Il Dibbuk
- Autore: Sholem An-Ski
- Genere: Classici
- Categoria: Narrativa Straniera
...prendi questo bastone e vai al cimitero. Fermati presso la prima tomba che il bastone toccherà. Su questa tomba picchierai tre volte col bastone e dirai: "Anima benedetta! Il figlio del grande Giusto Reb Icele di Miropol, ti chiede perdono se disturba il tuo riposo e ti prega di comunicare per le vie che ti sono note, all’anima benedetta di Nissan, figlio di Rebecca, che il Giusto tribunale di Miropol gli ordina di comparire subito davanti ai Giudici".
Ripeti per tre volte queste parole, poi torna senza voltarti indietro, quali che siano le voci, appelli e grida che sentirai dietro di te.
"Il Dibbuk" è un’immersione nel mondo dell’Ostjudentum, il mondo dell’ebraismo orientale e delle sue credenze, un’immersione in quell’Europa orientale misteriosa e malinconica, dove ti aspetteresti di veder sbucare il Golem da dietro un qualsiasi angolo. Ora quel mondo non esiste più, spazzato via dalla Seconda guerra mondiale gli abitanti dell’Est rispondono evasivamente a qualsiasi domanda. “Non fa parte della nostra storia” è la risposta più usata. Invece quell’Europa esisteva e frequentemente più del 10% della popolazione era ebrea. Di un ebraismo strano e peculiare, dove lo Yiddish era la lingua più usata.
Ne "Il Dibbuk" si respira la stessa atmosfera, la stessa nebbia misteriosa di quel mondo. Ambientato nel tipico villaggio ebraico, lo Shtetl, inizia con un classico problema familiare, come ce ne saranno stati molti altri in altre Shtetl. Ma più si cerca di indagare e più il problema si rivela più grande, fino a diventare un enigma impossibile e drammatico. Fino alla soluzione finale che arriverà come una mazzata improvvisa, spiazzando personaggi e lettori.
La tragica storia di un amore impossibile che vede il povero Chanan impossibilitato a sposare la sua amata Lea.
A differenza dei casi di possessione della tradizione cristiana, un Dibbuk è un’anima in pena che entra in una persona viva. Il Dibbuk è una figura centrale nella tradizione demonologica ebraica. Per liberare l’anima si inizia quindi convincendo “con le buone” il Dibbuk ad andarsene. Ma non è così semplice...
“esci da questa donna”
“non lo farò”
“chi sei?”
“uno che cerca la via”
“chi cerca la via è uno che ha perso la diritta via”
“è troppo stretta!”
Infatti bisognerà indagare nel passato, non solo dei viventi, ma anche di chi non c’è più. All’aldilà verrà richiesta una testimonianza cruciale. Il sottotitolo “una storia tra due mondi” anticipa non casualmente l’ordito del racconto.
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