Drop-out
- Autore: Federico Batini
- Genere: Psicologia
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2014
Federico Batini, ricercatore e professore all’Università di Perugia presso la Facoltà di Scienze della Formazione, con la pubblicazione di questo volume intende contribuire a far si che il fenomeno dei drop-out diventi conoscibile alla maggior parte delle persone in quanto l’Italia ne presenta una percentuale molto elevata (circa il 17.6% secondo i dati Eurostat del 2013).
Il termine drop-out è di origine anglosassone e letteralmente significa "spinti fuori", "caduti fuori", "lasciati andare"; con tale termine si indicano i giovani che hanno abbandonato la scuola senza terminare il proprio percorso di studi e quindi senza aver ricevuto una formale certificazione.
Il volume è composto da 179 pagine ed è suddiviso in due parti. La prima parte riguarda, per così dire, aspetti più teorici: definizione del termine drop-out, numeri per inquadrare il fenomeno e strategie di studio e di insegnamento per limitarlo. La seconda parte dà invece spazio alle voci di coloro che hanno vissuto sulla loro pelle questo fenomeno.
L’autore, attraverso lo strumento dell’intervista, ha raccolto l’esperienza dei giovani coinvolti nel fenomeno dell’abbandono scolastico cercando, per esempio, di capire cosa li abbia spinti ad abbandonare la scuola (questa, infatti, è solo una delle tante domande che è stata rivolta agli intervistati).
Il campione "utilizzato" per la ricerca è stato diviso in una componente aretina e in una perugina e comprende ragazzi tra i sedici ed i diciotto anni che hanno abbandonato gli studi ma che attualmente stanno frequentando dei corsi per il recupero delle competenze di base propedeutici per la specializzazione in vari settori lavorativi.
I risultati ottenuti mettono il luce il fatto che molti dei soggetti intervistati non abbiano abbandonato la scuola perché non avessero voglia di studiare piuttosto che l’abbiano fatto a causa di un "gap" situato all’interno del sistema scolastico che non è stato in grado di coinvolgerli e di comprenderli.
La lettura del volume è consigliata a tutti coloro che vorrebbero conoscere di più questo fenomeno; potrebbe inoltre aiutare a comprendere che molti giovani che decidono di abbondare il percorso d’istruzione sono proprio gli stessi che si sono sentiti abbandonati dall’intero sistema scolastico.
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Con il termine drop-out si intendono generalmente i ragazzi che fuoriescono dai circuiti dell’istruzione così come codificata e organizzata nel sistema educativo di un Paese. La scuola dovrebbe offrire: concretezza, feedback formativi, riflettere sulle azioni didattiche, curare la comunicazione, incentivare l’insegnamento tra pari, porsi in osservazione e ascolto degli allievi, costruire relazioni positive, saper distribuire nel tempo gli apprendimenti, promuovere strategie metacognitive. Adottare e gestire queste strategie didattiche risponde a quel principio pedagogico indispensabile per apprendimenti significativi. I drop-out potrebbero dunque essere quei ragazzi che costruiscono i propri percorsi non seguendo linee rette, “attraversando” i percorsi di istruzione e i suoi sistemi. Il drop-out è anche chi costruisce un percorso personale, ma che giunge ad un termine diverso da quello preventivato, riorientandosi tra le scelte possibili. Quel che importa è che tali percorsi siano efficaci strumenti per la costruzione di professionalità e di prospettive di vita, anche lavorativa. I drop-out sono la più esplicita espressione di chi nella ricerca di un percorso formativo si trova a scegliere più volte. I ragazzi drop-out cercano di ricostruire percorsi formativi motivanti e professioni future. È proprio la centratura sulla “pratica”, la sua ridefinizione a liberare dai modelli di didattica trasmissiva e dalla gestione tradizionale dell’insegnamento. Apprendere attraverso il lavoro, nella prospettiva di diventare competenti per davvero in un settore professionale, diventa così uno scenario alternativo e di recupero di percorso di istruzione e al tempo stesso di vera inclusione sociale. In conclusione si può dire che se i drop-out sono lo specchio delle contraddizioni del sistema di istruzione, sono al tempo stesso la testimonianza e la traiettoria di possibili percorsi alternativi. Questo libro si divide in 2 parti: una parte che comprende una definizione generale di drop-out e una parte che si concentra sulle varie interviste fatte a ragazzi drop-out, che hanno quindi abbandonato il loro percorso di istruzione scolastica. Nella prima parte possiamo prendere in considerazione le 5 categorie descritte da Morrow sui ragazzi drop-out: 1. I cacciati, allievi indesiderabili che la scuola cerca attivamente di allontanare da sé; 2. I disaffiliati, studenti che non provano attaccamento per la scuola; 3. Le mortalità educative, studenti che non riescono a completare il ciclo di studi; 4. I drop-out capaci, studenti che hanno capacità adeguate ai programmi scolastici, ma non riescono ad adeguarsi alle richieste della scuola; 5. Gli studenti che lasciano la scuola e ne stanno fuori per un breve periodo, dopo il quale rientrano. Alcuni macro-dati sulla situazione italiana di abbandono scolastico: - L’Italia possiede il minor numero di laureati d’Europa; - l’Italia possiede il minor numero di diplomati d’Europa; - l’Italia consegue, nello Skills Outlook 2013 la peggiore performance in tema di abilità linguistiche e la penultima nelle competenze matematiche; - l’Italia registra inoltre, nello stesso rapporto (Ottobre 2013), un livello alto di influenza delle condizioni socio-economiche di partenza sui risultati in termini di istruzione; l’Italia ha il tasso più alto di abbandono e dispersione; - l’Italia ha oltre due milioni di NEET. Nella seconda parte riguardante le interviste ai ragazzi drop-out come aree di interesse vengono prese in considerazione: - Percorso scolastico precedente; - motivazioni dell’abbandono scolastico; - impressioni/vissuto sul percorso di recupero di competenze e sul corso professionalizzante in atto; - motivazioni della scelta del corso professionalizzante; - prospettive per il futuro; - area socio-affettiva. Nel caso del gruppo di soggetti intervistati in Umbria di ogni ragazzo intervistato si evidenzia tra le motivazioni principali circa la decisione di abbandonare il percorso scolastico: l’avere problemi con l’istituzione scuola, in particolare evidenziando rapporti conflittuali con i professori; il poco interesse per lo studio; le difficoltà incontrate nello studio; la volontà o necessità di raggiungere un’indipendenza economica. La scelta della scuola è avvenuta, spesso, per uno specifico interesse nei confronti di alcune discipline. Altre motivazioni per la scelta sono state la prossimità della scuola, la presenza di amici.
Il saggio Drop Out,scritto dal Professor Federico Batini,è stato pubblicato nel Maggio del 2014,grazie alla casa editrice Fuori Onda. Il saggio presenta fin da subito,grazie a una piccola prefazione e introduzione,l’importanza del punto di vista di coloro che hanno abbandonato un percorso di studi,senza averlo terminato completamente,da qui il termine DROP OUT,che in Italia secondo i dati Istat tocca il 17,6% nell’anno 2013/2014.
Il libro è diviso in due parti: la prima,intitolata "Perchè ascoltare i drop out?" aiuta a capire cosa ha spinto i giovani a fare una scelta simile. Le motivazioni e i pensieri possono essere tanti,a causa delle continue variabili che concorrono allo sviluppo del fenomeno. Per avvicinarci ancora di più al cuore del problema ,la seconda parte intitolata "VOCI" si incentra sulla ricerca che avviene attraverso l’intervista narrativa semi-strutturata ,dando libero spazio a sentimenti e racconti dei giovani drop-out. La struttura prende in esame due gruppi:uno aretino e l’altro perugino,comprendendo ragazzi che vanno dai 16 ai 18 anni. Dalle analisi è risultato che molti giovani ragazzi per un momento della loro vita si sono sentiti esclusi,"cacciati via" da quel contesto che avrebbe dovuto aiutarli ,avrebbe dovuto rivestire quel ruolo di facilitatore, stimolatore ,rendendo i ragazzi sicuri del loro percorso formativo.Nonostante tutto,grazie all’aiuto dei familiari o degli amici,sono stati messi al corrente di ulteriori corsi per il recupero delle competenze di base propedeutica a corsi specializzati,in grado di coinvolgere quanto il più possibile i ragazzi per dargli una seconda chance,orientandoli verso nuovi orizzonti.Perciò possiamo dire che i drop-out presentano una doppia faccia,in quanto sono protagonisti ma anche vittime del fenomeno.
Il libro è utile,soprattutto per sensibilizzare i giovani che al giorno d’oggi si sentono scoraggiati e abbattuti,motivandoli a cercare nuove strade e nuove vie perché in ognuno di noi c’è un potenziale che non deve essere messo da parte.
Il termine Drop-out fa riferimento a quei ragazzi, tra i 16 e 18 anni, che hanno interrotto gli studi prima del conseguimento del diploma di maturità.
Ed è proprio attraverso il libro “Drop-out” (pubblicato nel maggio del 2014 dalla casa editrice “fuori|onda” per la collana AltrEducazione – Lavis, TN) che Federico Batini, ricercatore e professore di Metodologia della ricerca educativa, dell’osservazione e della valutazione, Pedagogia sperimentale e consulenza pedagogica dell’Università degli studi di Perugia, offre una conoscenza dettagliata su questi giovani e su quanto questo fenomeno stia diventando un problema sempre più evidente nel nostro paese.
Il testo, composto da circa 179 pagine, si divide in due parti. La prima, intitolata “Perchè ascoltare i drop-out?”, tratta della definizione dettagliata del termine e rende una chiara visione della situazione italiana in confronto ad altri paesi europei grazie ai dati forniti dall’Eurostat: ad esempio l’Italia possiede il minor numero di diplomati e laureati in Europa e il tasso di abbandono scolastico ammonta al 17,6% rispetto alla media del 12,8% nel resto d’Europa. Inoltre ci descrive la ricerca che lo stesso professor Batini ha svolto in relazione a questa categoria di giovani.
