Guida alla Roma ribelle
- Autore: Rosa Mordenti, Viola Mordenti, Lorenzo Sansonetti, Giuliano Santoro
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Voland
- Anno di pubblicazione: 2014
“Roma gode, o subisce, una fama di città sorniona, che ha visto tutto ed è capace di vedere tutto senza scomporsi. Ma basta fermarsi un attimo ed ecco che vengono fuori le tensioni, i conflitti, di una città drammaticamente divisa e per questo viva e affascinante”.
Lo storico e anglista Alessandro Portelli nella Prefazione del testo così giudica la Città Eterna, Urbe di grande bellezza apparentemente indifferente a quello che accade tra le sue immortali rovine. Questo interessante e intrigante volume, giunto alla terza edizione edito nella Collana Finestre della casa editrice romana, suddiviso in capitoli-rioni, contiene le mappe dei quartieri disegnate con abilità dal cartografo Luigi Farrauto. Inoltre alla fine dei capitoli vengono consigliati testi, film o documentari per approfondire l’argomento, tutto questo allo scopo di mostrare un altro volto della città, quello che, attraverso i secoli, insorge e combatte, che si ribella e non demorde e non si trova nelle guide turistiche.
“Nello spazio di Roma stanno uno accanto all’altro, nello stesso tempo, i segni di tutti i tempi della sua lunga storia”.
Un Baedeker scritto a più mani, dove Roma si fa teatro di piccole e grandi battaglie, che sorprende e affascina arricchita, tra le varie testimonianze, da quella del regista Carlo Lizzani al quale è stato chiesto di rivelare quale fosse il posto della “sua” “Roma ribelle”.
Un manuale che si snoda dal centro storico alle periferie in un itinerario che permette di esplorare i quartieri popolari della città, i palazzi (via Montecuccoli al Prenestino, il celebre palazzo dove nel 1945 Roberto Rossellini girò la scena madre di Roma città aperta: la popolana Pina interpretata da Anna Magnani viene uccisa con una raffica di mitra), i monumenti e le piazze delle insurrezioni, perché quel luogo che commuove per la sua magnificenza nasconde una sua storia particolare.
Come si legge nell’Introduzione degli autori, questo volume “non è (solo) un manuale per muoversi dentro la città, uno di quei libri pensati per usare al meglio i luoghi”, perché era altresì importante “attraversare i luoghi, ascoltare le storie che li raccontano”. Infatti, questo metodo “ci ha insegnato a pensare alla memoria facendola vivere nella città che abitiamo ai giorni nostri”.
“Una guida necessaria” come dichiara Viola Mordenti, una delle autrici, “perché è importante che la storia di questa città non rimanga solo nelle parole di un solo racconto o di una sola persona ma che abbia la forza di essere collettiva”. La storia che si scopre leggendo questo libro è quella “non di pietre ma di persone, una storia ancora recente, ancora in movimento, ancora viva”. A testimonianza di ciò viene ricordata la figura di Elsa Morante “donna libera nella vita e nella letteratura” nata a Testaccio, vissuta ai Parioli e a Via dell’Oca dietro Piazza del Popolo, la quale nel “Mondo salvato dai ragazzini” volle rivolgersi alla gioventù del Sessantotto con poesie e canzoni contenute nel romanzo/manifesto/memoriale/saggio. 28 febbraio 1968, la polizia irrompe all’interno della Facoltà di architettura situata a Valle Giulia e se ne impossessa. 1 marzo.
“Un corteo si muove da Piazza di Spagna per andare a liberarlo”.
Da allora Valle Giulia è il nome della battaglia del movimento, di quello scontro cruento, dove per la prima volta gli studenti attaccano puntando alla conquista delle scale, quella lunga rampa che congiunge il piano della strada (via Gramsci) con l’accesso alla Facoltà.
La Casa delle Donne a Palazzo Nardini in via del Governo Vecchio 39, stabile che venne occupato dalle femministe nel 1976 diventando la sede delle attività politiche e culturali di svariati gruppi e associazioni femministe. Il testo frutto di un lavoro collettivo, perché “le ribellioni individuali, posto che esistano, sono destinate al fallimento”, ha l’esergo quanto mai veritiero dello storico, saggista, archeologo Furio Jesi (1941-1980):
“Nell’ora della rivolta non si è più soli nella città”.
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