Dietro ogni lapide. Morti per mafia, vivi per amore
- Autore: Alessandro Chiolo
- Genere: Storie vere
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2020
“Ma tu non muori di ciò che tu sei malato, muori di ciò che tu sei vivo”. Montaigne
Un libro che ricorda le vittime innocenti di mafia: uomini, padri, ragazzi, i cui nomi sono a noi sconosciuti, spesso dimenticati, ma che nella barbarie delle guerre dei clan per il potere assoluto sul territorio e sui loro traffici hanno pagato con la vita; civili invisibili caduti dagli anni ’60 al 2000, le cui vite sono raccontate qui per la prima volta. Tante sono le storie raccolte e narrate da Alessandro Chiolo, che ha il merito di aver ricordato quanto la ferocia della mafia non può scalfire l’onestà delle persone: lavoratori, imprenditori, persone perbene le cui famiglie hanno dovuto subire anche l’onta del disonore. Molti di loro sono stati accusati di collusione con i mafiosi e solo dopo tanti anni, nel silenzio generale, hanno potuto dimostrare la verità.
Alessandro Chiolo, "professore prestato alla scrittura", insegna storia e filosofia in un liceo a Palermo e si occupa da tempo con le sue pubblicazioni di legalità, di ricerche d’archivio e di ricostruzione storica di atti processuali. Nei suoi libri, scrive Pietro Melati nella prefazione a Dietro ogni lapide. Morti per mafia, vivi per amore, ultimo lavoro dello scrittore, affronta la realtà dura, quella omertosa di una terra oppressa dal malaffare, raccogliendo testimonianze e dimostrando che esiste un’altra memoria possibile sulla tragedia siciliana.
Dietro ogni lapide è pubblicato dalla casa editrice Navarra (2020), a cui va un plauso per l’impegno civile e i principi di giustizia sociale per i quali si differenzia con le sue opere narrative e saggistiche.
Pagine dolorose della nostra storia sono le testimonianze dei familiari delle vittime, dolori profondi che narrano altre vicende, unite dalla partecipazione viva del nostro autore il cui rigore e l’accurata analisi delle carte processuali sono la firma. È il sentire di una esigenza dettata dalle tematiche di legalità, "di contrasto alle mafie", trattato e riportato anche nei suoi libri precedenti.
“Se la memoria, che io mi prefiggo di portare avanti con i miei libri, non è viva, non è sentita e si riduce piuttosto ad un semplice esercizio di retorica, vano è il testo che io sto scrivendo e che voi vi trovate a leggere.“
Dietro ogni lapide i morti continuano a vivere per amore, non solo nei ricordi di chi li ha amati ma anche nelle nostre memorie. Sono i morti nell’indifferenza cieca negli anni della mattanza, nei quali di mafia non si parlava ma si moriva; anni ancora lontani dalla ribellione delle coscienze dopo le stragi del 1992. Storie familiari e processuali di persone comuni, semplici, con esiti giudiziari diversi, ma con un unico denominatore: erano tutti degli innocenti. Ed ecco la storia raccontata da Ferdinando Domè, di suo padre Giovanni, operaio edile, ucciso in strada nel 1969 da un commando con a capo Totò Reina, davanti agli occhi dei suoi figli che giocavano in strada. Ferdinando allora aveva solo dieci anni, e all’indomani subentrò come capo famiglia. Per gli anni che seguirono per lui e la sua famiglia ci furono sguardi infamanti e rifiuti, perché additati come mafiosi. Con il processo a Reina nel 2009 venne poi resa giustizia al padre e a tutti loro. Il dolore di Ferdinando sarà lo stesso di Carmelo, Vincenzo, Antonio, Gaspare.
Il dramma è comune: sofferenza, solitudine, infamia e poi gratitudine. E come dimenticare le pagine che narrano di Giammatteo, un ragazzo inerme la cui morte è rimasta per anni avvolta nel mistero: un delitto atroce per scambio di persona e per i contrasti di potere tra Reina e Bagarella. Alessandro Chiolo si fa quindi portavoce di un messaggio di vita che vada oltre la sofferenza dei sopravvissuti, perché lo scrivere di mafia, di vera vita, consegni una nuova forza alla sua terra e a tutti noi.
“Se i familiari di vittime di mafia portano la loro testimonianza in giro nel nostro Paese o permettono a me o ad altri di scriverne, questo significa che nonostante l’impossibilità di comprendere pienamente il loro dolore, noi abbiamo il dovere di condividerne una parte, se pur minima [...]. Le tragedie che loro portano nel cuore, non appartengono solo a loro ma a tutte quelle persone in grado di indignarsi, di provare ribrezzo e disgusto per il puzzo di Cosa nostra e del compromesso mafioso."
Dietro ogni lapide è una lettura straordinariamente importante e partecipativa per l’impegno sociale e intellettuale del nostro autore, e per la profonda commozione che emerge dalle pagine di storie di uomini semplici ingiustamente dimenticati.
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