È proprio quest’ultima descrizione che ci porta alla seconda parte del libro, intitolata proprio “Voci” dove si possono trarre le conclusioni della ricerca.
La ricerca si basa su una serie di interviste sottoposte a 67 soggetti “drop-out” divisa in una componente aretina ed una componente perugina la quale, per problemi di spazio, non è stata inserita interamente nel volume.
Dunque, da queste interviste, sono evidenti le motivazioni che spingono i ragazzi ad abbandonare il proprio percorso scolastico: molti di loro hanno giustificato che il loro abbandono scolastico è spesso dovuto alla difficoltà ad apprendere delle nozioni a causa di insegnanti che, o non sono in grado di spingere i ragazzi all’apprendimento oppure creavano un rapporto con lo studente difficile tanto da bocciarlo a fine anno.
Bisogna riflettere e comprendere che l’abbandono scolastico non deve lasciare nessuno indifferente, ma iniziare a pensarlo come un problema, un problema che deve essere risolto se tutti, professori e studenti, iniziassero a non soffermarsi solo a mettere o prendere voti ma iniziassero a collaborare per un rendimento e un futuro migliore.
Per questo consiglio questo libro a tutti coloro che hanno voglia di cambiamento, che hanno voglia di un futuro migliore, che hanno voglia di amare la scuola e non di esasperarsi perché la docente non spiega bene matematica o perché il professore di italiano mi odia a tal punto da farmi bocciare.
Ill libro è suddiviso in due parti: la prima intitolata “Perché ascoltare i drop-out?”è suddivisa in quattro capitoli ed è dedicata alla definizione e spiegazione del fenomeno, la seconda parte del libro si intitola “Voci” e contiene le interviste ai ragazzi Drop-out.
Argomento: Il libro offre innanzitutto una spiegazione di un fenomeno così ampiamente diffuso (in Italia la percentuale di Drop-out arriva al 17%), ma ancora poco conosciuto. Col termine drop-out si intendono quei ragazzi/e che hanno abbandonato la scuola prima di terminare un percorso di studio. La maggior parte dei ragazzi drop-out lascia gli studi alle Scuole Superiori ed è interessante sentire dalle loro“voci” che non sono loro ad aver abbandonato la scuola ma la scuola stessa (insegnanti compresi) ad aver abbandonato loro. I ragazzi intervistati che hanno un’età compresa tra i 16 e i 19 anni vivono nella zona aretina e umbra. Ogni storia, anche se caratterizzata da proprie personali motivazioni, opinioni e vissuti , ha in comune il fatto di lasciarti un senso di sgomento, di rabbia: attraverso le loro voci si sente la sofferenza, il disprezzo e la delusione nei confronti della scuola che fino alle medie è stata vissuta quasi da tutti in maniera tranquilla e gioiosa. Sentendo i racconti di molti di loro sembra che il principale motivo dell’abbandono sia da assegnare ai professori. Come è possibile? Dovrebbero essere loro i custodi del benessere di questi ragazzi in primis e poi della loro istruzione mentre sembrano aver dimenticato che prima di essere studenti questi ragazzi sono adolescenti. Invito perciò tutti i lettori, in particolare i professori a leggere la scuola dal punto di vista di questi ragazzi; visto che quando si parla di scuola sembra non siano interpellati e coinvolti nelle decisioni magari sentire il loro punto di vista potrebbe aiutare a non ripetere sempre gli stessi errori.
DROP-OUT
“Drop-out” è un libro, pubblicato dalla casa editrice fuori|onda (Trento-2014) per la collana “AltrEducazione”, in cui l’autore Federico Batini si propone di dare voce ai drop-out.
I drop-out sono, secondo un termine di origine anglosassone, i giovani fuoriusciti da un percorso d’istruzione, formativo o lavorativo, senza aver acquisito una certificazione formale. Il termine, che letteralmente significa “sgocciolato”, offre insieme l’idea di qualcuno che compie un’azione e che, in qualche modo, la subisce. Si tratta di centinaia di migliaia di ragazzi e ragazze con percorsi, motivazioni, trascorsi molto diversi, troppo spesso rappresentati in modo semplificativo come aventi le medesime caratteristiche e definiti attraverso le loro mancanze.
Il tentativo di questo testo, attraverso le sue 179 pagine, è proporre la conoscenza di prospettive plurali circa le motivazioni dell’abbandono e circa le ragioni che lo hanno provocato. L’obiettivo ambizioso che si pone il libro, come suggerito dal Professor Roberto Trinchero nella prefazione, è descrivere l’abbandono scolastico non dalla prospettiva degli adulti, ma da quella dei ragazzi che hanno fallito un percorso didattico. Nell’introduzione, a cura del Professor Guido Benvenuto, si critica l’inadeguatezza del sistema scolastico, il quale non risponde (o non sa rispondere) ai bisogni formativi di coloro che “cadono fuori” dalla scuola. I cambiamenti invocati e progettati dai Ministeri di competenza non sono ancora riusciti a produrre risultati concreti e a garantire forme di equità. Oggi, nel nostro Paese, sembra più che mai calzante quanto detto da Don Milani negli anni Sessanta: la scuola “è un ospedale che cura i sani e respinge i malati”. La funzione selettiva degli istituti d’istruzione, svolta più o meno implicitamente, è uno dei temi drammaticamente ricorrenti in alcuni licei di “ottima tradizione” e toccati nel volume, grazie alla testimonianza della drop-out diciassettenne Nicol. Per evitare che l’individuo sia condizionato da determinanti socio-ambientali, economiche e culturali, il sistema d’istruzione deve essere flessibile e incentivare i cambiamenti.
L’Italia ha il più alto tasso di abbandono e dispersione, il minor numero di diplomati e laureati a livello europeo: questi sono solo alcuni dei tristi e allarmanti primati del nostro Paese, elencati dal Professor Federico Batini nella prima parte del libro. Vengono, inoltre, presentati due drop-out letterari: Franti, personaggio del libro “Cuore” di Edmondo De Amicis e Lucignolo, figura tratta da “Le avventure di Pinocchi”. Storia di un burattino” di Carlo Collodi. Da questi due esempi si rileva come il drop-out deve, per corrispondere alle attese, unire al rendimento scolastico insufficiente almeno una parvenza di comportamento irriverente.
La ricerca, condotta dal Professor Batini e da un gruppo di tredici collaboratori, ha finalità descrittiva e conoscitiva. La base dati è costituita da sessantasette interviste narrative semi-strutturate somministrate ad altrettanti soggetti, ventisette aretini e quaranta perugini. Il metodo di analisi trova riferimento sia nell’ermeneutica sia nella costruzione di categorie ex post, quest’ultime utilizzate nell’intento di verificare quali potessero essere i suggerimenti delle vittime di un sistema.
Nella seconda parte del volume, la più consistente, sono presentate in forma sintetica le ventisette interviste del campione aretino e, per motivi di spazio, tre interviste di quello umbro. A conclusione del testo di ogni intervista è presente una piccola analisi, che si concentra soprattutto sui significati espressi dalla singola testimonianza. È nell’interesse dell’opera lasciare quanto più spazio possibile alla voce dei drop-out. Le aree di interesse delle interviste riguardano il percorso scolastico, le motivazioni dell’abbandono, le impressioni sulla scuola, le prospettive per il futuro. La varietà di risposte emerse dalla ricerca circa le motivazioni che hanno spinto all’abbandono scolastico (conflitti con insegnanti e compagni, disinteresse, inadeguatezza dei metodi scolastici, bullismo, …) dimostra l’impossibilità di generalizzare e semplificare quando si parla di drop-out.
Il racconto delle esperienze può essere il solo modo che permette una comprensione diretta del fenomeno, come sostiene il Professor Giuseppe Burgio nella postfazione. È importante che tutti vengano a conoscenza dell’esistenza di questi giovani “sgocciolati fuori” dai sistemi formativi, è importante che si conoscano per chi sono veramente e non per stereotipi. È fondamentale che il sistema scolastico prenda coscienza di quanto avviene al suo interno, poiché laddove la struttura familiare non è funzionale a un corretto processo di crescita del bambino, il suo ruolo diventa insostituibile.
La ricerca presentata nel libro non intende rintracciare un vero e proprio “profilo dello studente che abbandona”, piuttosto vuole dare lui voce, permettergli di esprimere le sue opinioni e, perché no, suggerimenti a coloro che lo avrebbero dovuto ascoltare, ma erano troppo presi dall’”ansia del trasmettere”.
Recensione di
Veronica Bellucci
Cosa sono i drop-out? Purtroppo solo pochi sapranno rispondere a questa domanda, per chi non lo sapesse, ci pensa Federico Batini a spiegarlo. Federico Batini è un ricercatore e professore alla facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Perugia; " Drop-out" è il volume edito da Fuori|Onda, facente parte della collana AltrEducazione - Lavis, TN pubblicato nel maggio 2014 in cui Egli ci spiega cosa sono i drop-out, ci fornisce i dati per meglio comprendere il fenomeno e dà voce agli interessati. Il termine anglosassone "drop-out" significa letteralmente "spinto-fuori" e indica giovani tra i 16 ed i 18 anni che hanno abbandonato il percorso di studi senza conseguire alcuna certificazione. La prefazione è di Roberto Trinchero, l’introduzione è di Guido Benvenuto e la postfazione di Giuseppe Burgio. Il volume si compone di 179 pagine ed è diviso in due parti: la prima si intitola "Perché ascoltare i drop-out?" e contiene aspetti teorici, strategie di studio e di insegnamento e i dati forniti dall’Eurostat che ci dicono che l’Italia ha il minor numero di diplomati e laureati rispetto all’Europa e che il tasso di abbandono scolastico è del 17,6% ( 2013-2014) rispetto alla media europea del 12,8%. Inoltre vi è inserita una interessante classificazione stilata da Morrow nel 1986 che distingue 5 categorie di drop-out: I cacciati che la scuola cerca di allontanare; i disaffiliati, studenti che non provano attaccamento per la scuola; le mortalità educative che non riescono a completare il ciclo di studi; i drop-out capaci, i classici studenti che hanno le capacità ma non si applicano; e gli studenti che lasciano la scuola per un breve periodo e poi rientrano. La seconda parte è intitolata "Voci" e contiene l’intervista semi-strutturata sottoposta ad un campione di 67 drop-out arentini e perugini. Dai risultati della ricerca si evince che la maggior parte dei drop-out arentini e perugini frequenta corsi per il recupero delle competenze di base propedeutici per la specializzazione in vari settori lavorativi e che l’abbandono è perlopiù dovuto al sistema scolastico ed in particolare ai professori che non hanno saputo coinvolgere o comprendere ragazzi che si sentono abbandonati o esclusi o hanno addirittura rapporti conflittuali con essi. Consiglierei questo libro a professori e studenti cosicché gli uni capiscano le esigenze degli altri, perché un insegnante ha il compito di Educare che significa "far crescere e maturare, affinare facoltà fisiche e spirituali", perché l’Educazione è un atto d’amore che si compie verso qualcuno; "ex-ducere" vuol dire tirar fuori ciò che l’altro già possiede e dare una spinta affinchè ciò emerga.
