Fragile è la notte
- Autore: Angelo Petrella
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Marsilio
- Anno di pubblicazione: 2018
Non solo camorra, nella Napoli odierna, che riempie con i suoi delitti pagine di cronaca ed ispira interminabili serie televisive: lo scrittore e sceneggiatore Angelo Petrella, classe 1978, firma “Fragile è la notte”, un noir di ambiente alto borghese, ed affida a un nuovo poliziotto, Denis Carbone, emarginato per l’uso dissennato del cognac Macallan, un’indagine molto complessa che porti alla scoperta di chi ha ucciso una ricchissima quarantenne, Ester Fornario, bella, sola, affamata di sesso estremo.
La storia comincia quasi in sordina, in una villa di Posillipo viene ritrovato il corpo della padrona, col capo sfracellato; il domestico filippino non sa nulla, ma si vede che è reticente. Denis Carbone deve sostituire il suo capo, richiamato a Roma per rispondere di un caso avvenuto anni prima, e si trova in prima linea in una indagine che mostra troppi misteri. Carbone non è del tutto affidabile, beve troppo, non è lucido, e vive nel rimpianto dell’unica donna che ha amato, Laura, che lo ha lasciato per un collega della Polizia di Stato più potente e appoggiato. La segue sotto casa, si apposta per vederla, non accetta la sconfitta, rovista fra la sua posta, ne è palesemente ossessionato, a scapito della sua capacità professionale.
Ma Denis Carbone ha una grande capacità intuitiva, sa seguire le tracce giuste, è un investigatore intelligente e percettivo, e dopo una serie di rocambolesche avventure che lo portano ad allargare le sue scoperte in un resort in Toscana, in un appartamento abbandonato proprio di fronte alla villa del delitto, negli appartamenti modesti di Lago Patria, riuscirà a risolvere il difficilissimo caso.
Angelo Petrella ci accompagna in bar degradati, in strade poco note, nelle campagne di Castel Volturno, nel carcere di Poggioreale, oppure nelle strade della Napoli ricca, via Petrarca, Posillipo, dove girano molti soldi dalla provenienza incerta e un gusto pessimo:
“Le stanze della villa erano più di trenta. Camere da letto, salottini arredati con pelli di felini, un divano lungo otto metri con le rifiniture in oro, quadri di artisti contemporanei, un Pollock che sovrastava il tavolo da bigliardo. Gente ricca. Gente senza scrupoli. Che muore o si suicida per un capriccio della serotonina o uno scoperto nel conto in banca”.
Angelo Petrella fa una fotografia impietosa della città partenopea: i poliziotti mal pagati e poco riconosciuti socialmente si trovano di fronte a ricchi viziati e arroganti, deboli, preda delle loro ossessioni, pronti a cadere nelle trappole del sesso, della deriva economica, del vizio. La corruzione dilaga anche in alcune parti degli apparati statali, e non c’è necessità di ricorrere sempre allo stereotipo della malavita organizzata, c’è del marcio anche in altri settori della società apparentemente lontani dalla logica camorrista. Si delinque per noia, per smania di potere, per ossessioni legate al sesso prevaricatore; la città delle cartoline e della retorica del golfo più bello del mondo, del Vesuvio incombente, cede il posto ad una Napoli diversa, sporca, ferita a morte:
“Napoli finiva, ad un certo punto. Non tutti lo capivano, ma era così. L’immensa distesa dei palazzi, la megalopoli di cemento, macchine, parcheggiatori abusivi, contrabbandieri, uffici, ricevitorie, parcheggi e centri commerciali, lasciava spazio a qualcos’altro… Accadeva ai confini della zona ovest… Lì il chiasso della metropoli lasciava spazio alla desolazione della terra devastata, al silenzio di quella ferita fra mare e coste”.
Nei ringraziamenti che lo scrittore fa a numerosi colleghi che lo hanno sostenuto nella stesura di “Fragile è la notte”, spiccano anche i nomi di Maurizio De Giovanni e Giancarlo De Cataldo, ormai autorità indiscusse del genere noir, così amato dal pubblico. Ma vi sono anche quelli di Ernest Hemingway e Raymond Chandler, verso i quali Angelo Petrella dichiara di sentirsi in debito: in effetti questo romanzo mi è sembrato una voce nuova, originale, un po’ diversa e dissonante, soprattutto per l’uso del linguaggio realistico ma senza troppe concessioni al parlato, e del ritmo incalzante, anzi, per dirla con De Cataldo, “indiavolato”.
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Davvero un ottimo lavoro quello di Angelo Petrella. Si prospetta una serie per l’ispettore Denis Carbone. In lui rivediamo talvolta Rocco Schiavone, sebbene il personaggio di Petrella abbia sue peculiarita’.
Complimenti ad Angelo!