Henry James al lavoro
- Autore: Theodora Bosanquet
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Castelvecchi
- Anno di pubblicazione: 2016
“Henry James al lavoro” (Castelvecchi 2016, titolo originale Henry James at work, traduzione di Chiara Rea) è il memoir/ritratto intimo del grande scrittore, redatto dalla sua segretaria/dattilografa/collaboratrice Theodora Bosanquet (Isola di Wright, 1888 - Londra, 1961), attiva suffragista che lavorò al fianco di Henry James dal 1907 al 1916 (anno di morte dello scrittore). Pubblicato nel 1924 nella collana di saggi della Hogarth Press curata da Leonard e Virginia Woolf, viene tradotto e pubblicato per la prima volta in Italia dalla casa editrice romana.
“Non sapevo nulla di Henry James oltre a ciò che rivelavano i suoi ritratti e racconti, prima dell’estate del 1907”.
L’inglese Theodora Bosanquet, ventisettenne dagli occhi chiari velati di azzurro, “piena di grazia e di misura”, stava lavorando nel suo ufficio londinese quando alle sue orecchie era giunto il testo, dettato da uno sconosciuto a una segretaria, tratto da “Gli ambasciatori” dello scrittore americano Henry James. La giovane donna conosceva bene la lingua francese e aveva un’eccellente conoscenza della letteratura inglese contemporanea e dei libri di James. Theodora aveva saputo che il celebre autore, il quale stava tornando dall’Italia, era in cerca di una segretaria. Un sogno da sempre vagheggiato dalla donna aveva la possibilità di realizzarsi. Quando era arrivato il giorno del colloquio,
“ero già in grado di battere paragrafi degli Ambasciatori a una velocità abbastanza soddisfacente”
James (“taglienti occhi verdi incastonati nella faccia bruciata dal sole italiano”) era apparso a Theodora imponente, robusto e possente. L’autore indossava dei pantaloni verdi, un gilet a scacchi blu e gialli, e una redingote nera mostrando con questa mise di non essere vestito in modo austero come Theodora immaginava. Durante l’incontro James le aveva parlato delle condizioni di vita e lavoro a Rye, “sarebbe stato un lavoro noioso”. Dal 1897 lo scrittore si era trasferito a Lamb House, a Rye nel Sussex orientale. Durante l’inverno lo scrittore lavorava in una stanza dipinta di verde e rivestita di pannelli, chiamata appunto “il salone verde”, in cui un’ampia finestra orientata verso sud catturava tutta la luce del mattino. Da qui l’autore aveva il piacere di osservare il suo incantevole giardino all’inglese. Tre alte librerie, due grandi scrivanie e una poltrona reclinabile riempivano la stanza lasciando sufficiente spazio per le camminate di James, esercizio indispensabile per la composizione letteraria. Nelle giornate estive lo scrittore preferiva lavorare nell’ampia dépendance in giardino. La fedele Theodora e la macchina da scrivere Remington vedevano nascere la prosa raffinata ed elegante dell’autore di indimenticabili romanzi quali “Ritratto di signora” (1881) e “I bostoniani”(1886), dove il tema della contrapposizione tra il vecchio mondo (l’Europa) e il nuovo mondo (gli Stati Uniti) era quello più ricorrente. La collaboratrice qui ricorda che ciò che gli dettava l’autore era semplice da trascrivere come “un dizionario aperto”. Prima della dettatura vera e propria, James immaginava la sua opera nascente come se fosse una rappresentazione teatrale, suddivisa in atti e scene “con i personaggi che facevano le loro entrate e uscite”. Quando Henry James non era preso dalle sue composizioni, lo scrittore amava passeggiare all’aria aperta e conversare con gli amici dai quali traeva spunti per i suoi libri. Alla sua fedele Bosanquet James donava mazzi di rose, a Natale i guanti e, per ricaricarla dalle sue fatiche, tavolette di cioccolato. Gli occhi acuti e intelligenti della Bosanquet, con affetto e ironia, annotano le abitudini e i segreti dell’arte della scrittura del grande romanziere.
Questo libricino è una piacevole e colta lettura per festeggiare l’8 marzo, perché redatto da una donna, già critica letteraria, la quale non si era voluta accontentare ma aveva cercato e ottenuto l’occupazione più congeniale al suo spirito libero e capace.
“Egli si rese conto che, tutto sommato, in Inghilterra c’erano tante persone civilizzate quante ce n’erano nella sua terra natia”
Henry James al lavoro
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