Perché ascoltare i drop out? Inizia così il libro “drop out” di 179 pagine a cura di Federico Batini, pubblicato grazie alla casa editrice fuori onda nel 2014. Con il termine drop out si intendono generalmente coloro che fuoriescono da un percorso d’istruzione, formativo o lavorativo, senza aver acquisito una certificazione formale. Ma il termine, anche se soggetto ormai a stereotipi ed etichette forti, potrebbe essere visto anche sotto altre accezioni, infatti i drop out potrebbero essere anche quei ragazzi che costruiscono i proprio percorsi non seguendo linee rette ma costruendo un proprio percorso personale. L’obbiettivo che si pone l’autore è quello di descrivere l’abbandono scolastico non dalla prospettiva degli adulti ma da quella dei ragazzi che hanno fallito un percorso scolastico.
La prima parte introduttiva mette in luce i vari aspetti multidimensionali e complessi dei drop out, soffermandosi sulle quattro coppie di finalità educative e sociali che disegnano lo spazio di attenzione che il libro apre o meglio ancora riapre: scuola e inclusione sociale, istruzione e apprendimento significativo, percorsi per la formazione e per la professionalità, prospettive di vita e lavoro.
Successivamente viene spiegato come è stato affrontato l’argomento, cioè attraverso una ricerca di tipo conoscitivo, che attraverso delle interviste semi-strutturate ha tentato di raccogliere alcune testimonianze autentiche di ragazzi drop out, considerando il fenomeno in prospettive più ampie.
Infatti l’abbandono scolastico potrebbe dipendere non solo dai ragazzi che ne sono vittima ma anche dalla crisi riguardo i nostri sistemi d’istruzione. La scuola dovrebbe essere un punto di riferimento, anche per ragazzi privi di una struttura familiare salda e permettere un corretto processo di socializzazione ed un buon processo educativo, ma non sempre questo accade. Quindi sono i ragazzi ad abbandonare la scuola o è la scuola ad allontanarli e a non farsi carico dei loro problemi?
La ricerca ha preso in considerazione 67 interviste semi-strutturate, il campione è diviso in una componente aretina di 27 interviste e di una perugina di 40, i soggetti hanno tutti età compresa tra i 16 e i 18 anni.
Nella seconda parte del libro sono state esposte le interviste in maniera sintetica e discorsiva del campione aretino e solo alcune del campione umbro. Le interviste comprendono alcune aree di interesse particolare e alcune domande stimolo in caso di silenzio o difficoltà, successivamente viene esposta l’analisi di ogni intervista. Dai racconti dei ragazzi si evince che le cause dell’abbandono scolastiche sono varie e che in molte situazioni la causa principale è proprio l’ambiente scolastico. Il libro quindi vuole essere un modo per abbattere i pregiudizi che ci sono dietro al termine drop out e far emergere le verità che si celano dietro ad alcune situazioni che a volte vengono considerate con troppa superficialità.
La lettura quindi è consigliata non solo agli educatori e all’istituzione scolastica ma a tutti coloro che si sentono giudicati e scoraggiati o ancor di più a coloro che si sentono di poter giudicare.
Cristina Azzarelli
Chi sono i drop-out? Drop-out è un termine inglese che tradotto significa letteralmente “abbandonare”. Questo termine viene riferito a coloro che tra i 16 e i 18 anni abbandonano la scuola. Federico Batini, ricercatore e professore alla facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Perugia, cerca di dare una risposta a questa domanda attraverso il volume da lui scritto: DROP-OUT. La prefazione è a cura di Roberto Trinchero ed è edito da fuori|onda, la prima edizione risale a maggio 2014. Il volume è composto da 179 pagine. Nell’introduzione a cura di Guido Benvenuto viene esposto il fenomeno dei drop-out, successivamente il volume si divide in due parti. Nella prima parte ci si interroga su tale fenomeno e ci si chiede per quale motivo dovremmo ascoltare i drop-out. L’autore cerca di analizzare non solo il fenomeno ma anche il sistema di istruzione nel quale i soggetti si trovano e dal quale sono stati spinti a decidere di “uscire fuori”. In questa parte vengono citati dei spaventosi dati Eurostat che ci mettono difronte a una dura realtà: l’Italia possiede sia il minor numero di laureati sia di diplomati in Europa. Nel quarto capitolo della prima parte Batini ci porta in esame due letture tratte rispettivamente dal libro Cuore (di Edmondo De Amicis, 1888) e Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino (di Carlo Collodi, 1883) dove troviamo, nel primo libro, Franti e, nel secondo, Lucignolo, i quali rappresentano nell’immaginario comune il tipico drop-out. Successivamente l’autore ci introduce alla ricerca descrivendo quale metodo ha utilizzato, quali sono stati i soggetti e il metodo di analisi. Nella seconda parte, intitolata Voci, vengono riportate le interviste fatte a ragazzi tra i 16-18 anni, sia di Arezzo che di Perugia, i quali rientrano nella categoria drop-out e, almeno la maggior parte, stanno frequentando un corso di formazione. Il volume si conclude con una postfazione a cura di Giuseppe Burgio. In questo testo viene affrontato un problema che è sempre più spesso difronte ai nostri occhi: l’abbandono scolastico. Le interviste fatte ai ragazzi sono di tipo narrativo e sono semi-strutturate. Inizialmente i ragazzi rispondono quasi sinteticamente, ma più l’intervistatore procede con il suo lavoro più i ragazzi si sentono a loro agio ed iniziano a “lasciarsi andare” e ci mostrano le loro esperienze formative. Dalle analisi delle interviste si può notare come il fenomeno drop-out non sia causato, come generalmente si pensa, dal disinteresse del ragazzo nei confronti dallo studio, ma sempre più frequentemente notiamo che siano le istituzioni educative a non rispondere adeguatamente ai bisogni del ragazzo. Nel testo troviamo che argomenti difficili come il bullismo, difficoltà di apprendimento e problemi familiari cui il ragazzo non riesce da solo a far fronte, siano spesso ridicolizzati dalla stessa scuola di appartenenza, non viene dato loro il peso adeguato, anzi vengono sottovalutate tali difficoltà. Per questo motivo il ragazzo non si sente più protetto da quell’istituzione che in realtà dovrebbe aiutarlo a crescere e formarsi. Il testo drop-out dovrebbe essere letto da qualsiasi persona, che sia un ragazzo, un genitore, uno studente, ma soprattutto dovrebbe essere letto dagli insegnanti, così che siano messi difronte a tale problematica, sperando che sia loro di aiuto nello svolgere il proprio lavoro. Tale testo, ritengo sia necessario affrontarlo per il semplice motivo che può aiutare a far emergere una soluzione per cercare di arginare il fenomeno drop-out, il quale è sottovalutato dall’immaginario comune rispetto alle sue reali dimensioni. Le istituzioni educative devono aiutare il ragazzo durante il suo percorso formativo e non ostacolarlo.
Autore del libro Drop-out è Federico Batini, ricercatore e attualmente professore alla facoltà di Scienze della Formazione di Perugia. Il volume è composto da 179 pagine ed è stato pubblicato da fuori|onda. La prefazione è a cura di Roberto Trinchero dove Batini si pone una domanda specifica che darà inizio all’argomento del libro, ovvero: “ perché ascoltare i Drop-out?”, egli si pone come obbiettivo quello di descrivere l’abbandono scolastico di questi ragazzi e per fare ciò è importante ascoltare e capire il vissuto scolastico di ognuno. Innanzitutto partiamo dal significato di Drop-out che significa letteralmente “abbandono”, si riferisce a quella fascia di età che ha lasciato un percorso formativo o di studi senza averlo completato; In seguito il volume presenta un’introduzione in cui Guido Benvenuto spiega e chiarisce il concetto e l’identità dei Drop-out. Successivamente il volume si divide in due parti in cui nella prima si espongono i dati Eurostat del 2013 che mostrano il tasso di abbandono scolastico Italiano e la preoccupazione per le percentuali che a livello Europeo specificano che l’ Italia ha il minor numero di laureati e di diplomati. La seconda parte riguarda la ricerca che ha utilizzato una base formata da 67 interviste narrative semi-strutturate, il campione diviso e composto da 27 interviste raccolte in tre percorsi formativi dell’ Amministrazione Provinciale di Arezzo e una componente Perugina composta da 40 soggetti, tutti d’età compresa tra i 16 e 18 anni*. Da una serie di domande, si è potuto arrivare alla conoscenza dell’esperienza scolastica, del perché hanno abbandonato la scuola, le reazioni dei genitori e se attualmente questi ragazzi frequentano corsi formativi / professionalizzanti. La maggior parte dei soggetti intervistati ha interrotto il proprio percorso scolastico per via di bocciature e ingiustizie subite da parte degli insegnanti, e ora frequentano un percorso per il recupero delle competenze di base che li preparerà al corso di Operatore della Ristorazione, altri frequentano il Percorso formativo per Operatore del benessere, indirizzo Estetista e parrucchiere unisex e infine altri soggetti è in cerca di occupazione o è in attesa di cominciare un corso formativo. Il volume termina con una postfazione dove conferma l’importanza del conoscere il fenomeno Drop-out e questo libro ha lo scopo di narrare per comprendere e oltrepassare il pregiudizio; Lasciare il percorso formativo è un evento complesso, interno all’esperienza di vita. La scuola è un rito di passaggio formato da varie prove da dover superare in modo da poter crescere ed essere pronti ad affrontare gli ostacoli e le sfide della vita.
