Giardini di carta. Da Rousseau a Modiano
- Autore: Évelyne Bloch-Dano
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Casa editrice: Add editore
- Anno di pubblicazione: 2016
“Giardini di carta. Da Rousseau a Modiano” (Add 2016, titolo originale Jardins de papier, traduzione di Sara Prencipe) è una bellissima passeggiata letteraria tra le pagine di sublimi autori, nata dalla raffinata penna della scrittrice francese Evelyne Bloch-Dano, membro della giuria del Prix Fémina e del Prix François Mauriac, i cui libri sono stati tradotti in molte lingue.
“Il giardino è un mondo di rumori, movimenti, odori - glicine, rosa, caprifoglio, menta, timo, fragole, un concentrato di vita”
L’autrice, ora felice proprietaria di un giardino, da piccola abitava a Parigi quindi
“i primi giardini furono quelli pubblici”
il giardinetto della Porte de Champerret o il sontuoso Parc Monceau. In quello dei nonni in Lorena la piccola Evelyne, con il suo cane Bouboule, aveva assaporato il piacere di gustarsi il luogo in solitudine
“seduta in mezzo ai cavoli a masticare il prezzemolo ricciuto”
In una casa delle vacanze nella Seine-et-Marne la scrittrice, che confessa di non avere il pollice verde, aveva concepito il suo modo di vivere il giardino aiutando il padre: seminare i fiori, innaffiare delicatamente i roseti, staccare le foglie gialle ai gerani. La Bloch-Dano, accompagnata da un libro, amava leggere nel suo adorato spazio aperto che avvertiva intorno a lei e qui aveva compreso che le aree verdi racchiudono il ciclo eterno delle stagioni e sono il riflesso delle civiltà che le creano.
Nella prima parte del volume è presente un interessante e dettagliato excursus nella storia dei giardini
“per esplorarne le origini e la diversità”
Si inizia con le prime testimonianze scritte di un giardino rinvenute nel cuore della Mezzaluna fertile, tra le pianure affacciate sul Golfo Persico, in un racconto sumero risalente al 3000 a.C. Di seguito il biblico giardino dell’Eden, dove la colpa di Adamo ed Eva sarà stata forse quella di non aver saputo accontentarsi di ciò che il giardino offriva loro. Gli antichi romani furono i primi a cogliere le possibilità estetiche di un giardino ornamentale. Grazie alla tecnica del topiarius, il decoratore paesaggista permette a Roma di imprimere il proprio marchio sull’arte dei giardini. Dal II secolo a.C., le “villae” compongono una cintura verde intorno all’Urbe. Nel Medioevo il giardino del Monastero è circondato da mura che separano la terra coltivata dalla natura selvaggia, “l’ordine dal caos”. Durante il Rinascimento, soprattutto nella zona di Firenze, nascono parchi sontuosi. In terra gallica, il disegnatore, paesaggista e giardiniere francese André Le Notre, architetto del paesaggio francese, realizzò i più bei parchi francesi e fu considerato il grande inventore del giardinaggio e creatore del giardino alla francese. L’autrice ricorda che l’Inghilterra avrebbe regalato all’Europa il giardino all’inglese o paesaggistico. La piccola nobiltà desiderando abbellire le proprie tenute che
“conferiscono loro una rispettabilità supplementare”
ricorsero ai “paesaggisti” i quali trasformarono i loro poderi inventando un nuovo stile.
Nella seconda parte del libro la scrittrice prende in esame alcuni celebri scrittori francesi che “hanno fatto del proprio giardino di parole, un microcosmo della loro opera e del loro stile” iniziando da Jean-Jacques Rousseau che
“nella letteratura francese è stato il primo a trasformare il giardino in un rifugio e in uno specchio dei sentimenti privati”
e trascorse gli ultimi giorni di vita serenamente nella bella tenuta del marchese de Girardin. Per Patrick Modiano
“il fantasma più attraente della letteratura contemporanea francese”
Premio Nobel per la letteratura 2014, il giardino pubblico è fonte di ispirazione. Lo scrittore, infatti, che abita a Parigi vicino ai Giardini del Lussemburgo, ospita sovente nelle sue raffinate pagine i parchi della Ville Lumière. Il più cittadino degli scrittori solca la città in lungo e in largo snocciolando nomi di vie e strade. I suoi giardini, compongono zone intermedie fuori e dentro la città, situandosi a metà strada tra il paesaggio reale e il ricordo. Altri scrittori vengono rammentati, Colette, Marcel Proust, Jean Paul Sartre, Marguerite Duras, ma lasciamo al lettore il piacere di scoprirli per assaporarli a pieno. Alla fine del prezioso libro vergato con uno stile elegante abbiamo condotto una passeggiata di carta ma sempre salutare ove il nostro animo si è ritemprato in un giardino di delizie storiche e letterarie.
“Coltivate anche voi il vostro giardino, in terra, in vaso, nei sogni o nelle parole...”
Giardini di carta. Da Rousseau a Modiano
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