È dedicata a Finnegans Wake, l’ultimo e incompiuto romanzo di James Joyce, l’esposizione dell’artista tedesco Anselm Kiefer in mostra fino al 20 agosto alla White Cube, la galleria di arte contemporanea di Londra.
I dipinti, le sculture e le installazioni di Kiefer si pongono in dialogo con il testo di Joyce in un fitto rimando di echi e citazioni. Non c’è fine e non c’è inizio, solo un continuo processo di metamorfosi in cui arte e pittura si fondono in un nuovo linguaggio, materiale e materico.
Il romanzo di James Joyce sembra farsi riflesso speculare dell’opera di Kiefer. In un’intervista lo scultore e pittore tedesco aveva dichiarato:
Ciò che mi interessa è la trasformazione, non il movimento. Non costruisco rovine, ma sento che le rovine sono momenti in cui le cose si mostrano. Una rovina non è una catastrofe, è un momento in cui le cose possono ricominciare.
Nulla poteva esprimere meglio questo concetto di Finnegans Wake, opera leggendaria del Novecento; il romanzo più complesso di Joyce in cui ogni cosa si costruisce e al contempo de-costruisce in un continuo rimando di echi, citazioni, storie.
La fama del libro è legata alla sua intraducibilità, al linguaggio oscuro infarcito di giochi di parole tipicamente joyciani che solo a una mente artistica come quella di Anselm Kiefer poteva riuscire di tradurre sino a renderlo vivo.
James Joyce visto attraverso Anselm Kiefer
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I nuovi dipinti e le sculture di Anselm Kiefer nella retrospettiva “Finnegans Wake” sembrano lottare con le parole di Joyce in un corpo a corpo trasformativo.
Kiefer ha raccontato di aver letto per la prima volta lo scrittore irlandese da giovane, divorando l’Ulisse (1922), ma di aver faticato molto a leggere il successivo e più esigente Finnegans Wake (1939). La lettura comunque si è rivelata fruttuosa, tanto che oggi Kiefer afferma che nella lunga narrazione onirica dell’ultimo libro di Joyce sono contenuti “tutti i pensieri, tutte le storie”.
Nelle varie installazioni della mostra londinese sono presenti citazioni del libro scritte nella grafia caratteristica dell’artista. Ogni opera viene proposta in dialogo con l’altra, in un ciclo costante di morte e rigenerazione.
Finnegans Wake di Joyce è un romanzo che si svolge nell’arco di una sola notte e si propone al lettore come una sequenza - a tratti disturbante - di sogni. Anselm Kiefer ha scelto di trasformare la scrittura sfuggente, onirica ed evanescente di James Joyce in un mezzo scultoreo, dando forma alle parole attraverso materiali poveri: cemento, rame, piombo, cocci aguzzi di vetro.
Il visitatore della mostra si immerge quindi in un mondo claustrofobico che appare come sommerso, tra campi di macerie e fil di ferro, girasoli scheletrici, l’elica del DNA e serpenti che si mangiano la coda.
Il libro di Joyce, attraverso la disintegrazione del linguaggio, voleva riprodurre il caos in cui era immerso il mondo intero alla vigilia della Seconda guerra mondiale.
Ora Anselm Kiefer ci dimostra che quella comunicazione interrotta e disintegrata è anche l’alfabeto sfuggente della contemporaneità.
Le iscrizioni joyciane sono ovunque e - a simboleggiare l’impossibilità della decifrazione - sono posti dei libri illeggibili di piombo. Tutto è caduta e rigenerazione, perché, come afferma l’artista tedesco, le rovine non sono rappresentazione di una fine, ma di un possibile inizio, l’emblema di una trasformazione in atto. La materia si fa tramite di questa trasfigurazione, insieme alla parola perché “l’arte non smette di oscillare tra perdita e rinascita”.
Attraverso l’arte cosmica e desolata di Anselm Kiefer l’opera di James Joyce sembra narrare il presente, sfuggendo nel futuro.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Finnegans Wake” di Anselm Kiefer: a Londra una mostra dedicata a Joyce
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