* Cfr pagina 42, interviste raccolte da Anna Rita Albanese, Antonietta Mazzetti, Erika Vecchietti e Giovanna Esposito.
RECENSIONE LIBRO "DROP-OUT"
L’autore del libro DROP-OUT è Federico Batini. Il volume è articolato in 179 pagine. E’ diviso in due parti; nella prima si affronta il problema sul perche ascoltare i drop-aut mentre nella seconda parte si dà voce ai drop-aut stessi affinchè spieghino il loro vissuto. Il termine drop-aut, di orgine anglosassone, fa riferimento ai giovani che hanno abbandonato la scuola senza portare a termine il percorso di studi iniziato e quindi senza aver ricevuto nessuna certificazione scolastica. Il libro quindi presenta, attraverso lo strumento dell’intervista le esperienze dirette dei stessi drop-aut affinchè attraverso delle indagini e ricerche si possa capire il perche abbiano scelto di interrompere il percorso scolastico senza nemmeno terminarlo. Nella seconda parte del volume si entra proprio nel vivo del termine drop-aut poichè si concretizza ciò che è stato detto. Infatti, verranno presentate delle interviste dirette ai soggetti interessati. I campioni utilizzati per fare le interviste sono dei ragazzi sia aretini che perugini con un’età compresa tra i 16 e i 18 anni. Alla fine di ogni intervista si può notare che i ragazzi hanno intrapreso dei corsi di studio di base affinchè si specializzino in un qualche settore lavorativo di loro gradimento. Questo che ci fa capire? Che il fenomeno drop-aut si è venuto a verificare per una qualche mancanza all’interno delle istituzione scolastica. Un non-coivolgimento, un non-ascolto, una non-empatia portano al ragazzo a non essere più motivato a continuare il percorso di studi. A questo proposito il volume è consigliabile a tutte quelle persone che vogliono conoscere il fenomeno drop-aut a 360°. Non solo. Aiuta anche a capire il motivo dell’abbandono scolastico in età adolescenziale e a intendere che questo tipo di fenomen non è dovuto dalla non-voglia di studiare ma da un fatto ancora più grave: IL NON SENTIRSI ASCOLTATI E COMPRESI, e quindi lasciati sulla curva dell’abbandono.
Il ricercatore e professore Federico Batini è l’autore del volume "Drop-out" pubblicato nel 2014 dalla casa editrice "fuori onda".
Il volume si suddivide in una prefazione di Roberto Trinchero, un’introduzione (di cosa parliamo quando parliamo di drop-out?) e successivamente si divide in due parti: "Perchè ascoltare i drop-out?" e "voci" ed è composto complessivamente di 179 pagine.
Il testo vuole descrivere l’abbandono scolastico visto dalla prospettiva dei ragazzi dai 16 ai 18 anni, chiamati drop-out ,che hanno fallito quel percoso scolatico e non dalla prospettiva degli adulti.
Ma chi sono questi drop-out? Secondo un termine anglosassone sono i giovani fuoriusciti da un percorso di istruzione, formativo o lavorativo senza aver acquisito una certificazione formale. Morrow inoltre, individua 5 categorie di drop-out:
1. i cacciati, allievi indesiderabili che la scuola cerca di allontanare da sè;
2. i disaffiliati, studenti che non provano attaccamento per la scuola;
3. le mortalità educative, studenti che non riescono a completare il ciclo di studi;
4. i drop-out capaci, studenti che hanno le capacità adeguate ai programmi scolastici, ma non riescono ad adeguarsi alle richieste della scuola;
5. gli studenti che lasciano la scuola e ne stanno fuori per breve periodo (stop-out), dopo il quale rientrono.
In italia i drop-out secondo i dati Istat sono il 17,6% nell’anno 2013, una percentuale elevatissima. E alla domanda che si pone l’autore all’inizio del volume "Perchè ascoltare i drop-out?" una risposta potrebbe essere: per poter capire cosa ha spinto i giovani a compiere questa scelta, cioè l’abbandono della vita scolastica.Nella seconda parte del libro intitolata "voci" Federico Batini attua una ricerca prendendo come campione 2 gruppi, uno aretino e uno perugino, di giovani drop-out tra i 16 e i 18 e come strumento della sua ricerca utilizza l’intervista narrativa semi-strutturata dando modo ai ragazzi di esprimere tutte le loro motivazioni e sentimenti riguardanti la loro scelta . Dall’analisi risulta che molti ragazzi non si sentono responsabili di aver abbandonato la scuola, bensì vedono la scuola responsabile di averli "cacciati via".
Leggere questo libro può essere utile a tutti quelli che vogliono cambiare questa società, e abbassare la percentuale così alta di drop-out nel nostro paese. Importante è la lettura del testo da parte degli insegnanti e degli adulti per un’ulteriore conoscenza del problema, attraverso l’ascolto della "voce" dei ragazzi per poter aiutarli successivamente a non abbandonare i loro percorsi formativi. Alla fine del volume potrete rispondere a questi quesiti: "Sono stati i ragazzi ad abbandonare la scuola o la scuola li ha abbandonati a loro stessi? Sono stati loro a non ascoltare gli insegnanti o sono stati gli insegnanti a non cercare di ascoltarli? Sono stati i ragazzi a non imparare dagli adulti o sono stati gli adulti a credere di non averer qualcosa da imparare da loro?"
"Drop-out" è un testo scritto dal Professore e Ricercatore Federico Batini dell’Università di Perugia presso la facoltà di Scienze della Formazione,pubblicato nel mese di Maggio del 2014 ad Arezzo con l’editore Fuorionda(collana AltreEducazione.Voci). Il volume è composto da 179 pagine e strutturato principalmente in due parti; dopo un’iniziale prefazione e un’introduzione all’argomento,inizia la prima parte del testo suddivisa in quattro capitoli, nei quali vengono affrontati diversi aspetti come la definizione del termine drop-out e le varie strategie di studio e di insegnamento che possono essere applicate a questo fenomeno; la seconda parte invece,che è anche la più ampia del volume, è costituita dalle storie e dalle esperienze di giovani che hanno vissuto sulla propria pelle le numerose difficoltà che li hanno poi portati a diventare dei drop-out e il tutto si conclude con una breve postfazione.
La ricerca che viene svolta per approfondire e comprendere meglio le motivazioni e i conflitti che determinano il fenomeno sempre più rilevante dei drop-out e quindi dell’abbandono scolastico, è di tipo relazionale-narrativa e si basa su l’utilizzo di 67 interviste semi-strutturate svolte su un campione diviso in una componente aretina di 27 soggetti e una perugina di 40 soggetti tra i 16 e 18 anni.
La modalità di analisi che viene utilizzata è di tipo parziale in quanto si cerca di lasciare più spazio possibile ai vari racconti e vissuti esperienziali dei soggetti drop-out.
I risultati ottenuti mettono chiaramente in luce come la maggior parte dei drop-out intervistati, abbia abbandonato il percorso di studi non tanto perchè non avesse voglia di studiare quanto per la difficoltà a stare in un sistema scolastico non abbastanza motivante o non rispondente alle proprie aspettative o attitudini;inoltre i risultati mostrano come l’abbandono scolastico si verifichi maggiormente dopo un’esperienza fortemente negativa come la bocciatura.
Questo volume si rivolge ad un pubblico molto ampio,dai più giovani agli adulti ed è molto utile sopratutto a chi si occupa di formazione per approfondire e quindi conoscere meglio il fenomeno dei drop-out abbattendo ogni barriera di pregiudizio o stereotipo.
Il saggio Drop-out di Federico Batini, edito fa Fuori|onda , del quale la prima edizione risale a maggio 2014, cerca di dare un’identita più precisa al fenomeno dei drop-out. Il volume composto da 179 pagine si apre con la prefazione di Roberto Trinchero, professore all’università degli studi di Torino, a cui segue l’introduzione di Guido Benvenuto, il quale riflette sulle dimensioni pedagogiche che il fenomeno dei drop-out assume. Il testo è suddiviso in due parti. La prima parte dà un visione amplia e chiara del termine drop- out e si sofferma ,poi, a riflette sul tasso di abbandono scolastico in Italia e sul livello universitario italiano in confronto ad altri paesi europei. L’ autore, partendo dalla chiarificazione del termine drop-out, genera una riflessione sul sistema formativo nel quale ragazzi ,tra i sedici e diciotto anni, crescono e dal quale “escono fuori”. Con il termine drop-out, infatti, si intendono coloro che rifiutano la struttura educativa del proprio paese uscendone fuori. Il libro ci propone la figura di Lucignolo (da le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino di Carlo Collodi, 1883) e di Franti (da il libro Cuore di Edmondo De Amicis, 1888) come ideal-tipo di drop-out. L’autore a conclusione della prima parte ci pone di fronte ai metodi e alle caratteristiche del campione che ha analizzato al fine della ricerca. La seconda parte intotalata “Voci” riporta alcune interviste fatte a ragazzi che rientrano nella categoria dei drop-out, dalle quali emerono le motivazioni che li spingono ad abbandonare il proprio percorso scolastico; sempre più frequentemente emerge che sono le istituzioni educative a non rispondere adeguatamente ai bisogni del ragazzo e non quest’ultimi ad essere privi di interesse nei confronti dello studio. Oggi i ragazzi non si sentono liberi e a proprio agio all’interno del sistema scolastico forse per loro troppo rigido e soggetto a schemi.Questo libro è consigliato a coloro che non si arrendono di fronte ai dati sempre più demoralizzanti dell’insuccesso scolastico e a tutti gli insegnanti amanti del proprio lavoro e desiderosi di insegnare ai ragazzi anche altro oltre l’italiano, la storia e la matematica. Una scuola più interattiva e partecipativa. Tutti dobbiamo impegnarci al fine di rendere le istituzione educative terra di crescita e non di frustrazione.
