E il Rosso intonò una canzone
- Autore: Francesco Marchi
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2022
Un periodo storico doloroso e tormentato della storia italiana, la Notte della Repubblica, è la testimonianza del nostro autore e del suo lavoro nell’antiterrorismo con il racconto drammatico di vicende politiche e sociali, della lotta armata dell’estrema sinistra e la strategia della tensione da parte della destra eversiva, degli atti terroristici da Piazza Fontana a Bologna, dei partiti indeboliti, di golpe falliti, dei depistaggi dei Servizi segreti che hanno segnato tragicamente i nostri anni Settanta, e che misero a rischio la nostra democrazia.
E il Rosso intonò una canzone (Scatole Parlanti, 2022) è l’esordio letterario di Francesco Marchi, nato a Trento, ha prestato servizio alla DIGOS di Milano negli anni più difficili della lotta al terrorismo in Italia. Trasferitosi a Bologna, dagli anni Novanta si dedica alla gestione delle risorse umane e ad oggi ricopre ruoli dirigenziali. Il protagonista è il giovane Marco entrato in polizia dopo aver vissuto da liceale la drammatica uccisione di Aldo Moro e degli uomini della sua scorta. Un tempo ricordato con emozione di quando in biblioteca trascorreva quei giorni a leggere quotidiani, mensili, ogni cosa che parlasse dei movimenti armati e delle loro azioni.
In Italia si sparava, scoppiavano bombe, tutto sembrava sprofondare in un vortice di violenza infinita.
Voleva essere un poliziotto e lo diventerà. Il suo trasferimento a Milano alla DIGOS arriva nel 1979; alla notizia vedrà sui volti della sua famiglia sorrisi amari e contrarietà su quello di Nadia, la sua ragazza, intelligente ed intellettualmente lontana dallo spirito e dagli ideali di Marco.
Avevo un lavoro che desideravo, un mondo complicato da affrontare e una ragazza che non sapevo amare.
Ora era “uno sbirro a Milano”, con una certa ansia e un leggero turbamento.
I brigatisti avevano come obiettivi operai, direttori di giornali, dirigenti pubblici, giudici e politici e Marco con i suoi colleghi, Nicola, Salvatore, Dracula e il Rosso, verrà impegnato da subito nella scorta dei più a rischio.
Con le volanti si infilavano veloci nel traffico di Milano, in una città che era una lunga, inarrestabile sirena d’allarme: conflitti a fuoco, rivolte nelle carceri, bottiglie molotov, volantini BR negli ospedali, fabbriche e università e sui muri le scritte Kossiga Boia.
Come sono i brigatisti?
gli domanderà Nadia in uno dei loro ultimi incontri:
sanno parlare bene e non diresti che poi sparano e ammazzano.
Gli anni di piombo saranno una vera e propria guerra ideologica per le forze antisistema, finalizzata a smantellare la politica dei governi, incapaci di far fronte ai problemi sociali e alle esigenze giovanili: un quindicennio di un’ondata di terrorismo lunga e pericolosa. Un conflitto sociale interno mai vissuto prima: dalla protesta giovanile alla protesta degli operai nelle fabbriche. Saranno gli anni della crisi economica, con una inflazione alta dovuta all’aumento del prezzo del petrolio, alla crescita della spesa pubblica e all’inadeguatezza dei partiti politici a far fronte ai problemi.
Marco racconterà, descrivendola, la sua esperienza personale e professionale nel mondo dei brigatisti, in quella zona ancora oggi grigia e buia della nostra storia, tra rapine, uccisioni e sequestri a opera di terroristi clandestini, armati e spesso protetti.
Ma cosa c’è di politico nell’ammazzare un uomo disarmato solo perché la pensa diversamente?
Decisive nelle sue scelte future saranno la rabbia e il dolore quando verranno colpiti a morte i suoi colleghi in servizio; gli amici della sera al bar a bere una birra, con il Rosso che intonava una canzone, delle notti di ansia durante i pedinamenti dei fiancheggiatori, sempre insieme, anche in ufficio a memorizzare le foto segnaletiche.
Com’era difficile dire addio a Rocco, a Nicola, a Salvatore e riprendere la quotidianità, nel guardarsi attorno e vedere che qualcuno non c’era più e mai sarebbe ricomparso. Stare male, essere scontrosi, silenziosi, a volte distratti, si era in frantumi incapaci di guardarsi negli occhi, a chiedere solo giustizia per i propri amici.
Marco vivrà da giovane poliziotto una lunga scia di omicidi e di stragi, in ultimo quella di Bologna, con un senso di abbandono e di solitudine che diventerà sempre più incontrollabile e messo in luce ad ogni funerale di Stato.
Mi chiesi a cosa potesse servire un Dio che sa tutto, vede tutto.
Sarà per lui un periodo di tensione e di forte riflessione per il senso del suo lavoro, perché efficienti nel proteggere lo Stato si era poi bersaglio non solo dei cecchini, ma dei tanti che accusavano i poliziotti di essere fascisti e picchiatori.
Ed era ancora importante, in fondo, la motivazione che lo aveva portato a diventare un poliziotto?
La risposta la si troverà nelle pagine del libro, perché la scrittura è un atto comunicativo e il nostro autore nel raccontare di Marco ha dato voce a chi non l’ha avuta in un periodo di grande tensione in Italia, rimasto indelebile nella nostra memoria collettiva.
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