GIS. La vera storia del Gruppo d’Intervento Speciale
- Autore: Carmelo Burgio
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2020
Prima edizione a settembre 2020, la seconda già a dicembre per GIS. La vera storia del Gruppo d’Intervento Speciale della Benemerita, un bel volume della casa editrice bassanese Itinera Progetti, a firma del generale Carmelo Burgio (224 pagine). Nascita, missioni, atti ufficiali e testimonianze dei protagonisti: la storia dei super Carabinieri raccontata da uno dei quadri della prima ora, quarantadue anni fa, con 50 fotografie per lo più a colori, in un inserto al centro e 16 tavole di uniformi in quadricromia dell’illustratore Pietro Compagni, “figlio dell’Arma”.
Burgio, ora generale di Corpo d’Armata, a capo del Comando Interregionale Culquaber dei CC, competente in Sicilia e Calabria, ha percorso parte della carriera svolgendo incarichi di comando nel 1° Carabinieri paracadutisti “Tuscania” ed è stato vice-comandante proprio del GIS, l’unità d’élite con gli alamari, composta da personale altamente selezionato e addestrato. Nata in funzione antiterrorismo, viene impiegata in ogni tipo di operazione speciale ad alto rischio nei teatri internazionali, svolge compiti di scorta di autorità dello Stato, interviene nella liberazione di ostaggi, sorveglia le sedi diplomatiche italiane più esposte all’estero e opera in diversi teatri di guerra (Balcani, Afghanistan, Iraq, Corno d’Africa, ecc.). Superuomini sì, ma non per fanatismo o sbruffonaggine: per l’eccellenza delle capacità operative, affinate in un continuo training addestrativo.
Come ogni storia che si rispetti, non può che cominciare dalla nascita della specialità delle squadre speciali delle Forze dell’Ordine, destinate a condividere in parte le tecniche d’impiego delle forze speciali militari.
In origine c’è stata la tragedia delle Olimpiadi di Monaco del 1972, insanguinate dall’irruzione dei terroristi di Settembre Nero negli alloggi israeliani del Villaggio Olimpico in Baviera. L’epilogo infausto dell’intervento della polizia tedesca — morti tutti gli ostaggi ebrei, cinque palestinesi e un poliziotto — dimostrò l’impreparazione degli agenti normali, in evidente inferiorità tecnica e tattica nei confronti di fanatici organizzati e disposti al sacrificio. Per affrontare le emergenze la legislazione costituzionale anglosassone consentiva di puntare sulle unità d’élite delle Forze Armate (SAS britannici, Navy Seals e Delta Force americani), ma la Germania, scossa dalle azioni del gruppo eversivo tedesco RAF, comprese di doversi dotare di uno strumento che a norma della propria Costituzione doveva rientrare nell’ambito delle forze di polizia federali.
Tecniche d’azione: sorpresa, rapidità, semplicità d’esecuzione, coordinamento tra quanti entrano in azione, priorità della salvaguardia dell’ostaggio, eliminazione dei terroristi solo se indispensabile, tanto per motivi politici che per interrogarli. Venne istituito a Bonn il GSG 9, con elementi della Polizia confinaria, si studiarono tecniche innovative di preparazione con modalità inedite di assalto, per ridurre i tempi di intervento, esporsi alla reazione avversaria il minor tempo possibile e ottimizzare i danni, se possibile senza lasciare spazio al caso. Tutti concetti fatti propri dal GIS italiano e il generale ricorda come un mantra la sequenza delle priorità: prima l’ostaggio, poi il terrorista, per ultimo l’operatore.
Debutto del GSG nell’ottobre 1977. Un commando palestinese — due uomini e due donne — aveva dirottato a Mogadiscio un Boeing 737 della Lufthansa. Minacciava l’esecuzione di ostaggi e per il rilascio chiedeva 10milioni di dollari e la liberazione di 11 terroristi detenuti. Col favore della notte, grazie a strumenti a rilevazione termica per stabilire la posizione delle persone nella carlinga, cariche esplosive aprirono varchi nella fusoliera e granate a effetto luminoso e stordente disorientarono i terroristi. Vennero uccisi in tre ed una ferita. Tre passeggeri e un GSG 9 riportarono lesioni per una bomba a mano lanciata dal commando. Un intervento durato quattro minuti. Successo completo. Il mondo ammirato dall’efficacia e dall’efficienza. Erano nate le “teste di cuoio”.
Anche in Italia, mentre imperversavano le Brigate Rosse, si pensò di costituire reparti speciali e il ministro dell’Interno Francesco Cossiga dette il via libera alla formazione e addestramento di unità specializzate in interventi anti-terrorismo complessi e di carattere risolutivo. Per una forza di polizia a ordinamento militare come l’Arma, la strada era pressoché obbligata: si decise di fare ricorso al 1° Battaglione Carabinieri Paracadutisti "Tuscania”, il reparto più versato all’impiego specifico. Il 6 gennaio 1978 venne costituito il Gruppo d’Intervento Speciale e non era passato tanto tempo dal raid delle teste di cuoio tedesche a Mogadiscio. Esordio con totale successo nel dicembre 1980, in occasione della rivolta di detenuti delle BR, con ostaggi, nel carcere di massima sicurezza di Trani, in provincia di Bari.
GIS. La vera storia del Gruppo d’Intervento Speciale è stato pubblicato col patrocinio della Benemerita ed è preceduto da una prefazione del Comandante dell’Arma generale Giovanni Nistri. Parte del ricavato della vendita è devoluta all’Opera nazionale di assistenza agli orfani dei Carabinieri.
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