Il testo strutturato in due parti prende in esame il problema dei Drop-out. Letteralmente "caduto fuori", indaga la realtà di ragazzi che "cadono fuori" dai percorsi di studio, di istruzione o formazione. Un problema molto presente nella nostra società, ma ancora troppo poco considerato e sopratutto poco prevenuto.
I drop out sono tutti quei ragazzi che hanno abbandonato un percorso formativo per scelta costretta a causa di trascorsi e motivazioni diversi. Questa ricerca, di tipo descrittivo e conoscitivo, prende in considerazione il problema da molto vicino: nella seconda parte del testo sono riportate infatti le Voci di 67 ragazzi (tutte le interviste sono consultabili nel blog dell’autore www.federicobatini.wordpress.com, mentre nel testo sono presenti le interviste dei 27 ragazzi aretini) che per motivi e vissuti diversi si sono allontanati dal percorso di studi o formazione, non per un disinteresse nello studio, ma per evitare il ripetimento dell’anno di studio e prendere in considerazione un percorso più concreto legato al mondo lavorativo.
La forza di questo testo sta proprio nel far emergere il punto di vista di chi questo problema lo vive sulla propria pelle, ogni storia arriva in profondità a capire una realtà che può essere prevenuta e accompagnata verso prospettive più fruttuose. Pone un forte accento sul concetto di apprendimento e insegnamento dal punto di vista di un approccio didattico basato su una partecipazione attiva e progressiva, su un cambiamento compreso e controllato, che non si esaurisce nel momento della lezione-valutazione. Perciò lo ritengo fortemente consigliabile a chi è impiegato in ambiente didattico.
Drop-out è il libro scritto da Federico Batini nel maggio del 2014 pubblicato dalla casa editrice “fuori onda” per la collana AltrEducazione.
Il libro è formato da Prefazione a cura di Roberto Trinchero, introduzione a cura di Guido Benvenuto , e composto da due parti: la prima “perché ascoltare i drop-out?” la seconda “voci”, per un totale di 179 pagine.
Il libro definisce la figura del drop out e le motivazioni che spingono i ragazzi dai sedici ai diciotto anni ad abbandonare il percorso scolastico, che il fenomeno dei drop out non è da prendere sottopiede in quanto in Italia il tasso di abbandono e di dispersione è del 18,5% con una carenza delle competenze di base.
L’autore ci spiega che con il termine “drop out” intendiamo l’anomalia dei processi di formazione che è determinata dall’ abbandono scolastico e dall’ insufficiente capacità del sistema scolastico di rispondere con un’adeguata offerta ai bisogni dei ragazzi. La ricerca si pone l’obiettivo di indagare quali sono i fenomeni interni ed esterni al sistema scolastico che causano la dispersione. Al gruppo che ha lavorato a questa ricerca non è estranea la convinzione secondo la quale “ non sono i ragazzi ad abbandonare la scuola; è la scuola ad allontanarli, a non farsi carico dei loro problemi, a non decifrare i loro messaggi di aiuto“(Cavallo,2002,p.52). La ricerca condotta dal professor Batini, ha finalità descrittiva e conoscitiva , mira ad evidenziare i fattori che favoriscono l’abbandono e le opinioni relative.
Lo strumento di rilevazione utilizzato è l’intervista semi-strutturata, inizialmente costituite da 100 interviste ridotte fino ad arrivare a 67. Il campione è costituito da una componente aretina e perugina .
La componente aretina è composta da 27 interviste raccolte in tre percorsi formativi dell’Amministrazione Provinciale di Arezzo per drop-out tra L’ottobre 2013 e il febbraio 2014. Ed una componente Perugina, costituita da un campione a valanga di 40 soggetti drop-out del territorio perugino.
Dalle interviste sottoposte ai ragazzi si esalta che i progetti formativi professionali e l’ottica professionalizzante , oltre ad essere un percorso con un fine presenta un modello di apprendimento più efficace. Quindi apprendere attraverso il lavoro diventa uno scenario alternativo.
Questo libro si rivolge in modo diretto al sistema scolastico, alle lezioni frontali, ma ancor più ai docenti.
Il messaggio finale del libro è chiaro,i docenti dovrebbero ascoltare, promuovere miglioramento e apprendimento delle capacità personali, mettendo da parte “l’ansia del trasmettere”.
Drop-out, scritto da Federico Batini, edito da Fuorionda e appartenente alla collana AltrEducazione è stato pubblicato nel maggio 2014. L’autore cerca di dar voce ai drop-out, ovvero giovani fuoriusciti da un percorso di istruzione, formativo o lavorativo, senza aver acquisito una certificazione formale, quindi con potenziali e conseguenti problemi di adattamento e di immissione in una nuova attività scolastica, formativa, lavorativa o sociale. Il libro, costituito da 179 pagine, contiene una prefazione di Roberto Trinchero, un’introduzione di Guido Benvenuto e una postfazione di Giuseppe Burgio. Drop-out è costituito al suo interno da una prima parte: “Perché ascoltare i drop-out?”, dove viene spiegato e analizzato il fenomeno prendendo in considerazione la situazione italiana della dispersione scolastica e da una seconda parte: “Voci”, la più consistente del volume, dove vengono presentate le interviste sottoposte a giovani drop-out della provincia di Arezzo e Perugia. L’obiettivo della ricerca condotta dal Professor Federico Batini e da un gruppo di 13 collaboratori è quello di definire l’argomento centrale prendendo in considerazione il punto di vista dei drop-out medesimi attraverso interviste narrative semi-strutturate. Dai risultati della ricerca emerge che la maggior parte dei ragazzi ha lasciato il percorso di studi intrapreso, poiché la scuola non ha saputo dargli le giuste motivazioni per poter proseguire l’iter formativo e perché si sono sentiti abbandonati dall’istituzione stessa che non prende a carico i loro problemi e incoraggia e sostiene solo chi riesce meglio nella didattica. Anche la mancanza di fiducia tra alunno e insegnante è rintracciabile nelle cause più frequenti del fenomeno drop-out. Molti di loro inoltre, hanno affermato che 14 anni è un’età prematura per essere pienamente consapevoli della scelta della scuola secondaria di secondo grado. Il volume è rivolto a tutti coloro che vorrebbero venire a conoscenza del fenomeno drop-out in maniera approfondita e sarebbe utile leggerlo perchè fa comprendere come la scuola sia un’istituzione adatta a tutti ma, forse, non adatti a tutti sono i metodi e i percorsi formativi che essa offre.
Ilenia Fiorucci
"Drop-out: Sono i ragazzi ad aver abbandonato la scuola o è la scuola che li ha abbandonati a loro stessi?"
“Ora bisogna sapere che Pinocchio, fra i suoi amici e compagni di scuola, ne aveva uno prediletto e carissimo, il quale si chiamava Romeo; ma tutti lo chiamavano col soprannome di Lucignolo….. Lucignolo era il ragazzo più svogliato e più birichino di tutta la scuola: ma Pinocchio gli voleva un gran bene.” (Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino, di Carlo Collodi)
Lucignolo è il vero e proprio prototipo del ragazzo drop-out nell’immaginario comune che incita Pinocchio a trovare un “paese più sano” per i ragazzi, in cui non vi sono scuole, libri, maestri e in cui si studia mai. Il termine drop-out, di origine anglosassone, sta ad indicare quei giovani, tra 16 e 18 anni, che hanno abbandonato un ciclo di istruzione, senza possedere una certificazione formale. Questo termine che letteralmente significa “spinto fuori”, “caduto fuori”, “lasciato andare” permette di avere una visione più ampia del suo significato perché fa pensare a dei ragazzi che sono spinti a compiere un’azione o che, in qualche modo la subiscono. Sono i ragazzi ad aver abbandonato la scuola o è la scuola che li ha abbandonati a loro stessi? Sono loro a non ascoltare gli insegnanti o sono stati gli insegnanti a non cercare di ascoltarli, capirli, stimolarli? In questo libro, intitolato “Drop-out”, scritto da Federico Batini, si cerca di rispondere a queste domande, attraverso un’intervista narrativa semi-strutturata. Sono state riportate 67 interviste, il campione utilizzato per la ricerca è stato diviso in una componente aretina ed una perugina e comprende ragazzi dai 16 ai 18 anni che hanno deciso di abbandonare la scuola, ma che stanno frequentando dei corsi di recupero delle competenze di base propedeutici per la specializzazione in alcuni settori. I risultati emersi evidenziano come la causa principale dell’abbandono della maggior parte dei ragazzi intervistati risieda soprattutto nell’ambiente scolastico: molti insegnanti, secondo le voci degli intervistati, non hanno saputo comprenderli, ascoltarli, coinvolgerli mostrandosi insensibili di fronte alle loro debolezze. Un professore di matematica, ad esempio, ha offeso una ragazza del campione per la sua robustezza e ha definito, senza mezzi termini, “brutta” un’altra compagna di classe. Episodi come questo non aiutano certamente i ragazzi ad amare la scuola e a continuare la strada intrapresa. Lo scopo di questo saggio è proprio quello di elaborare degli interventi per prevenire l’abbandono scolastico, dovuto al fatto di non sentirsi ascoltati e compresi. Ritengo che questo libro possa essere d’aiuto a quei ragazzi che si sentono demotivati nel continuare il proprio percorso scolastico, incoraggiandoli a non demordere, a non buttare via tutto per degli ostacoli incontrati. D’altronde la vita è piena di scogli e dobbiamo cercare di non abbatterci alle prime difficoltà.
