Dizionario acquatico felliniano
- Autore: Massimo Baroni
- Genere: Arte, Teatro e Spettacolo
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2023
Massimo Baroni, emiliano, laureato in Ingegneria Elettrica, dopo i suoi racconti apparsi in riviste, ha pubblicato la sua opera prima Dizionario acquatico felliniano, aggiudicandosi una menzione speciale al concorso “Inedito, colline di Torino”.
Un saggio notevole con una originale e insolita prospettiva del grande regista riminese che parte dalla sua città Rimini e dal suo mare, il felice connubio per chi cerca la vacanza, proprio come il nostro autore che villeggiando in riva al mare, in quel confine tra terra e acqua, ne ha tratto ispirazione.
Il saggio di Baroni nasce dal richiamo dell’acqua, ovvero:
dal grande mare in cui chiunque può
E dal rapporto con l’acqua dal quale avrà inizio lo studio su Federico Fellini e su quell’attrazione che, a volte sottotraccia, a volte in maniera esplicita, si manifesta come una presenza dai primi film fino agli ultimi.
Dalla goccia birichina che cade sulla testa degli attori della compagnia di avanspettacolo in Luci del varietà, al pozzo d’acqua, “un canale di comunicazione tra il sotto e il sopra”, tra due universi persi che si cercano in “La voce della luna”.
Era come se l’acqua operasse su un altro piano, un piano parallelo, come se volesse dire qualcosa di indipendente rispetto alla trama di quella particolare pellicola, qualcosa di generale, che parlasse per sé attraverso lo spezzone di tempo che era il film, attraverso quella storia inventata, ma che alla fine parlasse per sé, vivendo il proprio manifestarsi su di un livello a sé stante.
Massimo Baroni nel suo studio sul cinema felliniano si chiederà se Fellini fosse consapevole di quel filo tematico dell’acqua: certo è che, ad esempio, nel caso de “Le notti di Cabiria”, prima di girare le scene sulla passeggiata, ordinò di bagnare l’asfalto. Da grande affabulatore spostava il confine tra biografia e fantasia e l’acqua sarà sempre presente nelle sue opere, anche se non tutti potevano comprenderne la voce.
Dall’acqua stagnante al gioco dell’acqua delle fontane, dalla laguna veneta alla pioggia, dal mare al fiume. L’acqua ovunque, non solo sulla superficie del film ma anche nei gesti dei personaggi, come se si muovessero dentro un mondo marino, un mondo che vorrebbe essere emerso e che invece è immerso.
L’autore con il suo Dizionario acquatico punta a raccontare l’opera felliniana su più piani, in un percorso di conoscenza e arricchimento, che è stato il fine del suo scrivere. Parole significative e fondamentali per la comprensione del cinema del regista riminese, in elenco ed esaminate analiticamente.
Dall’aereo, speranza di fuga e salvezza e unione perfetta di cielo e terra ( mare), simbolo primordiale che rende questa unione una forza capace di generare; alla barca, perché il mare genera visione e la barca è un modo per perdersi in esso e cedere alla sue malie.
I personaggi creati da Fellini solcano il mare allo scopo di abbandonarsi ad esso, come Cabiria in “Le notti di Cabiria”, e Wanda in Lo sceicco bianco, che insieme navigano sul mare delle illusioni. Le imbarcazioni provocano nella sua cinematografia il senso di sgomento e paura, un’accettazione passiva dell’ignoto come sarà per il grande piroscafo ne “E la nave va”, che conserva in vita ciò che è destinato a scomparire.
Dal fiume, vitale e portatore di morte, alla fontana, simbolo di vitalità incessante. Se l’acqua è l’ambiente ideale per cercare le proprie pulsioni, il fuoco sarà il motore della ricerca, il lampo di luce. In “Amarcord”, il falò è il grande fuoco delle tradizione arcaiche, il passato che brucia per lasciare spazio al nuovo, come l’eterno ciclo della vita. Anche la morte sarà sempre associata all’acqua, a spiriti erranti che hanno nell’acqua la loro origine e la loro dimora. La pioggia invece sarà la coltre che circonderà i personaggi e li avvolgerà in un universo acquatico, una funzione narrativa malinconica e di raccoglimento. E poi il mare, l’orizzonte e i ricordi dell’infanzia e dell’adolescenza trascorsi sulle rive dell’Adriatico.
È il viaggio sulle onde, il mare per Fellini è rappresentato in negativo, assenza come presenza, che suscita sentimenti di paura. Una vera fascinazione, anche se nella sua opera il nostro regista non si allontanerà mai sul mare, ma si allontanerà dal mare, il cui fine sarà non andare oltre.
Dizionario acquatico felliniano è un’opera descrittiva interessante sull’itinerario felliniano, una dichiarazione d’amore per il suo cinema in un’analisi introspettiva sulla ideologia e sull’estetica dei suoi film, sulle sue sceneggiature, sugli elementi che delineano la vita culturale dell’epoca.
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