Gli ultimi giorni dei nostri padri
- Autore: Joël Dicker
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Bompiani
- Anno di pubblicazione: 2015
“Che si apra davanti a me il sentiero delle lacrime,
Perché io adesso sono l’artefice della mia anima.
Non temo né le bestie né gli uomini,
Né l’inverno né i venti.
Nel giorno in cui parto verso le foreste dell’ombra,
dell’odio e della paura,
Chiedo perdono per i miei errori e per il mio errare,
Io che sono soltanto un piccolo viaggiatore,
Che sono soltanto polvere di vento, polvere di tempo.
Ho paura.
Ho paura.
Noi siamo gli ultimi Uomini, e i nostri cuori,
allo spasimo, batteranno ancora per poco”
La poesia di Paul-Émile, soprannominato Pal, condensa tutto lo spirito e l’anima della bellissima opera prima di quel Joël Dicker del famoso “La verità sul caso Harry Quebert”.
Questo suo primo romanzo, “Gli ultimi giorni dei nostri padri” , narra le eroiche gesta di una sezione segreta, la SOE, che Churchill creò, dopo la disfatta di Dunkerque, per infiltrare agenti inglesi nella resistenza francese e sabotare l’avanzata tedesca dall’interno.
Tra essi spicca il giovane Pal, appunto, che con un manipolo di una dozzina di compagni, compresa la coraggiosa Laura, attraverserà il corso della guerra e le linee nemiche, ma senza dimenticare il legame strettissimo che lo unisce al suo anziano padre.
Come in un film, seguiremo, con ansia e trepidazione, le missioni dei vari personaggi, che talora si ritroveranno a collaborare e combattere insieme! Dal complessato Gros, al “pretino” Claude, al possente e arrogante Faron, senza dimenticare il carismatico Key, il decano Stanislas, l’amabile Aimé, la bella Laura, il depresso Grenouille, e taluni altri.
Non tutti torneranno dall’inferno della guerra, ma soprattutto nessuno tornerà uguale a come era partito!
l“a morte è soltanto la morte. Ma vivere da Uomo in mezzo agli uomini, invece, era una sfida quotidiana”
Qui lo scrittore ci conduce con confermata abilità, nel profondo delle atrocità della guerra, ma anche nel profondo delle anime di questi uomini, eroi allo sbaraglio, improvvisati e coraggiosi, che ebbero, inconsapevolmente, con altri nomi e altre identità, un ruolo decisivo nella storia: forse per questa ragione, li sentiamo vicini, ineluttabili vittime di un destino più grande.
“Ritroveremo il sonno, il sonno dei giusti?”
“Il SOE si spegneva nello stesso modo in cui si era acceso: era stata la più grande improvvisazione di tutta la storia della guerra”
Queste pagine confermano invece la rara abilità, per nulla improvvisata, del bravo Joël Dicker, seppur con i limiti di un esordio!
Gli ultimi giorni dei nostri padri
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