Epimedia. Informazione e comunicazione nello spazio pandemico
- Autore: Angelo Turco
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2021
Epimedia è una crasi. Un neologismo di congiunzione fra due termini noti: epidemia (di Covid-19, noblesse oblige) e media. L’uno potrebbe sopravvivere senza l’altro, ma uniti insieme garantiscono spettacolo. Uno spettacolo quotidiano, quello che accompagna a tutte le ore, su tutte le tv, la narrazione giornalistica della pandemia. Da quasi un anno e mezzo va avanti così: l’imprevisto planetario e la sua cassa di risonanza mediale. TUM-TATA-ZUM: un coro unanime. Un’uniforme litania quotidiana attraverso notiziari e talk show: dall’apocalittico impennarsi dei contagi, all’eccitazione quasi dionisiaca con cui si propaganda adesso la campagna vaccinale. E se il vero effetto avverso della pandemia forse il diffondersi del pensiero unico (politico-mediatico-sanitario)?
Sfuggono alla retorica del "ritorno alla normalità" le omissioni informative (possibile che dopo la riabilitazione del vaccino Astrazenica, non si sia più data notizia di morti provocati dai vaccini?), quanto le derive antidemocratiche (sanitari e docenti universitari per le loro opinioni no-vax banditi dalla professione; e anche sotto l’aspetto lessicale, le espressioni miltaresche abbondano: “spallata decisiva al coronavirus”, “guerra al coronavirus”, “coprifuoco”, “chiusura obbligatoria”, “obbligo vaccinale”).
In questi diciotto mesi di fibrillante convivenza pandemica, virologi e giornalisti hanno espresso insomma del loro peggio, aggiornando l’antropologica lettura manzoniana della peste alla cassa di risonanza della medialità. Dallo stucchevole buonismo dei violinisti sul tetto e dei tricolori ai balconi di inizio pandemia agli scontri di piazza per le aperture e i diritti dei lavoratori a spasso.
Alla cacofonia di fondo degli opinionisti televisivi abbiamo fatto il callo, ma nella fattispecie pandemica, l’invasività, la reiterazione, l’uniformità di messaggio hanno assunto i caratteri alienanti del lavaggio del cervello: lavarsi le mani-mantenere le distanze-indossare la mascherina (e una maschera che funga da bavaglio al pensiero divergente, no?), vaccinarsi vaccinarsi vaccinarsi (“vaccineremo tutto il mondo”, vero presidente Draghi?).
Pretesto ideale di questa lunga tirata (non sono no-vax, resto piuttosto un libertario convinto) è stata la lettura di un saggio scritto dal professore Angelo Turco, dal quale ho desunto la locuzione “epimedia” di inizio articolo: Epimedia. Informazione e comunicazione nello spazio pandemico (Unicopli, 2021). Assumendo per buono il postulato che nello spazio epimediale il fatto diviene il suo racconto, e l’insieme delle notizie costituisce (dunque) la storia della malattia, lo scarto oggettivo è dato dalla verificabilità del punto di vista dell’informatore. Come si è visto, l’abilità dialettica e la retorica spesso prevalgono sul rigore della ricerca, la partigianeria ideologica sul dato incontrovertibile dei numeri.
Proprio di numeri (cifre, dati statistici) abbonda la prima parte del lavoro pubblicistico confluito in questo libro. La parte, per così dire, più tecnica (“Voci dalla ricerca. Epidemia, scienze umane, geografia”), concentrata com’è su tre articoli pubblicati su riviste scientifiche di “classe A”. Seconda e terza parte di Epimedia (“Voci dai giornali online: tra informazione e comunicazione su Juorno.it”, e “Voci dai social media: lo cuntu de li cunti su facebook”) sono di più accessibile lettura, in quanto compendio degli articoli pubblicati online e su Facebook dall’autore, durante il primo anno di pandemia.
Non voglio strumentalizzare, ma quando Angelo Turco dismette i panni di clarissimo professore e indossa quelli del comunicatore non di regime, è davvero un bel leggere e riflettere intorno al grado (dis)informativo che ci viene ammannito via giornali e tv da un anno a questa parte. Quando avremo visto davvero la “luce in fondo al tunnel”, quando davvero “il peggio sarà passato”, piuttosto che i nichilismi, i diktat, i menefreghismi o i pontifici ansiogeno-precettistici, saranno libri come questo Epimedia a fare la storia. Angelo Turco riesce a raccontare con l’intelligenza e la gradevolezza di chi non abdica — per vacuo, miope o asservito presenzialismo — dal rigore scientifico che implica l’autentica libertà comunicativa.
Soltanto un assaggio a saltare, da un articolo pubblicato il 17 novembre 2020. Si parla, naturalmente, di vaccini (noblesse oblige n. 2):
“La cura per l’infezione da coronavirus esiste a quanto pare: rapida, efficace. Costa 1 milione di dollari. L’ha sperimentata Trump, con successo. Quasi una faccenda ambulatoriale. Si è saputo poi che i farmaci usati sono della Regeneron pharpaceuticals, le cui azioni, già in volo da mesi, sono schizzati di conseguenza verso ‘cieli immensi’. Può sembrare agghiacciante, ma è la logica del ‘si salvi chi può’ vecchia come il mondo. E chi può, di solito, sono i ricchi […] Ma i vaccini son efficaci? E quale è efficace e quanto rispetto ai suoi competitors? La speranza fa magie, finanziarie terapeutiche. Ottenebra la ragione. Vince ogni buon senso. Qualcuno dice che ‘ci sarà il vaccino in dicembre’ (Presidente del Consiglio). Qualche scienziato, persino, dice che riusciremo a fare delle campagne vaccinali, seppure parziali, a primavera. Logistica? Management? Sciocchezze! Nel frattempo, io in Lombardia non riesco ancora a fare il mio (banale) vaccino antinfluenzale […] Ma i vaccini sono sicuri? L’idea di sicurezza in campo farmacologico è relativa, come si sa bene da sempre. spesso ci vogliono anni per essere ‘ragionevolmente sicuri’ che un medicinale sia esente da effetti collaterali gravi, perlomeno statisticamente accettabili […] Tutto dipende dunque da una valutazione comparativa dei rischi che si corrono assumendo il farmaco ovvero non assumendolo.” (pagg. 126-127)
Se siete, insomma, fra i perplessi sulle modalità con cui la pandemia viene gestita da medicina e politica globali; se lo siete ancora di più sul coro unanime (acritico) con il quale i media ce la stanno raccontando, Epimedia è il libro dalla prospettiva onesta che potrebbe fare per voi.
Epimedia. Informazione e comunicazione nello spazio pandemico
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Epimedia. Informazione e comunicazione nello spazio pandemico
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