Fuori di sé. Da Freud all’analisi del cyborg
- Autore: Augusto Iossa Fasano
- Genere: Scienza
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2013
Un pianeta di cyborg, come neanche in Terminator: chi ci diventa dopo l’innesto di un defibrillatore cardiaco interno, chi dopo il trapianto di un fegato nuovo e ci sono persino alcune madri-cyborg, divenute tali quando hanno scelto la fecondazione eterologa. In altre parole i corpi commisti sono tra noi (siamo noi stessi) e passano quasi sempre dai ferri del chirurgo. Proprio sulle possibili ricadute identitarie conseguenti l’introduzione di dispositivi artificiali nel corpo dei pazienti si incentra “Fuori di sé. Da Freud all’analisi del cyborg” (Augusto Iossa Fasano, Edizioni ETS, 2013), compendiando diversi “casi clinici” con tendenza auto-distruttiva a seguito di intervento con innesto "artificiale". Un esempio per tutti, che chiama in causa patologica anche il contesto familiare:
“Alle soglie dei trent’anni e a ridosso del trapianto di fegato subito da sua madre a causa dei gravi postumi di un’epatite, un giovane professionista accusa una gravissima caduta depressiva con uso di droghe e di alcol. La madre aveva finalmente ricevuto la desiderata idoneità all’intervento, e come spesso accade nelle fasi precedenti e successive all’operazione, l’azione di coinvolgimento e sommovimento aveva investito l’intera famiglia, con effetti imprevedibilmente pesanti su di lui” (pagina 24).
Come dire, l’altra faccia del progresso tecnico-medico: mi salvo la vita grazie all’immissione protesica e ci rimetto l’anima o quanto meno l’integrità interiore. Stando a quando sostiene Iossa Fasano, l’inserimento di dispositivi interni nel paziente causerebbe, infatti,
“il paradosso di una mutazione del corpo vissuta come alterazione patologica dell’identità psichica”.
E ancora più diffusamente, a pagina 21:
“(…) il cyborg paga il prezzo di un’espropriazione esistenziale e identitaria in quanto costretto a portare all’interno del corpo organi, sostanze o dispositivi estranei per quanto indispensabili alla sua vita”.
Vale per i pacemaker così come per le invisibili reticelle contenitive dell’ernia: non siamo fatti, insomma, per assimilare a cuor leggero “corpi estranei” dentro di noi. Frutto di un’articolata esperienza sul campo - Augusto Iossa Fasano è medico chirurgo e psichiatra -, “Fuori da sé” si pone anche - soprattutto - come manifesto teorico (filosofico) per uscire dall’empasse attraverso il Paradigma Bionico-Protesico, incentrato intorno alla struttura di un “nuovo” soggetto, psichicamente rivolto verso l’esterno e il visibile piuttosto che sull’interno. Partendo dalle “ultime” teorie freudiane (incentrate sul “fuori” più che sul “dentro” dell’individuo), tenuto in debito conto anche di quelle formulate da Jacques Lacan, Iossa Fasano getta le basi per una nuova prospettiva psicoanalitica, che potenzia il concetto di “fuori di sé”, muovendo dall’analisi minuziosa e i risvolti onto-psicologici del “cyborg”, l’uomo-cibernetico per cause cliniche.
Il saggio è speculativo, stimolante ma specialistico, per specialisti. Al di fuori della cerchia degli addetti ai lavori risulterà gradito agli appassionati di scienze filosofiche applicate ai mutamenti (tecnico-medici, antropici) tipici della contemporaneità.
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