Giallo a Messina di Giuseppe Steno

Giuseppe Steno è nato a Messina nel 1967, dove lavora come architetto all’Università degli Studi di Messina. Giallo a Messina, pubblicato dai Fratelli Frilli editori, è il suo romanzo d’esordio. Un giallo accattivante, e di grande atmosfera.
Racconta la storia di Enzo Micali che, un bel giorno di dieci anni prima, cade in un agguato e si addormenta per sempre. Un lungo sonno durato fino a ora. Ma un tuono, più forte del solito, sembra far accadere qualcosa di miracoloso. Enzo apre gli occhi. Non parla, ma comunica con gli occhi, e guarda sempre fuori dalla finestra.
Accanto a lui, meravigliati e forse non così affranti, i familiari di sempre: la moglie Rina e il figlio Dario. Certo, la moglie Rina in questi lunghi dieci anni mai avrebbe pensato che il marito, un giorno, si sarebbe svegliato, così è andata a convivere con Luciano, suo dipendente all’agenzia immobiliare, che ora è, senza tanti convenevoli, messo alla porta. Perché si sa, l’onore prima di tutto.
Una bellissima donna corre al capezzale di Enzo appena saputa la notizia.
Chi è? È Rosa Malizia, giornalista conosciuta in tutto il Paese, che da Roma si precipita a Messina. Perché lo fa? E soprattutto perché quando Enzo la vede, una lacrima scende, furtiva, sul suo viso? Qual era il rapporto che li legava? La vita, si sa, spesso riserva delle grandi sorprese, perché:

“La vita è un fiammifero corto che tieni tra le dita e non puoi viverla veramente se ti fai condizionare dalla paura del fuoco”.

Per Rosa il ritorno nel paese di origine è, qualcosa di molto difficoltoso. A Messina vive, infatti, Martino, suo padre, da lei sempre accusato della tragica morte di sua madre. Martino allora spesso ubriaco ha veramente ucciso sua moglie? Ora, che fa il diacono in chiesa, è veramente cambiato? Lui è seriamente intenzionato a recuperare il rapporto con la figlia, ma sarà in grado di farlo? E, soprattutto, Rosa glielo permetterà?
La tragica morte della madre è per Rosa un enigma senza fine, che da allora non smette di farla soffrire:

Dicono i carabinieri che in quel maledetto 20 dicembre 1999 tua madre è stata derubata e nell’atto di difendersi sia stata spinta. Cadendo ha battuto la testa su una pietra perdendo molto sangue. Ma la mamma non portava mai con sé molti contanti e i gioielli che normalmente indossava non avevano un gran valore economico. D’altronde lei era amata da tutti ed è stato inconcepibile ipotizzare un omicidio mascherato da un finto furto.

Chi ha ucciso allora sua madre?
Un giallo intrigante, le cui indagini, volte alla scoperta della verità di molti casi intricati tra loro, sono svolte, con intuito e capacità intellettiva, dalla giornalista Rosa Malizia. Lei è una donna che ha sofferto molto, ma ora è più che mai determinata a scoprire le molte verità che paiono riguardarla:

Rosa adesso si sta rendendo conto di aver agito d’impulso, di essere partita senza fermarsi a riflettere sulle implicazioni che avrebbe provocato il suo ritorno. È tentata di tornare a Roma, ma il solo pensiero la fa sentire codarda, e lei non è così. Ha rimandato per troppo tempo questo momento, forse è ora che affronti i suoi fantasmi una volta per tutte.

Altra protagonista importante della narrazione è la città di Messina:

Le statue del campanile, come per magia, si animano raccontando una storia di Messina, a partire da quando la Madonna consegnò agli ambasciatori messinesi una lettera che conteneva la sua benedizione a questa città.

Un libro di genere giallo, ricco di intrighi e misteri. La lettura è consigliata agli amanti del genere, ma non solo. La trama del romanzo è ben congegnata, e gli enigmi hanno la loro naturale conclusione soltanto in un finale scoppiettante, che mette a nudo il Male che serpeggia tra gli esseri umani.
Nel complesso una bella lettura, adatta a questi tempi estivi, comodamente gustata sotto un ombrellone davanti a un mare di grande fascino. Che va di pari passo alla bellezza intrinseca di questo libro.