I fondamenti ideali del regime di Salazar
- Autore: Paolo Rizza
- Genere: Politica ed economia
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2020
Lo studioso Paolo Rizza ha scritto un saggio dedicato ad António de Oliveira Salazar (1889-1970), esaminato come statista e ideologo: I fondamenti ideali del regime di Salazar, pubblicato da Solfanelli nel 2020. Il sottotitolo recita: “La rivoluzione sconosciuta del XX secolo”, ed effettivamente il pensiero politico del dittatore portoghese non è un discorso che venga affrontato di frequente nell’ambito della divulgazione storica.
Il salazarismo fa parte della famiglia dei fascismi, ma l’autore ne sottolinea costantemente la componente di ispirazione cattolica e cerca di contestualizzarne il nazionalismo. Osservazioni sulla biografia del personaggio si intersecano a corpose speculazioni politologiche e ad analisi sulla realizzazione dell’Estado Novo. Non mancano le riflessioni sulla visione economica del governo lusitano, tuttavia emerge il fatto che il tratto anticapitalista dei regimi di destra si riduce esclusivamente alla convinzione che il mercato non debba prevalere sui governi, ma sia da subordinare a essi. Lo Stato Nuovo, al di là del suo motto “fieramente soli”, invero, non tagliò i ponti con le potenze capitaliste, né combatté fino in fondo il liberalismo.
La disamina del corporativismo, contrapposto all’individualismo (inteso come spersonalizzazione e depauperamento dei legami che rendono il singolo partecipe dei destini della sua comunità), tocca anche la questione dell’istruzione: la scuola portoghese avrebbe dovuto tendere ad assomigliare alla famiglia, nella misura in cui la famiglia dovrebbe essere la prima scuola. Il genitore è spesso inferiore ai docenti dei suoi figli per quanto riguarda la formazione e le qualifiche, ma chiaramente li supera per affetto e conoscenza dei figli. Chiude il volume la trascrizione completa del testo del concordato tra la Santa Sede e la repubblica del Portogallo, firmato il 7 maggio 1940, che riprende il modello italiano dei Patti Lateranensi.
Si deve osservare che Rizza ha scelto di servirsi di un linguaggio ampolloso (che può piacere o meno) e di un ritmo troppo duro, che rischia di non lasciare respiro al lettore. Eccessivamente serrata è la difesa (senza contraddittorio) di Salazar, nel tentativo di presentare il suo operato sotto un’altra prospettiva: quella del governante cristiano. La “rivoluzione nazionale”, però, è inconciliabile con la tradizione monarchica portoghese e il peccato del dittatore è la statolatria, associata alla sfiducia nelle forme di governo tradizionali cattoliche, che egli reputava inadeguate a reggere le sorti della Patria. Errata è poi la visione personale di Salazar riguardo la donna, a cui egli precludeva alcune mansioni e professioni, ritenendola priva di talune inclinazioni verso quei compiti, una mentalità estranea alla storia e al pensiero cattolico. Avrebbe meritato maggior spazio nel testo la definizione di cosa sia una rivoluzione, e ci si sarebbe aspettati una maggior criticità riguardo l’oggetto dello studio.
I fondamenti ideali del regime di Salazar. La rivoluzione sconosciuta del XX secolo
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