Fuori di sé
- Autore: Sasha Marianna Salzmann
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Marsilio
- Anno di pubblicazione: 2019
Confesso di aver letto questo romanzo con fatica e con qualche perplessità, per l’enorme massa di informazioni, situazioni, personaggi, ambienti, contesti storici, politici che ne costellano la narrazione, rendendone la comprensione a volte faticosa. Pur valutando con grande favore la scrittura della giovane autrice, Marianna Salzmann, nata nel 1985 in quella che fu Stalingrado e oggi si chiama Volgograd, ho trovato straordinarie alcune pagine del libro, francamente noiose e involute alcune altre.
Impossibile raccontare una sorta di trama di "Fuori di sé" (Marsilio, 2019 tradotto in italiano da Fabio Cremonesi), tanti sono i personaggi che descrivono almeno tre generazioni di russi, vissuti durante la guerra, vittime dell’invasione nazista, e poi, naturalmente, cittadini resi quasi schiavi nella Unione Sovietica staliniana. La condizione di ebrei nella Russia sovietica li costringe a rifugiarsi in Germania, quella Germania che aveva perseguitato i loro genitori ed ora appare un rifugio, difficile, ma capace di garantire una sorta di sopravvivenza.
La storia comincia con Anton e Alissa, detta Ali, che partono bambini da Mosca con i loro genitori, Valja e Kostja, per raggiungere la Germania dopo un lungo viaggio in treno. Si sistemeranno in modo miserrimo, eppure vengono accolti. I ragazzi sono gemelli, legati in modo esclusivo, attratti morbosamente l’uno dall’altro. Quando, dopo la separazione dei genitori, Anton sparisce senza lasciare tracce, Ali decide di andarlo a cercare nel solo luogo da cui ha inviato un messaggio, Istanbul.
Ali dunque parte e trova rifugio presso lo zio Cemal, che vive ormai in Turchia e insieme si mettono alla ricerca di Anton. Da qui in una caleidoscopica narrazione a ritroso viene ricostruita nei diversi capitoli del romanzo la storia dei genitori, dei nonni, dei bisnonni di Ali, ripercorrendo così un pezzo di storia russa, dell’antisemitismo violento, delle purghe staliniane, dell’attaccamento al Partito che avrebbe comunque condannato gli ebrei alla fuga, forse in Israele, meglio in Germania divenuta un paese democratico. Ma non solo l’aspetto storico e l’evoluzione politica sono al centro della storia raccontata dalla Salzmann, piuttosto il risvolto antropologico e identitario. Il titolo allude alla difficoltà dei giovani di fare pace con il loro sesso e dunque l’omosessualità, il cambio di sesso, gli amori promiscui, l’incesto sono descritti con realismo feroce nelle peripezie che Ali compie nella Istanbul dei nostri giorni, assediata da un regime omofobo e autoritario, mentre nei miserabili quartieri cittadini ballerini dal sesso incerto, iniezioni di testosterone, amori fragili e impossibili descrivono una società malata, miserabile, discriminante.
I personaggi che raccontano le varie fasi in cui si sviluppa il romanzo sono descritti in modo esemplare: i nonni Danja e Emma, i bisnonni Sasa e Etinka, medici, professionisti, eroi, ma sempre miserabili, sono lo specchio di quella società fideista che Stalin aveva costruito, ma che era poi crollata miseramente. I personaggi raccontati da Sasha Marianna Salzmann, che vive tra Berlino e Istanbul, ne sono una forte e coinvolgente testimonianza letteraria, insolita ed originale.
Fuori di sé
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