Vittoria Brunelli
“Drop-out” scritto da Federico Batini (ricercatore e professore di Metodologia della ricerca educativa, dell’osservazione e della valutazione e Pedagogia sperimentale presso l’ Università di Perugia) con la collaborazione di un gruppo di ricerca da lui stesso diretto, è un volume di 180 pagine edito da Fuorionda nel maggio 2014.
Il tema da cui prende le mosse la ricerca presentata è un fenomeno sociale attuale e di grande interesse: con il termine “drop-out” ci si riferisce a quella popolazione di ragazzi che abbandonano i percorsi di istruzione senza quindi portarli a termine. In Italia il tasso di abbandono scolastico è del 17,6% , dato al di sopra della media europea. Quando si parla di abbandono però è lecito domandarsi “chi abbandona chi?”: sono i ragazzi ad abbandonare la scuola o è la scuola che li allontana?
Il libro si apre con una prefazione a cura di Roberto Trinchero ( Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione Univesità di Torino) seguita da una introduzione di Guido Benvenuto (Dipartimento di Psicologia dei Processi di Sviluppo e Socializzazione Università La Sapienza Roma) dal titolo “Di cosa parliamo quando parliamo di drop-out?”. A seguire il volume si articola in due parti: la prima parte “Perchè ascoltare i drop-out?” si suddivide in quattro sezioni dove viene decritto il fenomeno oggetto di studio e le caratteristiche della ricerca; la seconda parte “Voci” riporta le varie interviste. In conclusione il libro si chiude con una postfazione di Giuseppe Burgio ( Dipartimento di Filosofia, Filologia, Arti, Storia. Critica dei Saperi << Fieri Aglaia>> Università di Palermo)
Federico Batini presenta una grande novità rispetto a studi precedenti sui Drop-out: ci invita infatti a guardare al tema dalla prospettiva degli stessi protagonisti, i ragazzi. La ricerca ha pertanto finalità descrittiva e conoscitiva e si è avvalsa dello strumento dell’intervista narrativa semi-strutturata, grazie al quale sono state raccolte le voci di due gruppi di soggetti ( come lo stesso autore sottolinea, è improprio parlare di campione), uno aretino di 27 ragazzi e uno perugino di 40 ragazzi che appunto rientrano nella definizione di drop-out. L’analisi cerca le motivazioni che stanno alla base delle scelte rispetto al percorso formativo dei soggetti drop out e la percezione che hanno del loro futuro. Sono state costruite categorie ex post rileggendo ed interpretando le interviste.
Leggendo il libro, si può concludere che c’è un forte fenomeno di etichettamento nei confronti dei drop-out e che soprattutto questi ragazzi si sentono vittime del processo, abbandonate da una scuola ancora molto selettiva e ancorata a una didattica tradizionale.
Questo studio offre molti spunti di riflessione, sia per gli “addetti ai lavori” che per i giovani: è importante intervenire sulla scuola e sui metodi didattici quindi riprogettare le modalità del sistema di istruzione, ma ciò che ancora di più conta, e ce l’ha dimostrato Federico Batini, è ascoltare le voci di chi vive sulla propria pelle un processo così complesso come l’abbandono scolastico.
“Drop out” è un testo di Federico Batini, di 179 pagine, è stato pubblicato nel maggio 2014 dalla casa editrice fuori onda.
Il volume inizia con una prefazione a cura di Roberto Trinchero, segue un introduzione di Guido Benvenuto, che illustra in nove pagine le tematiche del fenomeno drop-out affrontate nel testo.
Curato da Federico Batini, il volume è suddiviso in due parti.
Nella prima, intitolata “Perché ascoltare i drop- out”, viene data una definizione di “drop-out” ( termine di origine anglosassone che indica i giovani fuoriusciti da un percorso d’istruzione formativo o lavorativo, senza aver acquisito una certificazione formale); inoltre vengono illustrati dati Eurostat (2013 ) sul fenomeno e strategie d’insegnamento per limitarlo.
Nella seconda parte: “Voci”, che è quella più consistente, vengono presentate le interviste semi-strutturate del campione aretino e alla fine anche alcune delle interviste del campione umbro (67 soggetti drop-out tra il 16-18 anni). In seguito ciascuna delle interviste viene analizzata.
Le aree d’interesse delle interviste sono molteplici: riguardo al percorso formativo, le motivazioni dell’abbandono scolastico, le impressioni e il proprio vissuto scolastico, le prospettive del futuro e l’area socio-affettiva.
I risultati mettono in luce molti degli aspetti che caratterizzano questo fenomeno: i drop-out non sono studenti che non hanno voluto la scuola, ma spesso è la scuola che li ha allontanati: carenze da parte di insegnanti che sono stati incapaci di ascoltarli e stimolarli; adulti che non li hanno guidati ad una scoperta del proprio sé, ma piuttosto trascinati in un senso di inadeguatezza e quindi ad un inesorabile abbandono.
Si crea una sorta di repulsione reciproca che genera una voragine.
La lettura di questo libro è consigliabile a tutti coloro che vogliono approfondire l’argomento, a chi se ne sente parte e soprattutto a tutti gli insegnanti, come punto di partenza, per rileggere il fenomeno con lo sguardo dei diretti interessati.
SOGNI INTERROTTI
“ Drop-out”, libro scritto da Federico Batini, professore e ricercatore all’università di Perugia presso la facoltà di Scienze della Formazione, è stato pubblicato nel 2014 ad Arezzo, tramite la casa editrice “ Fuori onda”. Il volume, composto da 179 pagine, è suddiviso in due parti, alle quali precedono una prefazione scritta da Roberto Trinchero, docente del dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione all’università di Torino e un’introduzione al tema, scritta da Guido Benvenuto, docente al dipartimento di Psicologia dei processi di sviluppo e socializzazione a la “ Sapienza” di Roma. Nella prima parte del volume viene spiegato il significato del termine “ Drop-out”, che letteralmente equivale a “ spinto fuori” e che, viene usato per indicare coloro che hanno abbandonato il percorso di studi senza averlo portato a termine, dunque senza possedere una certificazione formale.
L’autore procede nella seconda parte a dar voce all’esperienza diretta di giovani coinvolti in tale fenomeno, sempre più in aumento, raccogliendo, attraverso interviste, vari racconti di vissuti tra loro molto diversi e cercando, soprattutto di capire cosa abbia spinto questi ragazzi a intraprendere questa scelta.
Il campione preso in considerazione per ricerca è costituito da ragazzi tra i 16 e i 18 anni ( una componente aretina e una perugina) che hanno abbandonato la scuola, intraprendendo un corso di professionalizzazione. Il fine dell’autore è dunque, trattare di un fenomeno di cui spesso si sente parlare, visto però da un’angolatura differente, ossia dal punto di vista dei ragazzi coinvolti, cercando di comprendere la loro percezione riguardo la scuola e i vari “ perchè” che sono dietro a scelte interrotte.
“Sono i ragazzi che abbandonano la scuola o è la scuola che abbandona i ragazzi?” Questo è il grande interrogativo che muove la ricerca e che viene riproposto varie volte nel testo, in quanto dalle narrazioni dei ragazzi emerge un sistema scolastico immobile, che non riesce a contenere, che non è in grado di svolgere la propria funzione , ossia quella di trascendere le eventuali difficoltà sociali, culturali e/o economiche dei ragazzi e dar la possibilità a tutti di potersi elevare e formare. Siamo di fronte, ancora una volta ad un sistema conservatore che non fa altro che selezionare e incrementare e i dislivelli di partenza, in cui il concetto di “ alterità” è spesso associato al fenomeno di marginalità e discriminazione, di cui sono stati vittime molti dei ragazzi intervistati.
“Non c’è nulla che sia ingiusto quanto far parti uguali tra disuguali” : questa è una delle citazioni del grande Don Milani che troviamo a più riprese nel testo e che, forse, rappresenta al meglio la situazione di molti contesti scolastici di cui i protagonisti della ricerca sono stati spesso “ vittime” in quanto nessuno è stato in grado di ascoltare la loro voce e il loro bisogno d’aiuto. Dalle interviste emerge nella maggioranza dei casi una percezione positiva della scuola e dello studio, in quanto sono visti necessari per aprire le porte del futuro e per possedere una cultura personale. Una percezione molto meno positiva invece per quanto riguarda i rapporti con i docenti e i metodi didattici, accusati i primi di essere inesistenti o spesso burrascosi, perchè a detta dei ragazzi i professori erano soliti fare favoritismi e discriminazioni; i secondi invece, di non essere stimolanti durante la lezione, prediligendo invece maggior carico di studio a casa.
Significativo è il senso di rassegnazione e la poca fiducia che questi giovani sentono nei confronti delle proprie capacità in ambito scolastico: frasi come “ La scuola non faceva per me” ricorrenti in molte interviste, sicuramente non lasciano indifferenti. Interessante è anche il cambiamento d’approccio e l’interesse nei confronti della scuola, che è scaturito in quasi tutti i ragazzi una volta intrapreso il corso di professionalizzazione in cui insegnanti e metodi d’insegnamento differivano; i ragazzi trasmettevano entusiasmo e tanta voglia di imparare, evidentemente rinati in quanto entrati a contatto con stimoli e modalità d’interazione differenti.
Consiglierei a tutti di leggere questo libro, oltre che a studenti ed insegnanti naturalmente, in quanto è necessario riflettere sulle varie problematiche esistenti all’interno della scuola, un contesto con cui ognuno di noi ha a che fare nella propria vita, un contesto che dovrebbe farci crescere e fornire a tutti equi strumenti e possibilità, ma che finisce molto spesso per accrescere i dislivelli di partenza e lasciare segni indelebili in quei ragazzi che sentivano di non farcela: ragazzi con percorsi e sogni interrotti.
