I racconti di Nené
- Autore: Andrea Camilleri
- Genere: Raccolte di racconti
- Anno di pubblicazione: 2013
I racconti di Nené (Milano, Melampo, 2013) sono racconti raccolti da Francesco Anzalone e Giorgio Santelli, narrati da Andrea Camilleri nel programma televisivo “I cunti ‘i Nenè”, andato in onda su Raisat Extra nel 2006. Risultano attraversati da una forte carica d’affettuosa ironia e nascono da un procedimento che s’avvita sulla “sua storia” vissuta. La rivisitazione di esperienze ne è l’incisività; Camilleri cerca certezze indagando nell’identità personale.
Una scrittura autobiografica, dunque, che provoca passione e molta attenzione, perché sa comunicare episodi che consentono al lettore di interagine con personaggi del tutto singolari. Essi si chiamano, per citarne alcuni, Leonardo Sciascia e Luigi Pirandello, Eduardo De Filippo e Renato Rascel, Samuel Beckett e il generale George Patton. In un certo qual modo li avevamo già conosciuti attraverso due opere che si muovono lungo il tracciato dell’intervista. Mi riferisco specificamente alle operette “Linea della palma”, “La testa ci fa dire” e anche allo scritto “Come la penso”. Ora il percorso, che si presenta come “granaio della memoria”, è più organico e rappresenta la vita attraverso tracce preziose che si dipartono dal territorio d’origine: la Sicilia, amata sì e lacerata da conflitti sociali, nonché da aneliti di liberazione. Il termine “granaio” è di Marguuerite Yourcenar che, nelle Memorie di Adriano, lo riferisce alla fondazione di biblioteche contro l’inverno dello spirito. Oltre ad esse, non possono non farne parte, anche perché ormai stanno scomparendo, quei “saperi dell’oralità” dei tanti “Macondo” che ci appartengono con le loro case e paesi, con le loro montagne e il mare, con i loro riti e costumi.
Così Camilleri ci conduce nel suo mondo, nel formarsi della sua personalità, utilizzando seducenti parole. E’ come se ci stesse accanto, tanta è la suggestione che egli trasmette, ponendo al centro la dinamica interpersonale fondata sul rapporto tra colui che parla e chi ascolta. E’ una parola la sua che, carica di sensi, di affabile apertura mentale e di energia, avvolge e dà il via ad una sequenza di micronarrazioni affidate alla ricchezza interiore e alla tensione etico-sociale e civile che hanno scandito il cammino di una delle migliori e più convincenti voci del nostro tempo. Gli specifici argomenti trattati, perciò, hanno anche un valore educativo, perché arricchiscono la nostra visuale sulla condizione umana nel momento in cui veniamo a contatto con testimonianze, private e collettive, quali l’avvento del fascismo e lo sbarco degli alleati, il separatismo e la mafia, le amicizie e la famiglia, nonché gli incontri con i grandi maestri dell’intellighentia europea. Riflessioni, queste, che mi sono venute in mente leggendo appunto il volume di cui sto parlando. Ma accostiamoci adesso a qualche particolare.
“Mi trovo davanti un Ammiraglio in grande uniforme. Mi guarda e mi dice: «Tu cu sì?» «Iò sugnu Nenè Camilleri». «To’ nonna Carolina unn’è?» «Dorme». «Chiamala. Digli che c’è Luigino Pirandello». Io vado da mia nonna che dormiva, e dico: «Nonna, di là c’è un Ammiraglio che dice che si chiama Luigi Pirandello». «Oh Madre Santa», esclama mia nonna, quasi precipitando dal letto. E rivestendosi”.
Averlo potuto incontrare da ragazzino dovette essere l’esperienza più entusiasmante. Non a caso tutta la sua produzione attesta l’autorevole presenza del grande drammaturgo agrigentino.
I racconti di Nené
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