Elias Portolu
- Autore: Grazia Deledda
- Genere: Classici
- Categoria: Narrativa Italiana
Elias non sempre aveva agito da ragazzo per bene. Compagnie sbagliate e abiette lo avevano influenzato e trascinato in atti criminali e per questo l’aveva pagata cara: era stato accusato e giudicato colpevole dal tribunale e spedito in carcere, oltremare, lontano dalla sua Sardegna. Scontata la pena torna a casa, con uno spirito nuovo e con le migliori intenzioni di riabilitarsi. La prigionia non lo ha segnato soltanto fisicamente ma anche moralmente. Elias ha una nuova visione del mondo e vorrebbe vivere in osservanza della religione e avere una condotta austera. È accolto calorosamente dai suoi parenti e torna proprio nel momento in cui il fratello maggiore, Pietro, annuncia il suo imminente matrimonio. Il ragazzo è felice di conoscere la futura cognata, Maria Maddalena, ma la felicità presto si tramuta in tristezza. Maddalena inizia a entrargli nel cuore nonostante Elias cerchi di impedirlo chiudendo ogni spiraglio. Il tempo, i tentativi di resistenza e le occasioni di evitare gli sguardi inequivocabili non sembrano giocare a suo favore e si ritrova, meschino, a lottare con un sentimento che non riesce a gestire, che lo fa stare male. Odia se stesso e lei, non vuole tradire il fratello, non vuole fare ancora del male. Il carcere non gli ha insegnato niente allora? Non sa che fare e decide di confidarsi con due persone tra loro opposte, un prete e un losco pastore. Sebbene offrano entrambi soluzioni contrastanti ma possibili, Elias non riesce a decidersi pur essendo conscio del fatto che l’unico errore sarebbe non fare nulla. Dunque rivelarsi o tacere? Verità o menzogna? Amore carnale o amore fraterno? Ma rivelarsi non implicherebbe salvare il fratello da un matrimonio falso? No, forse la verità risulterebbe come l’ammissione che la sua indole, in fondo, non è cambiata e la sua redenzione è solo il frutto di un proposito rimasto tale e mai portato a conclusione.
Il romanzo Elias Portolu di Grazia Deledda è colmo di pathos e angosciante, e credo che nessuno, in tali circostanze, avrebbe potuto predire quale potesse essere la decisione più idonea da prendere per il protagonista.
Nonostante avesse frequentato la scuola fino alla quarta elementare, nonostante fosse nata in un’epoca in cui le donne erano ancora molto distanti dall’emancipazione e avesse vissuto in una regione dove vigeva una legge propria, nonostante scrivesse di fatti e gente giudicati inizialmente non convenzionali oltre che poco consoni per una donna, Grazia Deledda fu (ed è ancora) l’unica scrittrice italiana a vincere il premio Nobel per la letteratura.
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