Favole per bambini molto stanchi di Dente

Dalla fervida fantasia di Giuseppe Poveri - in arte Dente - un’originale carrellata di favole, storielle ridotte ai minimi termini, freddure, arguzie che sovvertono la logica, giocano con il significato delle parole, evocano riflessioni e meditazioni sul mondo che ci appartiene.
Dente è un giocoliere, un alchimista dell’allegoria, della sentenza pungente, così come del messaggio spiazzante. Un giovane autore - e pure cantautore - a cui piace scherzare con intelligenza con il lettore, invitandolo ad andare oltre le righe. Talvolta, queste favole sono esageratamente ermetiche ed enigmatiche - cosa non si fa per stupire! -, destabilizzano ogni logica, sconfinano nelle terre dell’insignificante. Ma il libro, eccentrico e capriccioso, va preso così com’è, con la sua originalità vivace e pirotecnica e anche con qualche passaggio proteso all’inconcludenza, all’assurdo all’incomprensione, forse alla provocazione più singolare e strampalata da immaginare.

Microstorie - al contrario di quanto strilla il titolo - pensate in prima battuta per gli adulti, suddivise in sezioni: dalle favole tristi a quelle d’amore, insieme con altre in cui ci scappa il morto, oppure dove i protagonisti sono le parole, o con il finale a sorpresa, oppure ancora quelle marchiate come "buone" e "cattive".

Ogni singola favola - cortissima: ne trovate anche di una sola riga, corta o più lunghetta che sia - porta con sé il sigillo dell’immancabile parola "fine": punto fermo, perentorio e draconiano sostantivo oltre il quale non scattano mai i supplementari.

Sperimentazione letteraria, questa di Dente, audace, anticonformista, simpaticamente stravagante, con passaggi brillanti, ma anche - ahimè! - macchiata a volte da un eccesso di estrosità stilistica priva però di contenuto. L’immaginazione, comunque, resta sempre vivida e incontenibile, fiorendo da ogni pagina con arguta leggerezza.

Nitide e gradevoli le illustrazioni di accompagnamento disegnate da Franco Matticchio.