Folle di Nelly Arcan

L’immagine b/n della fascetta di copertina lascerebbe pensare a un romanzo torrido, uno dei tanti usciti sulla scorta delle ultra-fortunate (e sopravvalutate) sfumature di grigio. Niente di più insincero: “Folle” di Nelly Arcan è erotico ma in senso freudiano, cioè contaminato/correlato a thanatos, alla pulsione di morte. Difficile leggere in altro modo l’ossessione sentimentale della protagonista, interpretarne il progressivo annichilimento individuale, se non in ottica di fascinazione per l’abisso. Difficile anche non buttarla sulla catarsi, quando si apprende dei propositi suicidi della donna - ex prostituta e scrittrice di successo grazie a un unico romanzo - esattamente come Nelly Arcan, morta suicida e autrice dello scabroso e pluripremiato “Putain”, in cui narra il suo passato di escort.

Ad ogni modo, ciò che più conta di questo suo “Folle” (uscito in Italia per Gremese nel 2013, nell’ipnotica traduzione di Micol Bertolazzi) è lo spessore letterario, discendente da una scrittura capace di introspezione, inesausta, elegante, che non si risparmia e non risparmia nulla al lettore. Dai prodromi dell’amour fou alla stagione all’inferno della droga, del sesso, della gelosia, dell’umiliazione, fino al dolore dell’abbandono, un abbandono annunciato eppure straziante. La “follia” della giovane canadese, perdutamente innamorata del suo amante francese, risulta dunque, a ben guardare, di estrazione tanatologica anch’essa, individuabile tanto nel "ruolo" sacrificale ritagliatosi all’interno di una relazione-sfida perduta in partenza, quanto nel rapporto ambivalente col corpo (e col sé), amato/odiato, esaltato/vessato di continuo.

“Folle” è un romanzo come non capita spesso di leggere, implacabile e tenerissimo al contempo, sincero fino alla spudoratezza, che poco o niente lascia al “non detto”, compresi gli argomenti più ostici da trattare (come l’aborto, la compulsione sessuale e il suicidio, per l’appunto). La prima volta si legge alquanto in fretta, per la curiosità di sapere come va a finire, la seconda per apprezzare appieno la forza personalissima della scrittura di Nelly Arcan.