È tardi!
- Autore: Eduardo Savarese
- Genere: Arte, Teatro e Spettacolo
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2022
Originale questo libro di Eduardo Savarese, che si sofferma su sette donne molto famose dell’opera lirica. È tardi! (Wojtek, 2022) è il libro perfetto per chi ama l’opera, ma attraverso i suoi racconti lo scrittore avvicina i più diffidenti a questo tipo di musica e di rappresentazione.
Prima di entrare nel cuore del libro, c’è un prologo in cui lo scrittore ci spiega perché è stato sempre così affascinato dalle donne liriche e dall’opera nel suo complesso. La frequentazione del San Carlo di Napoli, città in cui vive, non significa seguire solo l’opera, ma guardarsi intorno, per capire se ci sono giovani maschi che condividono questa passione. Siamo molto lontani dalla cattiveria snob di Alberto Arbasino, che sosteneva che i teatri dell’Opera sono luoghi dove si incontravano giovani omosessuali troppo perbene per andare nei luoghi all’aperto dove praticare sesso con sconosciuti di cui ti importava pochissimo persino del loro nome.
Savarese scrive di orientamento sessuale, ma in modo discreto, perché ancora non convinto fosse già etichettabile il suo desiderio verso il suo o l’altro sesso.
Addirittura ha una relazione anche carnale con la sua professoressa di francese, che però sa già dell’omosessualità dello scrittore e infatti, dopo tre mesi, si lasciano. Sono molto scarne queste informazioni sull’identità del proprio desiderio, perché a Savarese preme sottolineare la sua grande passione per l’opera lirica e per le donne che ne fanno parte.
Si inizia con la Traviata di Giuseppe Verdi. Violetta Valéry era una donna bella e affascinante e viveva in modo agiato per i soldi che le venivano dati dai suoi amanti. Una prostituta di lusso. Una sera incontra Alfredo e se ne innamora, ricambiata.
Nel secondo atto i due sono amanti e vivono in una casa di campagna. Basta feste, basta champagne, ma arriva il padre di lui a ricordarle chi è stata. La donna si rende conto che è sempre stata un’egoista, un’egocentrica. Così lascia Alfredo e torna ai fasti parigini, se non fosse che si ammala di tisi.
Violetta Valéry è la donna lirica, per eccellenza. Anche chi non è mai stato in un teatro conosce vagamente la sua storia. È la donna odiata dai melomani, quelli che amano la musica e trovano questo personaggio troppo esposto e dozzinale, perché il melomane vuole che la musica classica resti per pochi eletti, dietro a un generico disprezzo per i poveri e i sempliciotti. In realtà, queste storie sono molto popolari: erano l’unica occasione di svago per piccoli borghesi, negozianti, ma anche operai.
Ora, nel nuovo millennio, le opere come La Traviata sembrano bislacche storie di un mondo che fu e nella loro eccentricità tornano a essere per pochi eletti. Soprattutto perché non ci sono più le star della lirica famose in tutto il mondo. Una su tutte: Maria Callas.
Mi sono attardato su Violetta, ma Savarese ci delizia proprio con le storie di queste donne che aspettano sempre, come Madame Butterfly, la geisha Cio-Cio-San, la libera e indipendente Carmen di Bizet, le donne di Le nozze di Figaro di Mozart, la Lucia di Lammermoor di Doninzetti, l’Elektra di Strauss fino alla Norma di Vincenzo Bellini.
Tutte storie piene di trame, di segreti, di sotterfugi, in cui l’ozio prende il sopravvento.
A tal proposito Eduardo Savarese scrive:
"Di questa specie di ozio prolungato, animato dalla ricerca di se stessi, attraverso la peripezie dell’inganno e del successivo disinganno, sento molta nostalgia. Sarà poco moderno, poco progressista, forse snob".
In realtà anche Savarese è alla ricerca del tempo perduto.
È tardi!
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