Diva
- Autore: Daisy Goodwin
- Genere: Romanzi d’amore
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Sonzogno
- Anno di pubblicazione: 2023
Quando un libro viene presentato come uno scritto che va a fondo su una storia d’amore e i fatti riportati sono enfatizzati, oppure ci si focalizza solo su due personaggi, come in questo caso, dovrebbe essere corretto quantomeno scrivere biografia alla maniera di un romance. Chi scrive trova che è importante definirlo così, perché al centro di questa trama di grande passione è proprio la vera storia tra la cantante lirica Maria Callas e l’armatore greco Aristotele Onassis. Un fantastico “romance”. Così nasce un libro robusto, di più di trecento pagine, dal titolo Diva (Sonzogno editore, 2023, traduzione di Ida Amlesù), che si legge con molto piacere.
Certo, la conoscenza della cantante lirica e dell’armatore aiuta a capire certi passaggi logici, ma non è necessario conoscerli per apprezzare una storia di grande bellezza. Scritto come un libretto d’opera con la sua Ouverture, Maria Callas è al massimo del successo: ha trentasei anni, è ancora giovane e bellissima, ma cosciente che da lì a dieci anni, della sua voce rimarrà poco, perché è stata ampiamente sfruttata.
La Callas fece il massimo per la sua voce, per renderla più duratura coi timbri giusti, ma era ormai snervata da una vita fatta di impegni professionali. Il matrimonio con Meneghini, all’inizio fu un sollievo. Parlava lui per lei, e il marito cominciò a capitalizzare il talento della Callas. Lei lo amava come un fratello maggiore, ma finiva lì. D’altra parte come può arrivare un impeto anche minimo di passione verso un uomo molto più avanti con l’età che andava a letto con la retina per capelli, cercando di mantenere ancora qualche ciuffo?
Lei lo chiamava “Tita”, ed erano solo buoni amici, in fondo. Nel frattempo fioccavano leggende sulle Callas per il suo svelto dimagrimento. In Grecia, ma anche quando abitava a New York, Maria era grassa. Giunse anche a pesare un quintale. E poi doveva portare gli occhiali graduati perché era molto miope, non vedeva nulla. Fioccarono le più stravaganti leggende sul suo corpo, si diceva persino che nel suo intestino ci fosse una lunghissima tenia che mangiava per lei. In realtà, per anni, la sua cena fu una tartare al manzo e insalata.
L’ incontro con Aristotele Onassis fu un’idea della giornalista Elsa Maxwell, per mettere insieme le due persone più famose di origine greca. La giornalista, che però aveva piacere a intromettersi nelle vite delle persone famose per avere un articolo in esclusiva, sembra abbia organizzato l’incontro per un articolo; ma in realtà, visto che lei si riteneva tra le migliori amiche della Callas, sapeva che i fischi dei loggionisti della Scala di Milano e del Teatro dell’Opera a Roma non erano un attacco alla Divina per i suoi compensi sempre più salati, ma perché in alcuni punti della Tosca la Callas stonava. Piccole screziature che solo un melomane riconosceva.
E dal momento che, presentando questo libro come romanzo, e non come vera biografia, la Goodwin potrebbe aver inserito dialoghi e situazioni del regno dello verosimiglianza (d’altra parte l’incontro tra i due si basa su dialoghi e non su registrazioni, l’esagerazione è sempre dietro l’angolo). In buona sostanza Maria Callas e Aristotele Onassis si incontrarono. Lei rimase turbata dai modi spicci dell’armatore, dalla maglietta a mezze maniche, anche se non faceva così caldo, dal modo in cui la guardava da “predatore”.
Il marito “Tita”, così lo chiamava quando erano da soli, era invece vestito sempre con maglie di lana sotto un giaccone, non solo perché era un uomo dalla salute fragile, ma perché un suo malanno, febbre o bronchite, poteva poi trasmetterlo a Maria, che avrebbe poi dovuto rimandare degli impegni presi da mesi. Si era trasformato nel ragioniere della cantante. Onassis aveva invitato i due per un periodo sul suo yacht maestoso e la Callas accettò, litigando con Tita perché quella pausa forzata, dava sempre di più l’impressione che la diva stesse perdendo la voce.
E poi sullo yacht c’era tanto spazio perché Greta Garbo aveva rinunciato a quel viaggio, sfinita dai fotografi che volevano vedere quanto era invecchiato il suo volto dai tempi d’oro a Hollywood. Sullo yacht c’erano loro, Winston Churchill e signora, la moglie dell’armatore Tina.
La Callas non riusciva a stare da sola con il greco e non certo per mancanza di parole: entrambi parlavano inglese e greco nella stessa conversazione. Qualcosa era scattato tra loro, ma erano entrambi sposati e la legislazione italiana dell’epoca, fine anni Cinquanta, non prevedeva il divorzio. Quindi si sforzarono a una convivenza civile. Ma la cantante si stava innamorando di Onassis, per la sua premura, ma anche per la sua “mascolinità” esibita. Era un tipo d’uomo che lei non aveva mai frequentato, perché era attorniata da parrucchieri, stilisti, scrittori che anche quando erano sposati con figli, non rinunciavano alla loro bisessualità, tenuta segreta.
Tutta la parte iniziale degli incontri tra la Callas e l’armatore era invece fatta di grande passionalità, anche se noi lettori non sappiamo quanto ci fosse di vero nei loro incontri. Il libro della Goodwin diventa veramente solo romanzo, anzi un thriller, per colloqui tra i due non confermati o i presunti gioielli regalati.
In questa parte del libro, la scrittrice sembra aver scritto un romance condito di erotismo tra due personaggi famosi. E noi tratteremo questa parte, senza dire molto, per rispetto a persone di grandissima celebrità che ormai sono scomparse da decenni.
Un libro che si legge senza interruzioni, per sapere nuove verità o verificare quello che già si sa; indubbiamente Daisy Goodwin è bravissima a unire verità e finzione con così grande armonia e emotività.
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