I diamanti di Kesselring
- Autore: Enzo Natta
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2013
Enzo Natta non c’è più, ma da dieci anni questo romanzo è ancora buon testimone della sua creatività, voglia di conoscere e di percorrere strade nuove. L’autore è scomparso un pomeriggio di dicembre del 2021, prima di doppiare, da ligure di Ponente, la boa dei novantanni. Aveva firmato nel 2013 I diamanti di Kesselring, un mistery storico poliziesco pubblicato dalle Edizioni Tabula Fati (collana Collezione Giallo, 160 pagine), gruppo editoriale chietino molto attivo nella narrativa, letteratura, saggistica, anche con altri marchi: Solfanelli, La Torre dei Venti, Edizioni della Vigna.
Chi lo ha conosciuto, lo ha pianto sinceramente. Lo ricordano come “uomo di cultura, letterato, giornalista di quella razza antica che forse non esiste più”. E ancora: “Un uomo al quale il cinema italiano deve molto di più di quanto sappia, oggi come oggi, anche chi ne fa parte”. Massimo Giraldi lo ricorda come: “Un sicuro punto di riferimento. Un maestro, per chi arrivava dopo di lui, un amico, vero, limpido, sincero”.
Enzo Natta era nato nel 1933 a Oneglia, uno dei due comuni che Mussolini ha unito nel 1923 in Imperia. Laureato in giurisprudenza, giornalista, entrò giovanissimo nell’ufficio di corrispondenza dell’International Press Service of America. Critico cinematografico di Famiglia Cristiana e Cronache & Opinioni, direttore responsabile della rivista Filmcronache da lui fondata, vicedirettore di Immagine & Pubblico, periodico edito da Cinecittà, capo redattore della “Rivista del cinematografo”, ha coordinato la collana “Studi e ricerche” dell’Ancci, l’Associazione nazionale circoli cinematografici italiani presieduta dal 1980 al 2000.
Autore di programmi radiofonici e televisivi, è stato critico cinematografico della Radio Vaticana e per oltre vent’anni tra i curatori della pagina degli spettacoli dell’ Osservatore Romano. Collaboratore di testate quotidiane, enciclopedie e riviste italiane ed estere, è stato capo ufficio stampa dell’Ente dello Spettacolo, dell’Italnoleggio Cinematografico, di Cinecittà e dell’Ente Cinema. Organizzatore di festival, mostre e rassegne, componente dell’Accademia del Cinema Italiano, ha tenuto corsi di filmologia e storia del cinema, ha fatto parte di giurie internazionali e di commissioni ministeriali. Nel 2008, gli è stato riconosciuto il Premio alla carriera “Scriveredicinema”.
Tra i libri, Uno sguardo nel buio. Cinema, critica, psicoanalisi (Torino 2005), Una poltrona per due. Cinecittà fra pubblico e privato ( 2007), Ombre sul sole. Storie di uomini-contro: Giuseppe Bottai, Folco Lulli e Frédéric Rossif (Tabula Fati, 2013). Nella narrativa ha debuttato col romanzo Il graffio della regina (2009), seguìto proprio da I diamanti di Kesselring (Tabula Fati, 2013).
Se vogliamo, il suo stile narrativo risente della lunga carriera saggistica, con qualche descrizione insistita in più e certe divagazioni didascaliche, ma sono pignolerie critiche: l’alchimia del giallo mescolato alla storia riscatta qualsiasi imperfezione stilistica.
Ritorna la coppia commissario introverso-giornalista estroverso proposta da Natta nel primo giallo: il dirigente della Polizia di Stato Roberto Pollini e il cronista televisivo Giovanni Rosaspina. Dopo i successi in quell’inchiesta, un cambio di vento ha mutato i loro destini, mentre sembravano avviati al matrimonio di gruppo con Maria Elisa ed Elena. La promozione, carriera e trasferimento di una nella Procura di Catania e dell’altra nella Questura di Lecce li hanno separati per sempre dalle due quasi spose, ma non l’uno dall’altro, entrambi legati stretti alla Riviera.
Roberto è inamovibile da Rivamare. C’è chi dice che la stabilità in una zona tranquilla, godibile e di tutto riposo, rappresenta un premio e chi sostiene che sembra una condanna all’esilio: sarà un paradiso turistico incantevole quanto si vuole, ma non succede niente. Giovanni, invece, non ha dubbi di sorta: meglio primo in Gallia che secondo a Roma o Milano, non intende rinunciare alle immersioni subacquee, alla barchetta, alle battute di pesca. Ha rifiutato offerte da Rai e Mediaset, ha comprato un po’ di quote di Rivamare TV, si è insediato saldamente alla direzione dei servizi giornalistici.
Non succede mai niente? Non ditelo al Saetta. Viaggiando a velocità sostenuta sulla vecchia Mercedes, l’anziano ha affrontato una curva senza rallentare e si è schiantato fuori strada. Altro che malore, però, qualcuno aveva staccato il tubo della pinza-freni. Noi, dalla prima pagina, sappiamo già che l’ex comandante partigiano stava raggiungendo l’Anpi, “per vuotare il sacco” dopo settantanni. Roberto e Giovanni non lo sanno e scandagliano perplessi la vita del defunto. Tranquillissima, nessun vecchio rancore, nessun nuovo nemico, non un solo pasticcio.
Neanche dieci pagine dopo, un altro morto, sulle Alpi Marittime, zona da escursionisti esperti. Un colonnello dei Carabinieri,, in borghese, il cranio trapassato da una pallottola. Se sulla morte di Saetta si sa poco, anzi, pochissimo, su quella dell’ufficiale dei servizi segreti lo zero si mischia col niente, scriveva Natta (“splendidamente”, sottolineo). Però il territorio in cui è stato ucciso corrisponde a quello in cui operava la banda del Saetta e in cui ora è precipitato in un burrone un giovane savonese.
Tanto il titolo che il sommario in seconda di copertina riconducono ai diamanti che si dice fossero destinati e mai consegnati al fedelmaresciallo Kesselring, per ottenere la desistenza delle truppe tedesche sul fronte italiano. E non sarà per niente sgradito incontrare, insieme ai protagonisti, le due seducenti giornaliste inglesi promesse dalle anticipazioni...
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