Gioco e realtà di D. W. Winnicott

Ricordate il pupazzo, la copertina, l’oggetto che tenevate stretto a voi da bambini prima di addormentarvi? Quello che i vostri genitori si portavano sempre dietro, ovunque andavate? Questo è l’oggetto transizionale.

“L’oggetto transizionale non è un oggetto interno (che è un concetto mentale). È un possesso. Ma non è (per il bambino) nemmeno un oggetto esterno.”

È su questo che si fonda il primo capitolo del libro “Gioco e realtà” di Donald Winnicott, pediatra e psicoanalista inglese che ha dedicato la propria carriera allo studio del bambino e del suo comportamento, inizialmente sostenendo le posizioni di Melanie Klein sulla relazione madre-figlio e successivamente discostandosene entrando a far parte del cosiddetto Middle Group della società psicoanalitica britannica.
Sono trascorsi più di 30 anni dalla pubblicazione di “Gioco e realtà” e il pensiero di D. Winnicott, che individua nell’oggetto transizionale una fase intermedia tra il mondo interno e il mondo esterno, passaggio necessario per consentire al bambino di vedere la madre/il mondo come altro da sé, stupisce per la sua attualità.

Nonostante l’argomento trattato non sia dei più facili, il linguaggio a tratti necessariamente ricercato e l’esposizione semplice ma mai banale, questo testo è accessibile a chiunque voglia imparare a conoscere più da vicino, per studio o per curiosità, il mondo del bambino. Winnicott non si sofferma ad esplorare e spiegare superficialmente ciò che avviene nella “fase transizionale” dello sviluppo dell’Io del bambino, ma spiegandoci il significato e l’importanza del gioco, della creatività, della fantasia, entra nel profondo di ognuno di noi. Man mano che si va avanti nella lettura ci si immerge in questo fantastico mondo, fatto di simbolismo dal quale ognuno di noi è passato e al quale a volte ognuno di noi vorrebbe tornare.

• Titolo originale: Playing and Reality. Data di uscita: 1971. Pagine: 253.