Democrazia ibrida
- Autore: Ilvo Diamanti
- Genere: Politica ed economia
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Laterza
- Anno di pubblicazione: 2014
"Democrazia ibrida" (Laterza, 2014) è un breve saggio ispirato dalla Lectio Magistralis che il professore Ilvo Diamanti ha tenuto in occasione del Convegno annuale dell’Associazione di Comunicazione Politica e della rivista ComPol all’Università degli Studi di Milano nel dicembre 2013.
Il tema centrale del testo sono le nuove forme di rappresentanza democratica tra le quali quella considerata e definita ibrida. Le riflessioni sono scaturite dalle analisi sociologiche susseguenti alla fine della prima e seconda Repubblica. Un nuovo modello di democrazia rappresentativa è venuto alla ribalta ed è difficile da comprendere e anche da descriverne le cause, scrive l’autore. Una delle ragioni può essere individuata nell’astensionismo al voto che in Italia ha avuto livelli sempre più crescenti. Il clima di sfiducia nelle istituzioni e nella politica ha generato delusione e scetticismo con un manifesto distacco dalle urne, la cui conseguenza è che i cittadini non esercitando più il loro diritto di elettori, da protagonisti si sono trasformati in spettatori. Ecco quindi la nascita di una democrazia ibrida, che è differente dalla democrazia dei partiti che ricordiamo nella prima Repubblica e ancora più differente della democrazia del pubblico della seconda Repubblica.
“Una democrazia elettorale, personalizzata, mediatizzata. E, dunque, progressivamente svuotata dei contenuti che le danno significato. In particolare: la partecipazione e l’accesso ai diritti di cittadinanza. La democrazia, dunque, si sarebbe spostata, sempre più, verso il versante formale. Si sarebbe trasformata, cioè, in un tipo di governo ibrido, che miscela diversi principi ed è, per questo, difficile capire cosa e come diventerà. “
Come si è arrivati a questo? Una prima analisi che viene riportata e descritta nel saggio è la metamorfosi dei partiti. La partecipazione alla politica attiva e l’organizzazione sul territorio è stata sostituita e rimpiazzata dalla comunicazione della televisione e l’ideologia oggi è rappresentata dalla figura del leader che, ben conscio, coltiva la sua immagine, il suo linguaggio e il suo partito personale. Cosicché i partiti politici si sono trasformati in partiti della persona che si servono di consulenti politici e professionisti di marketing. Ed è in tal modo che i cittadini hanno cambiato il loro ruolo sovrano, trasformandosi da elettori in pubblico, spettatori, e misurati in audience. L’identità collettiva in una ideologia che muovesse il mondo, trasformasse la vita di ognuno, che era alla base della militanza nei partiti del Novecento non esiste più. La comunicazione con i media e la sua continua trasformazione ha generato, inoltre, il successo della Rete. Una fonte di informazione e di aggregazione che è servita per la fondazione ( si pensi alle Primavere arabe) di nuovi movimenti, fra i quali il Movimento 5 stelle. Un movimento organizzato che ha affermato Grillo come un antileader aprendo un dibattito controverso sul populismo. Il populismo oggi è divenuto in maniera eloquente uno stile, un linguaggio e un modo di dialogare.
“ Il populismo mediatico. Un orientamento alimentato dal modo in cui si affrontano i temi della politica e del governo sui media. Nei programmi dove si privilegiano i temi di vita quotidiana, che fanno ascolto e rendono popolari gli uomini, i luoghi e gli argomenti della politica. Così i confini tra intrattenimento e approfondimento quasi scompaiono. Tutto si mischia e si ibrida … giornalisti, attori, soubrette, cuochi, esperti di ogni genere: insieme ai politici partecipano alla pop politics. Dove per diventare e restare popolari, i leader politici devono adottare uno stile e un linguaggio populisti.. D’altronde, le ideologie non hanno più presa e vengono sostituite dalle narrazioni. Lo storytelling. “
Il professore Diamanti descrive con acuto e attento esame la nostra attualità politica, risalendo alle origini delle più importanti trasformazioni e metamorfosi politiche e di partecipazione degli ultimi vent’anni che hanno visto eleggere prima un imprenditore, Berlusconi, e poi acclamare un uomo di spettacolo, Grillo.
Una democrazia malata che ha seppellito l’ideale politico per le strategie di marketing, la cui guarigione è auspicabile per poter ricostruire un futuro sicuro e certo. “ Dove la sfiducia appare una virtù democratica (per parafrasare Montesquieu) ogni uomo che ha potere è indotto ad abusarne.“
Ilvo Diamanti è professore ordinario di Scienza Politica presso l’Università di Urbino dove ha fondato e dirige il Laboratorio di Studi Politici e Sociali che si occupa di formazione e di ricerca in ambito nazionale e internazionale. Dal 1995 insegna Régimes Politiques Comparées all’Università Paris II, Panthéon-Assas. Collabora con importanti testate nazionali fra le quali La Repubblica.
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