"Non sono loro ad aver abbandonato la scuola, è la scuola ad aver abbandonato loro" è questo il concetto fondamentale che emerge dal libro "Drop-out" di Federico Batini, edito dalla casa editrice fuori onda nel maggio 2014.
In questo libro di 179 pagine l’autore si preoccupa di dare voce a quei ragazzi che, tra i 16 e i 18 anni, hanno interrotto il loro percorso formativo, senza aver acquisito una certificazione formale, i così detti Drop-out.
Il libro è composto fondamentalmente da due parti: "perchè ascoltare i drop-out?" e "voci".
Nella prima parte del libro viene data una definizione di drop-out , viene fornito un quadro generale della situazione dell’abbandono scolastico in Italia e in Europa; ed è in particolar modo sottolineata la necessità di analizzare, non solo il percorso scolastico di questi ragazzi, ma anche il funzionamento del sistema che li circonda.
Dalla seconda parte "voci", in cui l’autore riporta una serie di interviste sottoposte a dei ragazzi drop-out che ora frequentano corsi di formazione vari (cuoco, estetista), emerge infatti l’importanza di ascoltare questi ragazzi.
Dai loro racconti emerge che le motivazioni che li hanno portati ad abbandonare la scuola, spesso vanno oltre il semplice e scontato "non avevo voglia di studiare".
Perchè se è vero che il termine drop-out indica letteralmente qualcuno che compie un’azione, è anche vero che allo stesso tempo indica qualcuno che è spinto a compiere un’azione o qualcuno che la subisce.
I drop-out sono ragazzi che sulla carta hanno tutte le potenzialità e tutte le capacità necessarie a portare a termine un percorso formativo, ma spesso hanno bisogno di più tempo o di un approccio diverso da parte degli insegnanti.
Le necessità di questi ragazzi,non vengono spesso comprese, e questi vengono semplicemente etichettati come "problematici", vengono così lasciati indietro dai professori, facendoli sentire esclusi da un contesto scolastico che punta a portare avanti solo gli studenti considerati "meritevoli".
Questo sentirsi abbandonati fa nascere nei ragazzi l’idea di non essere "giusti" per la scuola, l’idea che questa sia solo una perdita di tempo e di soldi.
Questa visione di se stessi si andrà a riflettere sul rendimento scolastico, che peggiorerà sempre di più, portando anche a delle bocciature ripetute. Da qui nascerà l’idea di abbandonare la scuola per fare altro.
Ma come si può evitare tutto questo? Federico Batini lo chiede direttamente ai ragazzi che hanno già preso questa decisione.
Molti di loro giudicano ancora positivamente la scuola, consapevoli del fatto che avere un titolo di studi sia importante nella vita di ogni individuo, anche nella loro; ma sono consapevoli anche del fatto che la scuola non fa per loro.
Aver scelto dopo le medie una scuola che inizialmente sembrava giusta, ma che poi si è rivelata del tutto distante dagli interessi del ragazzo, è uno dei motivi di abbandono. Alcuni ragazzi ritengono che sarebbe opportuno posticipare la scelta di qualche anno perchè a 14 anni non puoi sapere cosa vuoi fare della tua vita.
Il rapporto conflittuale con gli insegnanti è un altro dei motivi principali di abbandono, i ragazzi si sono sentiti spesso vittime di ingiustizie, favoritismi a loro discapito. Per loro gli insegnanti e la scuola dovrebbero essere più aperti ai bisogni e alle esigenze dei ragazzi.
In conclusione da questo libro, rivolto sia ai ragazzi, ma soprattutto alle scuole, agli insegnanti e alle istituzioni, emerge un forte bisogno dei ragazzi di essere ascoltati, capiti, emerge la necessità di poter imparare rispettando i propri tempi e i propri metodi.
Forse se qualcuno avesse fatto qualcosa per loro, questi ragazzi non si troverebbero alla giovane età di 16/18 anni a dover osservare da fuori, con nostalgia, quella che sarebbe dovuta essere la loro vita, la scuola.
Autore: Federico Batini
Titolo: Drop-out
Data di pubblicazione: Maggio 2014
Casa editrice: Fuorionda
Argomento: Il fenomeno dell’abbandono scolastico descritto dalle parole dei giovani ex studenti.
I giovani che abbandonano gli studi in Italia tra i 16 e i 18 anni, secondo i dati riportati dal Ministero della pubblica Istruzione, sono circa 500 mila all’anno.
Chi appartiene a questa categoria, viene definito Drop-out.
Il fenomeno del drop-out ha dei nomi e dei cognomi, dei volti e delle voci, quelli di ragazzi che sono stati intervistati per la realizzazione di questo libro; ed è proprio su di loro che si concentra questo studio di ricerca.
Perché i giovani abbandonano la scuola? Lo fanno per loro scelta o per altri motivi?
L’opuscolo è di 179 pagine ed è articolato in due parti, la prima intitolata “Perché ascoltare i Drop.out?” la seconda “Voci”. Vi è una prefazione seguita da un’introduzione; una prima e una seconda parte e infine una post fazione e riferimenti bibliografici.
Federico Batini ha cercato in questo volume, di dare uno sguardo attento al
pensiero dei ragazzi.
Ha effettuato una ricerca con finalità prettamente descrittiva e conoscitiva. Ha utilizzato una base dati costituita da 67 interviste semi-strutturate con due diverse aeree di interesse; di fatti il campione è composto da 27 interviste raccolte in tre percorsi formativi dell’Amministrazione Provinciale di Arezzo per drop-out ed una componente perugina, costituita da un campione a valanga di 40 soggetti drop-out del territorio perugino.
È emerso che la stragrande maggioranza dei soggetti intervistati ha abbandonato gli studi per difficoltà in alcune specifiche discipline, per problemi di relazione con un docente, chi per decisione dei genitori a seguito dei scarsi risultati conseguiti, chi perché ha una considerazione positiva della scuola ma negativa della propria esperienza e infine un soggetto per atti di bullismo.
Adesso sono quasi tutti integrati in un percorso per il recupero delle competenze di base propedeutiche, anche se alcuni di loro hanno preso questa decisione per ripiego in quanto vengono loro proposti esclusivamente i corsi disponibili, non potendo pertanto effettuare una vera e propria scelta.
Questo contributo farebbe comodo a tanti dirigenti e docenti scolastici che forse danno per scontato il proprio ruolo e l’istituzione per cui lavorano; farebbe comodo a coloro che si interrogano o perlomeno dovrebbero, sulla questione e in questo libro, in cui sono riportate voci di protagonisti, qualche risposta potrebbero darsela. Infine sarebbe anche utile a chi si “riempie la bocca” di riqualificazioni scolastiche e spesso ignora questi tipi di fenomeni endogeni al sistema scuola.
"Drop out" è un libro scritto da Federico Batini,docente di Metodologia della Ricerca e Pedagogia Sperimentale presso l’Università degli studi di Perugia,pubblicato nel Maggio 2014 dalla casa editrice Fuorionda.
Il libro è composto da 179 pagine ed è diviso in due parti oltre all’introduzione ed alla postfazione.
L’introduzione,dal titolo "Di cosa parliamo quando parliamo di drop-out?",è a cura di Guido Benvenuto che cerca di definire il fenomeno spiegando le eventuali cause che potrebbero spingere un individuo ad interrompere il suo percorso didattico o formativo e che muove delle critiche al sistema scolastico italiano.
Nella prima parte del libro, Batini, dopo aver definito in maniera specifica il significato del termine "Drop out" , spiega che le ragioni della ricerca di tipo conoscitivo sul fenomeno, sono volte a comprendere "dall’interno" la prospettiva di coloro che decidono di abbandonare il cammino scolastico o formativo.
Afferma inoltre, come, per questi ragazzi, un orientamento di tipo negativo,ovvero che si basi sulle carenze e difficoltà piuttosto che sulle competenze e motivazioni ,sia predittivo di disagio scolastico ed inadeguatezza sociale.
Batini si concentra anche sulle differenze intergenerazionali e sulle strutture familiari Italiane,detentrici dei diritti forniti dal sistema di welfare,nelle quali si predilige l’assistenza ed il supporto dei figli in casa ad un solido aiuto nel renderli autonomi.
Nella prima parte si parla,inoltre,della crisi del sistema d’istruzione italiana resa evidente dall’analisi di dati internazionali che non raccontano nulla di buono sul Paese:dalla percentuale di laureati italiani tra i 30 e i 34 anni che si ferma al 21,7% ,ai tassi di abbandono e dispersione scolastica più alti d’Europa,per non parlare delle basse competenze linguistiche e matematiche.
E’ così che, appunto,le ricerche sull’apprendimento ci aiutano ad inquadrare la situazione, rilevando strategie di studio e di insegnamento funzionali e disfunzionali ma anche fattori favorenti l’apprendimento stesso,come quelli di Trinchero citati in questo libro.
Attraverso una lunga serie di interviste narrative semi-strutturate ,presentate in forma sintetica nella seconda parte del libro,l’autore cerca di far emergere una pluralità di voci di ragazzi drop-out , per raccontare le costanti del processo dell’abbandono scolastico,far emergere "le buone ragioni" che li hanno portati a fare questa scelta ed interpretare e valutare i dati così ottenuti dalla ricerca.
Il campione è composto da due gruppi di soggetti, ,compresi tra i 16 ed i 18 anni , la cui collocazione geografica risponde ad Arezzo per un gruppo e Perugia per l’altro, che hanno abbandonato gli studi ma che attualmente stanno frequentando dei corsi per il recupero delle competenze di base, propedeutici per la specializzazione in vari settori lavorativi.
