Houdini il mago. Il più grande illusionista di tutti i tempi
- Autore: Walter B. Gibson
- Genere: Arte, Teatro e Spettacolo
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2020
Quando si parla di spettacoli di magia, si pensa ad Harry Houdini (Budapest 1874-Detroit 1926). Più che mago, illusionista e si deve aggiungere escapologo, visto ch’era un maestro nell’arte della fuga da ogni tipo di costrizione, purché preventivamente studiata e verificata.
Non aveva poteri sovrumani né capacità extrasensoriali, ogni “magia” era frutto di un’applicazione tecnica pignola e tutto nasceva da trucchi attentamente sperimentati. Un libro intero sta a confermare la sua normalità, scritto da un altro mago professionista e basato su appunti dello stesso Harry, concessi dalla vedova.
Le edizioni italiane Ghibli hanno riproposto l’anno scorso Houdini il mago. Il più grande illusionista di tutti i tempi, il testo che poco meno di un secolo fa riunì due distinti lavori di Walter B. Gibson, prestigiatore e scrittore (1897-1985), amico personale del grande Houdini e a sua volta noto per avere creato la figura e la leggenda dell’Uomo Ombra, The Shadow, originato da un programma radiofonico e protagonista di oltre trecento libri.
A Houdini’s escapes del 1930, seguì nel 1932 Houdini’s magic, unificati nel volume ora riedito in ristampa anastatica da Ghibli. Svela parte dei trucchi di Harry, ma non tutti e non tradisce il segreto di quelli più straordinari. Prima della pubblicazione, il contenuto dei volumi era stato sottoposto all’approvazione della Società dei maghi americani, perché la maggior parte delle esibizioni non poteva e non può essere rivelata, nel rispetto dell’ingegno creativo dei professionisti delle scene, che pensano, collaudano e allestiscono numeri di enorme impatto sul pubblico.
Anche nel caso di quelli spiegati è stata omessa parte della soluzione, per volontà dello stesso Houdini, visto che una volta smascherata la magia perde fascino e mistero, finisce per dimostrarsi perfino banale e non diverte più, né può essere replicata in uno spettacolo. Non capire come il mago possa riuscire a eseguire i suoi numeri lascia il pubblico a bocca aperta, come i bambini che non conoscono il funzionamento di cose anche molto semplici.
Dietro le meraviglie spettacolari dell’illusionismo ci sono quindi tecniche, materiali e accorgimenti che fanno sembrare straordinario quello che il pubblico osserva con curiosità e stupore.
Perché l’artificio possa avere successo è indispensabile la massima abilità dell’illusionista e un’attenta preparazione. Harry sosteneva che una fuga miracolosa non esercita un grande effetto sugli spettatori se non si riesce a vendere bene, ma fa il botto se apparecchiata bene scenicamente, con i movimenti giusti, i tempi e la suspense creata ad arte.
Serve un grande senso dello spettacolo per portare in scena trucchi che devono sorprendere e conquistare chi guarda. Tanto più si riesce a far credere che una fuga sia difficile, praticamente impossibile, tanto maggiori saranno gli applausi: un bravo illusionista la trasformerà in un evento portentoso agli occhi del pubblico, inducendolo a pensare che l’artista abbia fatto ricorso a chissà quali doti non comuni. Al contrario, un esecutore inesperto o incapace potrebbe eseguire l’esercizio in modo tanto piatto da non suscitare l’entusiasmo del pubblico e andare incontro inutilmente a rischi e pericoli.
Lo straordinario senso scenico e la platealità con cui Houdini realizzava le sue fughe lo hanno reso un artista unico, nettamente al di sopra di tutti quelli che cercavano di imitarlo. Tuttavia, altri maghi sono anche morti o hanno riportato danni fisici, non avendo la stessa pignoleria organizzativa nello spettacolarizzare e sbalordire. Per altri versi, pur essendo ardimentoso e atletico non si esponeva a nessun rischio se non dopo averlo soppesato meticolosamente. Non accettava una sfida se non era convinto di potersi organizzare per superarla.
I lettori resteranno sorpresi dalla semplicità di alcuni accorgimenti, come dalla complessità tecnica di altri. In ogni caso, Harry non faceva ricorso a poteri o facoltà che non fossero semplicemente umane. Da re dell’escapologia, ha sempre garantito che ogni suo esercizio spettacolare derivava dallo studio e dall’applicazione. Solo doti naturali e tanto lavoro, niente extrasensorialità
“Io sostengo di liberarmi dalle varie forme di imprigionamento esclusivamente in base a mezzi fisici e non psichici. I miei metodi sono basati sulle leggi naturali della fisica. Non smaterializzo né materializzo niente, semplicemente controllo e manipolo oggetti materiali in un modo che conosco a fondo, che considero sicuro e che può essere capito, se non imitato, da qualsiasi persona che io voglia eleggere a confidente dei miei segreti”.
Questo perché non pochi sostenevano che ci fosse qualcosa di sovrumano dietro Houdini e le sue fughe estreme inspiegabili. Il presidente del Collegio britannico di studi parapsicologici ripeteva che la forza necessaria per aprire un lucchetto proveniva da doti medianiche di Harry. Aggiungeva che per fuggire da forme complesse di imprigionamento faceva ricorso alla capacità di smaterializzare il corpo. Perfino un razionalista come lo scrittore scozzese Arthur Conan Doyle, il creatore del super deduttivo Sherlock Holmes, era convinto che l’amico mago fosse un potente medium e le sue sempre più complesse evasioni non fossero affatto normali.
Quando Houdini è morto, non pochi si aspettavano di vederlo fuggire anche dall’aldilà.
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