I popoli del Grande Verde
- Autore: Sebastiano Tusa
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2018
“I popoli del Grande Verde” di Sebastiano Tusa, dai contenuti di sicura qualità, si avvale anche della pregevole prefazione di Paolo Matthiae, da cui l’autore ha tratto ispirazione, mosso da una particolare fascinazione per quei “Popoli del mare” chiamati, come recita il titolo, popoli del grande verde, perché provenienti dal mare che per loro era il grande verde.
Le loro vicende attraversano un momento cruciale della storia del Mediterraneo, dal XIII al X secolo a.C., quando una compagine di gruppi etnici menzionati in testi egizi si posero in conflitto con il Regno dei Faraoni. A questi popoli, nel corso del tempo, è stata rivolta una modesta attenzione nell’ambito della storiografia non specialistica e nella produzione divulgativa.
Proprio questo di Sebastiano Tusa è un saggio dal carattere divulgativo, che offre la possibilità ad un pubblico quanto più vasto di approfondire la conoscenza di questo insieme di popolazioni, andando oltre il confine della loro precisa identificazione: l’unico caso di certezza pressoché assoluta è quello degli “Shardana”, i Sardi. Diverso è invece il discorso per gli “Shekelesh”, riguardo ai quali sussistono incertezze che non possono essere risolte per l’assenza di fonti epigrafiche e letterarie adeguate.
Ne “I popoli del Grande Verde” sono presentate assimilazioni e accostamenti che, per la scarsità di fonti documentarie, possono apparire forzati. L’autore sostiene che i Fenici, come riporta Tucidide, nel momento in cui arrivarono in Sicilia percorsero prima dei Greci il territorio ed incontrarono le tradizioni e le memorie di questi antichi popoli. I fenici, pertanto, potrebbero avere utilizzato il termine “Shekelesh” trasformatosi poi nel termine Siculi, affibbiandolo alle popolazioni dell’isola.
Prescindendo dalle loro esatte denominazioni e identificazioni, così come menzionate nei testi egizi, è certo che questo momento è rilevante perché garantisce il trapasso culturale dal momento glorioso e di grande sviluppo di compagini imperiali del vicino Oriente, come quella degli Ittiti, al momento della loro crisi. Sono civiltà che vivono il passaggio al mondo nuovo che sarà poi quello del primo millennio, dove si configurerà la loro diaspora. Ciò avverrà sia per Fenici che per la popolazione greco-coloniale. In tal modo è garantito il passaggio, la conservazione e la memoria di un passato glorioso e di un patrimonio di tradizioni e conoscenze in prevalenza marinare, ma in generale culturali, linguistiche, scientifiche, tecniche e socio-economiche.
L’impero Ittita scompare, città come Ugarit cessano di vivere ed il regno dei Faraoni subisce anch’esso una indubbia crisi. In questo momento di declino, queste civiltà garantiscono una continuità, si concretizza il passaggio verso un mondo nuovo che si affaccia sul Mediterraneo e si svilupperà alle soglie del primo millennio avanti Cristo.
Questo dinamismo ha garantito al Mare Nostrum una vivacità culturale ininterrotta: un mosaico di popoli, di mestieri e di attività differenti in un momento storico preciso che è inspiegabilmente poco conosciuto. “I popoli del Grande Verde” di Sebastiano Tusa, già autore di preziose pubblicazioni, si distingue per il suo minuzioso lavoro di ricerca e documentazione e per le sue nutrite illustrazioni. Una lezione di storia antica che fa comprendere anche la contemporaneità.
I popoli del Grande Verde. Il Mediterraneo al tempo dei faraoni
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