I risultati che emergono descrivono in generale situazioni in cui i ragazzi drop-out hanno instaurato un buon rapporto con il resto dei compagni e che hanno deciso di abbandonare il percorso didattico,non per una scarsa voglia di studiare ma perchè hanno ritenuto poco pratiche o addirittura "inutili" alcune materie affrontate ed hanno percepito la scuola lontana dalla realtà e come un luogo che invece di tirare fuori le loro potenzialità, impediva loro l’apprendimento a causa di metodi e sistemi che in realtà non sono giusti per tutti.
Il libro è consigliato a persone di ogni età,e quindi non solo a ragazzi, ma anche e soprattutto a genitori che si trovano a dover affrontare spesso situazioni di questo tipo, non comprendendo a volte i comportamenti o le scelte dei propri figli.
Quest’analisi,che da voce direttamente agli interessati,permette di vedere la situazione in un’altra prospettiva,attraverso gli occhi di colore che sono stati vittime di un sistema selettivo che li ha esclusi e non ha permesso loro di esprimere le capacità e le qualità di cui sono dotati.
"studiavo poco...non avevo voglia e non ero motivato,sentivo che perdevo tempo,era una sensazione...non so spiegarla,ma poi dopo tutte quelle ore a sentire i professori che ti parlano di cose,spiegano,spiegano e ti chiedi,adesso che mi hai spiegato Leopardi che cosa mi cambia nella vita,torno a casa e te lo devo pure studiare?"
Nel libro di Federico Batini viene data voce a quei ragazzi definiti Drop-out,gli"ultimi",i nuovi Lucignolo di Pinocchio o i Franti del libro Cuore della società. Con il termine Drop-out si intendono generalmente i ragazzi che lasciano un percorso di studi o formativo senza averlo completato e nella prima parte viene data ampia spiegazione del contesto sia sociale che scolastico in cui tale termine si colloca. Nel volume di 179 pagine,viene quindi presentata una ricerca su questo campo con fine sia conoscitivo che di ispirazione per soluzioni possibili a quello che sembra essere un fenomeno sempre più diffuso in Italia:la dispersione e l’abbandono. I dati Eurostat(2013)infatti riportano per il "Bel Paese"il tasso di abbandono e di dispersione più alto:superiore al 18,5%. Le analisi dei dati fornite da ricerche internazionali,invitano quindi ad un cambiamento:la scuola e l’istruzione devono ripensarsi e offrire alternative,promuovere un apprendimento gratificante e significativo dal punto di vista evolutivo della persona e di sviluppo delle competenze individuali. Prima di agire è necessario ascoltare,per cui questa ricerca porta alla conoscenza delle molteplici prospettive dei Drop-out circa le motivazioni del proprio abbandono e le ragioni che lo hanno provocato. Il campione complessivo,in realtà si parla di due gruppi di soggetti in quanto la composizione è differente,è di 67 soggetti(27 aretini e 40 perugini)tra i 16 e i 18 anni che hanno abbandonato la scuola,ma che attualmente stanno svolgendo dei corsi per il recupero delle competenze di base,al fine di specializzarsi in settori lavorativi. Ai ragazzi è stata somministrata un’intervista narrativa semi-strutturata(story e life-story);in seguito attraverso una modalità di analisi ermeneutica e alla costruzione di categorie ex post,è stato possibile individuare,grazie ad ogni singolo ragazzo,ciò che sta dietro il loro abbandono della scuola. La seconda parte del volume riporta alcune delle "voci"dei ragazzi partecipanti all’indagine e ne emerge che le motivazioni alla base dell’abbandono sono molteplici:dal difficile rapporto con i professori,all’inadeguatezza dei metodi scolastici,al poco interesse per lo studio,ad episodi di bullismo,agli stereotipi degli insegnati e alle loro convinzioni di"selezione naturale",alla volontà o necessità di raggiungere un’indipendenza economica.
L’invito alla lettura di questo libro è per gli insegnanti e per tutti coloro che lavoro nell’ambito scolastico o che si trovano ad avere a che fare con i ragazzi,in quanto fornisce una sensibilizzazione al problema ed è proprio dall’ascolto,dalla conoscenza di questi ragazzi che si può dare inizio ad quel processo di cambiamento nell’istruzione che poi si ripercuoterà in positivo anche nella società.
Il libro Drop-out di Federico Batini è composto di 179 pagine ed è stato pubblicato dalla casa editrice Fuori Onda nel maggio del 2014 a Lavis,TN.
Si divide in due parti:
Nella prima parte,dal titolo ’’perchè ascoltare i drop-out?’’troviamo la spiegazione del termine ,una descrizione ben strutturata in modo da poter esser letta da chiunque (che abbia un titolo di studio o meno,che faccia il liceo o che sia prossimo alla pensione),troviamo una descrizione generale dei metodi di ricerca e dei problemi principali che ruotano intorno al termine drop-out,come le difficoltà che si incontrano nel percorsco formativo e il rischio di etichettamento che corrono questi ragazzi,nocivo non solo per loro ma per la società che discriminandoli ingigantisce il fenomeno invece di intervenire trovando una soluzione.
È inoltre spiegato,in questa prima parte,perchè è importante ascoltare le storie,le opinioni e il carico emotivo che ha portato questi ragazzi ad interrompere il percorso formativo.
Nella seconda parte , dal titolo ’’Voci’’troviamo le interviste fatte ad alcuni di questi ragazzi,le loro storie,raccontate dal loro punto di vista e trascritte così come sono state pronunciate,con tanto di punteggiatura onomatopeica che ci aiuta ad immaginare il modo in cui raccontano,come se li avessimo davanti.
I drop-out sono i ragazzi fra i 16 ed i 18 anni che abbandonano la scuola,il motivo di questo abbandono varia da ragazzo a ragazzo ma quelli che emergono di più,e che servono a far riflettere, sono quelli incentrati sul “muro” che la scuola stessa e molti insegnanti spesso pongono davanti ai ragazzi,che non sono messi in condizioni di apprendere,o perchè l’insegnante non costruisce in loro queste condizioni (per esempio:quando l’importante è finire il programma scolastico e non che gli studenti facciano loro determinate nozioni,così da poterle utilizzare nella vita di tutti i giorni),o perchè l’insegnante scarica il suo astio o i suoi problemi sui suddetti (esempio:spesso sentiamo dire “il prof ce l’ha con me”,che non sempre è vero ma comunque accade) o perchè l’insegnante etichetta lo studente come nullafacente,stupido o svogliato e reputa inutile sprecarci del tempo (come ad esempio accade a Franti nel libro cuore o a Lucignolo nelle avventure di Pinocchio).
Oggi si parla di “dispersione scolastica” riferendoci a questo fenomeno,forse perchè così è più difficile dare la colpa,e quindi la responsabilità,alle istituzioni scolastiche perchè sono gli studenti che abbandonano,che si disperdono .
Secondo i dati Eurostat nell’anno 2012/2013 il tasso di abbandono è del 17.6% , percentuale di molto più alta rispetto al resto d’Europa ,infatti noi italiani abbiamo sia il minor numero di diplomati che di laureati .
Nel 2000 è iniziato un percorso chiamato Strategia di Lisbona (mirato proprio a questo problema) che l’Europa ha rivisto e presentato come Europa 2020,che ha fra gli obbiettivi :l’innalzamento al 75% del tasso di occupazione (per la fascia d’età compresa tra i 20 e 64 anni), la riduzione del tasso di abbandono scolastico al disotto del 10% ,l’aumento al 40% dei 30 – 34enni laureati entro il 2020.
Sono comunque già disponibili delle forme di riorientamento per ricostruire percorsi formativi e professioni future, recuperando anche le 21 competenze base, per esempio l’accordo Stato-Regione 2010 che prevede l’attivazione di 21 figure professionali con metodi didattici stimolanti e volti all’acquisizione delle conoscenze che aiuteranno poi a confrontarsi con la realtà.
Questa è una ricerca di tipo conoscitivo che vuole fare emergere la voce dello studente che abbandona(trattandolo come ’’esperto’’ della ricerca) e non tracciarne un profilo.
La base dati è costituita da 67 interviste semi-strutturate(si è preferito comunque lasciar fluire il discorso fin dove possibile).
Abbiamo un campione di 27 interviste raccolte in 3 percorsi formativi dell’Amministrazione Provinciale di Arezzo per drop-out e una componente perugina di 40 interviste(non contenute nel libro,ma che si possono trovare nel blog dell’autore e ricercatore Federico Batini ),con campionamento a valanga.
Si giunge alla conclusione che questi ragazzi si sentono abbandonati dalla scuola,che non ha saputo(o non ha voluto) includerli,motivarli o comprenderli.
È un argomento di grande importanza non solo per il nostro paese ma per il mondo in generale perchè è quello che siamo,quindi anche la formazione che abbiamo ricevuto, la cultura e le competenze che influenzeranno il nostro agire nel mondo.
Credo che questo libro possa esser letto da chiunque voglia saperne di più sul problema,sia per mera curiosità che per questioni di ricerca,penso comunque che ogni insegnante o futuro insegnante debba leggerlo sia per avere un punto di vista differente che per incidere profondamente e positivamente nel percorso (non solo scolastico) dei ragazzi.
Questo libro mi è piaciuto,mi ha aiutato ad avere un punto di vista differente,anche perchè essendo io molto curiosa ho trovato interessante ogni storia,le analogie e le differenze,sia tra un’esperienza e l’altra sia con la mia esperienza personale nel percorso formativo.
Ho infine individuato tre frasi che mi sono piaciute particolarmente e che comunque danno un’idea del senso del volume:
Pag 9:
’’Se i drop-out sono lo specchio delle contraddizioni del sistema di istruzione,sono al tempo stesso la testimonianza e la traiettoria di possibili percorsi alternativi.
Pag 15:
’’il rischio di ogni etichettamento è quello di configurarsi come profezia che si autoavvera’’
pag 106:
Don Milani: ’’non c’è ingiustizia più grande che fare parti uguali tra disuguali’’