Florida
- Autore: Lauren Groff
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Bompiani
- Anno di pubblicazione: 2018
Non è quasi mai agevole segnalare un libro di racconti. In assenza di una trama unitaria, bisogna andare alla ricerca di possibili koinè, di fili rossi che in qualche modo accomunino le storie: nel caso di “Florida” (Bompiani, 2018), della scrittrice americana Lauren Groff, mi è parso rintracciarli nella connotazione estrema dei contesti. Il primo contesto è geografico: la natura della Florida non fa sconti (uragani, foreste in fiamme, serpenti dappertutto, per non dire degli alligatori nei corsi d’acqua, e altre cose così). Il secondo è ideale. È il baratro ontologico prossimo ai vissuti di molti personaggi: lo sfiora, per esempio, la donna di Fantasmi e vuoti, preda di un compulsivo girovagare notturno che tiene a bada le ombre dell’anima. Lo sfiora Jude, venuto su a rettili e disfunzioni, che in "Agli angoli immaginari della terra rotonda" attraversa un momento topico della sua vita.
Lo paventa Helena, giunta:
in quella viscosa pozza dei quarant’anni ormai prossimi che la faceva sentire abbandonata ogni giorno di più dalla propria bellezza (Salvador).
Tutto ciò al netto dei serpenti, evocati come rimando meta-significativo - infido e ammaliante al contempo (Storie di serpenti) - a una Florida dai connotati aspri, cangianti, contraddittori. Per dirla in altro modo: ambito ideale per uomini e donne non pacificati, esistenzialmente irrequieti, irrisolti (venuti fuori da matrimoni a pezzi, licenziamenti, abbandoni, sconfitte e traumi di svariato tipo). Attirati dal male come la falena dalla fiamma, ma con un che di fascinoso che li rende indimenticabili pur senza epicità.
In questi giri serali mi si svelano le vite dei vicini, le finestre illuminate diventano acquari domestici. A volte sono testimone silenziosa di scontri che sembrano un lento senza musica. È sbalorditivo come vive la gente, il caos che sopporta, le deliziose zaffate che dalle cucine arrivano fino in strada, le decorazioni natalizie che lentamente entrano a far parte del normale arredo. Per tutto gennaio ho osservato un bouquet di rose sulla mensola di un camino rattrappirsi finché i fiori si sono ridotti a un grumo avvizzito e l’acqua a una schiuma verde; un enorme Babbo Natale in cima a un bastoncino sorrideva ancora felice tra quei resti. Finestra dopo finestra la vita si avvicina, si raggela nella foschia azzurrina della luce televisiva o in una coppia curva su una cena di pizza, si ferma un attimo al mio passaggio, poi scivola nel dimenticatoio. Penso a come l’acqua si ammassa colando lungo un ghiacciolo, indugia per dare forma a una goccia lucente, diventa troppo grossa per restare ancora sospesa e piomba a terra.
La scrittura della Groff è una scrittura di eleganza misurata. E a libro ultimato mi viene in mente un ulteriore, possibile, tratto comune delle storie contenute in questo libro: l’inquietudine.
Florida
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