Gioventù rubata
- Autore: Gustavo Pietropolli Charmet
- Genere: Psicologia
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: BUR
- Anno di pubblicazione: 2022
Gioventù rubata (Rizzoli Bur, Collana Bur Parenting 2022, prefazione di Lella Costa) di Gustavo Pietropolli Charmet, uno dei più importanti psichiatri e psicoterapeuti italiani, ha il sottotitolo “Che cosa la pandemia ha tolto agli adolescenti e come possiamo restituire il futuro ai nostri figli”.
All’inizio dell’autunno 2020 ho cominciato a sentir dire da colleghi, docenti e genitori che un numero sempre maggiore di ragazzi ostentava le manifestazioni più preoccupanti del repertorio di sintomi di sofferenza psichica a disposizione della loro età.
Si trattava di sintomi di una certa gravità, perché già a fine settembre non si trovava più un posto letto disponibile nelle corsie ospedaliere riservate ai più giovani. Infatti, negli ambulatori e nei servizi territoriali di neuropsichiatria infantile le liste d’attesa per una consultazione erano chilometriche e si arrivava ben dopo Natale prima di essere ricevuti.
Lo psicoterapeuta, pur lavorando da anni almeno otto ore al giorno con i ragazzi, i loro genitori e docenti, confida con sincerità, di essersi accorto con ritardo dell’entità del disastro. Un ritardo a lui inspiegabile, visto che l’autore coltiva “da sempre la presunzione di saper anticipare quali mode e sofferenze si affermeranno nell’immaginario degli adolescenti negli anni a venire, e quali saranno le condotte sintomatiche più utilizzate”.
I ragazzi hanno capito all’improvviso di come lo scenario che li circondava prima della pandemia fosse intarsiato di bugie, che si rivelavano tali nel confronto con ciò che stava invece succedendo davanti a loro. In questo sta il nocciolo del problema, che ha causato grande sofferenza psicologica, che l’autore ritiene sia stata sottovalutata. Ai ragazzi sono stati sottratti strumenti e dispositivi utili alla crescita.
Qualche tempo dopo la fine del primo lockdown, mia figlia Viola, allora ventisettenne, che di sicuro non l’aveva vissuto bene, mi ha detto: “Sai, mamma, è stata durissima, ma mi sono resa conto che se di anni ne avessi avuti dieci di meno forse se non ce l’avrei fatta.
Anche per Lella Costa era stata durissima, nonostante avesse un’età più avanzata aveva sofferto nel profondo lamentandosi spesso con coloro che le vivevano accanto.
“L’avevo preso come una questione personale, un affronto, un’ingiustizia”.
Un libro prezioso e profondo che, come scrive Lella Costa nella prefazione,
prova a curare le ferite crudelissime che la pandemia ha inflitto soprattutto agli adolescenti.
L’obiettivo del saggio è cercare di dipanare la matassa di fili che collegano i sintomi di cui soffrono oggi gli adolescenti alle esperienze vissute negli ultimi due anni. Inoltre spetta agli adulti parlare della morte, secondo l’autore il tema centrale, con i figli e nipoti a cuore aperto e senza reticenza, perché la morte non è un tabù ma fa parte della vita e non bisogna temerla ma accettarla.
Le parole dell’autore sono la chiave per giungere all’animo dolente dei ragazzi affranti e sconvolti da tutto quello che la pandemia ha causato: decessi, dolore, malattia e tanta solitudine.
Non sospettavo infatti che l’istituzione scolastica avesse un impatto così forte sul benessere o malessere dei suoi studenti, che fungesse da scudo protettivo nei confronti della crisi identitaria che contraddistingue l’adolescenza.
Gioventù rubata. Che cosa la pandemia ha tolto agli adolescenti e come possiamo restituire il futuro ai nostri figli
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