Enigma Palermo. La politica, la paura, il futuro. Storia di una città e del suo sindaco di Constanze Reuscher, Leoluca Orlando

Enigma Palermo. La politica, la paura, il futuro (Rizzoli, 2023) è la storia di un sindaco che ha fatto di Palermo la bandiera dell’ospitalità internazionale, in una diretta testimonianza posta in essere in questo imperdibile volume che raccoglie le sue dichiarazioni a una giornalista di valore quale Constanze Reuscher, coautrice dell’opera.

Una ricerca seria della verità storica, sciogliendo finalmente alcuni nodi mai chiariti sull’uomo e politico Leoluca Orlando e sulla sua città.

Leoluca Orlando, sindaco di Palermo per ventidue anni, è stato il simbolo, il protagonista principale della cosiddetta “Primavera di Palermo”, un periodo unico e per certi versi irripetibile di rinnovamento culturale e politico che investì la città di Palermo a partire dagli anni Ottanta.
Constanze Reuscher è giornalista validissima di livello internazionale, con una frequenza di rapporti con Leoluca Orlando da lunga data e che ha avuto modo di constatare come il consenso che ha avuto Orlando sia stato per certi versi e in certi periodi, maggiore all’estero più che in patria.
E questo in ragione che l’uomo politico Orlando ha avuto sempre una visione ampia e di lungo periodo, senza farsi condizionare da consensi immediati. Anche Orlando ha fatto i suoi errori politici, ma la sua forza è stata la coerenza nel seguire sempre i suoi obbiettivi ed è questa la ragione della sua fama anche al di fuori di Italia.
Negli anni Ottanta e Novanta, durante le stragi di Mafia, ha mostrato sempre una coerenza anche nella lotta contro la Mafia con un impegno continuo e costante e non di facciata.

Constanze Reuscher, che viene da Brema, si distingue per la professionalità e severità delle stringenti domande poste all’ex sindaco e ha potuto verificare l’impegno di un sindaco fuori dagli schemi. E Orlando ha risposto a tutte le domande rispondendo anche a quelle accuse che frammentariamente nel tempo gli sono state rivolte.
Questo libro, dice Orlando, non è un libro di Storia, nonostante sia scritto così nel sottotitolo di copertina, ma di drammatica attualità e di un futuro prossimo venturo con riferimento al tema sempre presente degli emigranti e a quello delle verità ancora oggi negate sulle stragi di mafia di Capaci e di via D’Amelio.

Orlando nel libro-intervista parla pure del suo apparente scontro con il giudice Falcone rispondendo alla Reuscher che gli ha rivolto domande precise per capire e fare chiarezza.
L’esperienza di Orlando come Sindaco, inizia con la costruzione dell’aula bunker e la sua costituzione come parte civile nel maxi processo che diede l’immagine di un uomo nuovo con la fascia tricolore che non andava più a cena con i mafiosi ma che chiedeva la loro condanna. La Mafia ha governato Palermo, dice Orlando, ma quando ha lasciato Palazzo delle aquile, sede del Comune, non era più così.
Occorre però ancora oggi evitare che si passi da una presenza criminale della Mafia sul territorio a un blocco di potere che governa.
Guardando da lontano, da straniera dice la Reuscher, si osserva come vi sia stato un risveglio nelle coscienze di tutti i cittadini di Palermo che si sono ribellati alla Mafia e al condizionamento della politica corrotta.

Sull’eredità politica di Orlando, questa non poteva esserci in ragione del suo rifiuto alla cultura dell’ appartenenza. Quella di Orlando è un manifesto alla libertà di essere svincolato da ogni “parte” e non poteva esserci l’eredità di un sistema, in quanto non può esistere un sistema di persone non libere.
Forse andava messo in sicurezza quanto raggiunto, dice la Reuscher, come è successo altrove, in una continuità di progettualità da trasmettere a persone che seguono la stessa missione e visione, altrimenti vincono gli altri e tutto quello che è stato raggiunto pare sbriciolarsi.

Citando un passaggio significativo del libro:

A Palermo la mafia esiste ancora. Ci sono mille lacune rimaste dal passato, le infrastrutture fatiscenti e la burocrazia che richiama più spesso lo stile borbonico, c’è "munnizza" e il traffico è congestionato. Ma quella di oggi è un’altra città: aperta, piena di giovani e stranieri, colori, luce, musica. Palazzi, musei e teatri, giardini e spiagge, interi quartieri della città antica per decenni chiusi e abbandonati, sono riaperti.