Giovanni Boccaccio è stato uno scrittore e poeta italiano vissuto nel 1300. Conosciuto come il Certaldese, Boccaccio ha avuto un ruolo chiave nel panorama letterario del XIV secolo. L’opera in assoluto più celebre di Giovanni Boccaccio è il Decameron, una raccolta di novelle che nei secoli successivi allo scrittore ha avuto un ruolo determinante nell’ambito della tradizione letteraria italiana. Boccaccio ha quindi avuto un’influenza notevole sugli autori dopo di lui, in particolare su Geoffrey Chaucer, figura di volta della letteratura inglese, e più tardi su Miguel de Cervantes e Lope de Vega. Insieme a Dante Alighieri e a Francesco Petrarca (di cui era amico), Giovanni Boccaccio fa parte delle Tre corone della letteratura italiana, noto anche come precursore dell’Umanesimo. Vediamo ora vita, opere e stile di Giovanni Boccaccio.
Giovanni Boccaccio: vita
Giovanni Boccaccio nasce nel 1313, probabilmente a giugno, a Certaldo. Per la maggior parte delle fonti il luogo di nascita è Certaldo mentre per altre sarebbe Firenze e per altre ancora sarebbe Parigi. Boccaccino da Chelino, suo padre, è un ricco mercante che appartiene ai potenti di Firenze mentre sua madre è una donna di estrazione sociale bassa. Giovanni nasce fuori dal matrimonio e, sei anni dopo la sua nascita, il padre si sposa ufficialmente con Margherita da Mardoli.
Già da bambino Boccaccio mostra la sua forte inclinazione per la letteratura, che coltiva studiando da autodidatta. Ama soprattutto la letteratura latina e impara perfettamente la lingua. Tra gli autori di suo maggior gradimento c’è Dante Alighieri, che studia con dovizia.
Il padre, però, non appoggia la sua passione per la letteratura e lo invia a Napoli perché impari il mestiere di mercante. Non essendo portato per questo mestiere, il padre ripiega sul diritto canonico. Anche questo secondo tentativo, all’età di diciotto anni, non va a buon fine.
Nel corso della sua permanenza a Napoli, però, Boccaccio frequenta la corte e, osservando i cortigiani, si sviluppa il suo pensiero rispetto agli ideali cortesi. A Napoli Boccaccio scrive già i primi componimenti e, tornato a Firenze, nel 1340 realizza che la famiglia è in dissesto finanziario. Il padre muore nel corso della peste del 1348 e Giovanni, da quel momento, può dedicarsi serenamente ai suoi studi con l’aiuto di ottimi maestri.
Tornando a Firenze, però, Boccaccio la trova noiosa a differenza di Napoli. In questo periodo conosce Fiammetta, figura che diventa fondamentale e che farà parte del suo scritto per moltissimo tempo. Proprio dalla peste nera del 1348 prende spunto Boccaccio per il suo Decameron: i protagonisti della storia sono un gruppo di dieci giovani che, nel corso dell’epidemia, si rifugiano dentro la chiesa di Santa Maria Novella dove, per far si che il tempo trascorra più velocemente e in maniera più piacevole, si raccontano dieci novelle al giorno.
Fino al 1559 il Decameron è proibito ma, dopo l’avvento della stampa, comincia ad essere uno dei testi più popolari e diffusi.
Boccaccio vive anche un periodo a Forlì, ospite di Francesco Ordelaffi il Grande, e qui entra in contatto con alcuni poeti. Svolge anche una serie di incarichi pubblici e di rappresentanza per la sua città, fino ad essere incaricato della consegna di dieci fiorini d’oro alla figlia di Dante Alighieri. Ha rapporti come ambasciatore anche con i pontefici Innocenzo VI e Urbano V e, nel frattempo, riesce anche ad imparare il greco.
Francesco Petrarca gli commissiona la traduzione dell’Iliade e dell’Odissea e i due si conoscono personalmente grazia a un incontro fortuito in campagna mentre Petrarca viaggiava in direzione Roma per il Giubileo del 1350. In questa parte della sua vita Boccaccio incontra grandi difficoltà economiche che prova a risolvere appoggiandosi alla corte napoletana con scarsi risultati.
Boccaccio lavora così dividendosi tra gli incarichi pubblici a Firenze e il commento della Divina commedia, non riuscendo però a portarlo a termine a causa dei primi problemi di salute. Boccaccio muore, dopo un peggioramento notevole del suo stato, a Certaldo il 21 dicembre del 1375. Come ultima volontà lascia detto che sulla sua tomba sia incisa la frase "Studium fuit alma poesis", ovvero la sua passione fu la nobile poesia.
Giovanni Boccaccio: opere e stile
Vediamo ora di seguito alcune delle maggiori opere di Giovanni Boccaccio:
- La Caccia di Diana;
- Il Filòcolo;
- Il Teseida delle nozze d’Emilia;
- Il Filòstrato;
- Il Ninfale d’Ameto;
- L’Amorosa visione;
- L’Elegia di Madonna Fiammetta;
- Il Ninfale fiesolano;
- Il Corbaccio (o Labirinto d’amore);
- Le Rime;
- Le opere di erudizione;
- Il Decameròn.
Boccaccio è un tipico uomo del Trecento, ovvero una persona che condivide ancora la mentalità propria del Medioevo, anche se in lui compaiono chiaramente i segnali di quella svolta umanistica che prende. Boccaccio è stato grande amico di Petrarca, cosa che ha influenzato il suo pensiero non di poco.
Il rapporto che Boccaccio ha con la cultura classica si fonda su una conoscenza del latino matura, così come del greco, e sulla comprensione piena del valore che alberga nelle grandi opere pagane. Della società contemporanea Boccaccio ha una visione precisa: egli ne coglie la trasformazione in atto e rivaluta la figura del mercante, non più considerato male come stabilito dalla chiesa ma visto come attore positivo in un tessuto sociale nel quale produce ricchezza.
Boccaccio propone anche una nuova visione di amore e di quelli che sono i suoi risvolti sensuali; se all’inizio le sue opere prendono molto dalla tradizione stilnovistica e cortese, esse rivalutano anche l’eros e l’amore fisico in maniera decisiva. Non si tratta più di un atto da condannare quanto di qualcosa da esaltare come assolutamente naturale e inevitabile. In questo senso sostiene anche l’ipocrisia di aspettarsi che i membri della chiesa pratichino la castità.
Boccaccio critica anche la corruzione della corte papale, il commercio di reliquie false e lo sfruttamento economico del culto popolare dei santi. Dietro tutto questo Boccaccio nota una grande ipocrisia. Tutto questo viene però ridimensionato quando lo scrittore subisce una forte crisi religiosa che lo avvicina all’atteggiamento tormentato e pieno di dubbi proprio di Petrarca, il quale farà emergere anche una certa misoginia e darà nuovamente alla donna un ruolo di elemento perturbante nella vita dell’uomo.
Boccaccio risulta innovativo anche rispetto alla tradizione letteraria poiché è il primo autore che si occupa di prosa narrativa e poiché crea nuovi generi poetici come il poema epico. Nel corso del Novecento Boccaccio è stato molto studiato e il suo Decameron è anche diventato un film sul grande schermo ad opera del regista e scrittore Pier Paolo Pasolini.
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Giovanni Boccaccio: vita, opere e stile
Naviga per parole chiave
Approfondimenti su libri... e non solo Storia della letteratura Giovanni Boccaccio
Lascia il tuo commento