Dormono sulla collina. 1969-2014
- Autore: Giacomo Di Girolamo
- Genere: Storie vere
- Casa editrice: Il Saggiatore
- Anno di pubblicazione: 2014
E se questa nostra Italia ce la raccontasse chi ormai non c’è più? Ebbene, ci ha pensato Giacomo Di Girolamo, giornalista, collaboratore di Repubblica e de Il Sole 24 Ore, con un originale e mastodontico Dormono sulla collina. 1969-2014, pubblicato da Il Saggiatore.
Alla narrazione collettiva di quasi mezzo secolo di storia nazionale partecipa chi se n’è andato, da tanto e da poco tempo. Storie di politica, di criminalità organizzata e spicciola, di terrorismo nero e rosso, ma anche di sport, canzone, teatro, cinema, televisione, arte, letteratura, giornalismo.
Quante cose hanno da dire lo scomodo Mauro De Mauro, il commissario Calabresi e l’anarchico “volante” Pinelli, il Maigret Gino Cervi, il golpista Valerio Borghese e il sindaco santo Giorgio La Pira; e ancora, il cantautore dimenticato Piero Ciampi, il mafioso Stefano Bontade, il terrorista Walter Alasia, il generale Dalla Chiesa, l’ermetico Eugenio Montale, il rigoroso Rocco Chinnici, il boss Ciro Nuvoletta, l’inimitabile Eduardo De Filippo, la splendida Silvana Mangano, il poliedrico Walter Chiari, il nazista Priebke.
Non ci sono però soltanto i famosi per bene e per male: Di Girolamo dà voce ai carabinieri, ai poliziotti, alle famiglie, ai bambini, a persone qualsiasi finite loro malgrado all’attenzione della cronaca, a tutti coloro che sono trapassati per aver compiuto il proprio dovere, oppure testimoniato contro qualche mafioso, o per essersi trovati al posto sbagliato nel momento sbagliato perché il destino così aveva deciso.
Anche gli oggetti simbolo di questi anni cruciali si umanizzano in un appello alla memoria: la bomba di piazza Fontana con il suo tuono di morte; il brutto anatroccolo di casa Alfa Romeo, chiamato Arna, uno dei modelli più brutti della storia dell’auto; le trasmissioni cult delle reti berlusconiane e che hanno segnato un’epoca di spensieratezza come Drive In e Colpo grosso; il muro di Berlino dalle cui macerie ne sono rotolate ben altre ancora.
Corposa passerella di racconti: alcuni a voce alta, altri appena sospirati, venati di triste malinconia, spesso rimasti senza un perché. Vicende che hanno lasciato una gran rete di cicatrici sulla pelle del Paese, per le quali ancora oggi siamo obbligati a passare alla cassa.
Cose e uomini, tragedie e drammi nazionali, esistenze prematuramente ed assurdamente spezzate dalla brutale violenza o dalla fatalità. Questi appellanti ci osservano da un’altra dimensione, in modo distaccato, sereno, di tanto in tanto ironico, forse pietoso con noi abitanti dell’al di qua.
Di Girolamo ha scritto un memoriale pubblico di grande intensità, di pregevole scorrevolezza nonostante le sue sue quasi milletrecento pagine, da leggere in sequela cronologica, anno per anno, data per data, oppure da consultare qua e là a piacere. Lo stesso autore, in appendice, suggerisce anche un particolare percorso di lettura.
Dire che questo è il classico libro da comodino, significherebbe scadere in un insipido luogo comune. E’ invece qualcosa di più: un prezioso e coinvolgente documento civile, dal retrogusto purtroppo amaro, il diario di un pezzo importante della storia di un popolo.
Andate in libreria, provate a leggerne solo qualche pagina a caso: vedrete, sarà difficile poi non acquistarlo.
Dormono sulla collina. 1969-2014
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