Domenica con le Supremes di Edward Kelsey Moore

Odette è ironica e pungente, Clarice determinata e organizzatrice, Barbara Jean fragile e bellissima. A parte il colore scuro della pelle, le tre donne sembrerebbero non avere altro in comune. Frequentano tre chiese diverse (soprannominate da loro stesse “La chiesa ottimista”, “La chiesa pessimista” e “La chiesa chic”), hanno tre mariti che non potrebbero essere più diversi fra di loro, tre differenti stili di abbigliamento, tre taglie diverse e l’elenco potrebbe continuare a lungo. Eppure, le tre sono talmente legate da essersi guadagnate il soprannome di “le Supremes”, in omaggio al trio vocale di Diana Ross. Nel ristorante All You Can Eat un tavolo è completamente riservato a loro già dai tempi in cui Big Earl, padre dell’attuale gestore Little Earl, dirigeva il locale. Sono amiche inseparabili e indistruttibili, ammirate e invidiate per questo legame così stretto.

Copertina e tema del libro Domenica con le Supremes di Edward Kelsey Moore sembrano suggerire un romanzo di chick lit, ma non è questo che ci attende, una volta aperto il libro. E’ una storia malinconica e sorridente, che attraversa con leggerezza gioie e drammi della vita di tre amiche, in un flashback che parte dai tempi della scuola fino alla maturità, quando i figli si staccano dal nido e la vita si para davanti con tutto il suo vuoto, ma anche con tutte le sue possibilità. Con qualche incongruenza narrativa (a volte Odette parla in prima persona, a volte in terza), la storia ci fa piangere e ridere, sussultare e gioire insieme alle protagoniste che, in quanto a vite travagliate, non hanno davvero niente da invidiare a nessuno.
Tutto ha inizio quando Odette, tormentata dalla menopausa, riceve la visita dapprima solo del fantasma di sua madre, poi di diversi altri, incluso quello di Eleanor Roosevelt, che ha la spiacevole mania di avvicinarsi troppo alle persone che stanno per morire. Quando Odette si rende conto che la first lady sta iniziando a ronzare intorno proprio a lei, un esame medico rivela un tumore. Ma Odette non è tipo da arrendersi: non per niente è nata sotto a un sicomoro e niente e nessuno può buttarla giù. E’ lei stessa a fare forza ai figli, alle amiche e al marito James, devoto e innamorato come il primo giorno. Clarice, invece, è succube di Richmond, bravo a letto quanto a tradirla con altre donne. Per lui, Clarice ha sprecato il proprio talento musicale, continuando a suonare il piano solo per se stessa e per qualche funzione religiosa. Spavaldo e sicuro di lei, il marito continua a vivere come un ragazzino: ma per quanto tempo, ancora, Clarice potrà reggere questa situazione? Barbara Jean è la moglie agiata e serena di Lester, ma il vero amore della sua vita, scandaloso e sconveniente, è stato un bianco di nome Ray, soprannominato Chick. Barbara Jean l’ha abbandonato per paura, in un’epoca in cui ancora i matrimoni misti erano improponibili, ma a causa di questo amore si porta dietro due ferite ancora aperte, che sanguinano dentro di lei. Intorno a loro, tanti personaggi commoventi o esilaranti: la presuntuosa Veronica, la nevrotica Sharon, l’imbrogliona Millie, e molti altri.

La storia scorre veloce verso un lieto fine commovente e sorprendente e stupisce la capacità di un autore uomo di affrontare con questa partecipazione e con questa profonda comprensione l’universo femminile, senza parteggiare per nessuno dei due sessi ma mettendo in evidenza pregi e difetti del singolo individuo, maschio o femmina che sia. Una bella lettura che non impegna eccessivamente, ma non annoia e riesce a scaldare il cuore.