella precisione ed accuratezza con cui firma le prefazioni ai piccoli ma densi volumi proposti, corredati anche da piccole piante dei luoghi teatro delle vicende, e “Musei in miniatura”, con immagini e riproduzioni di opere d’arte.
“Daisy Miller” di Henry James
Il racconto, in nuova traduzione di Marica Amendolia, introduce il tema internazionale nella narrativa del grande scrittore americano. Nella moda di venire in Europa per passarvi lunghi periodi da parte di ricchi americani si inserisce il racconto, ambientato dapprima a Vevey, sul lago di Ginevra, dove ci vengono presentati i protagonisti della storia:
Daisy Miller, bella, ricca ed elegante ragazza americana della East Coast, in viaggio con la madre, il fratellino Randolph.
Con loro viaggia anche un “courier”, una specie di autista-segretario-guida turistica, Eugenio, con il quale la ragazza si mostra in eccessiva confidenza, agli occhi del giovane americano Winterbourne, anche lui a Ginevra in visita all’anziana zia, la conformista puritana Mrs. Costello.
Nella seconda parte tutti i personaggi sono a Roma, dove l’amicizia ambigua fra Daisy, un amico italiano e lo stesso Winterbourne prosegue. Questi è incerto sul modo in cui debba considerare la ragazza, i cui modi troppo aperti e spontanei la classificano come “civetta”, lontana dai modi austeri e appartati che dovrebbero appartenere ad una giovane donna del suo ceto.
Il finale drammatico farà mutare la considerazione della ragazza in Winterbourne, che comprende l’innocenza di Daisy, fraintesa a causa del suo lieve e convinto anticonformismo.
Nel racconto, James ci pone di fronte a temi tipici della letteratura nord-americana, peccato/innocenza, superficialità/profondità, esaltando le caratteristiche simboliche che improntano l’intera produzione letteraria ottocentesca (si pensi a Moby Dick di Melville e a La lettera scarlatta di Hawthorne), per introdurre poi, temi innovativi che saranno tipicamente novecenteschi, come il “point of view” e il flusso di coscienza: la possibilità di osservare un personaggio da diversi punti di vista e di farne parlare liberamente la coscienza e l’interiorità. Henry James si propone dunque come l’ultimo grande romanziere realistico alla Flaubert, Maupassant, Balzac per aprirsi alla grande innovazione del secolo scorso, che vede nei nomi di Joyce, Proust, Virginia Woolf e Faulkner la rivoluzione del linguaggio e della struttura del romanzo.
La prossima presentazione: "Novelle romane" di Luigi Pirandello, 4 dicembre
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Daisy Miller” di Henry James, presentato alla Biblioteca di Roma
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