Il Natale del 1833
- Autore: Mario Pomilio
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Bompiani
- Anno di pubblicazione: 2015
Mario Pomilio, scrittore cattolico quasi dimenticato, vince con "Il Natale del 1833" il Premio Strega nel 1983, dopo aver dato buona prova di sé in romanzi precedenti come "Il Quinto Evangelio".
L’autore racconta un fondamentale momento della vita di Manzoni: la morte dell’amatissima moglie Enrichetta durante la festività natalizia del 1833, un tempo gioioso spezzato dal dolore. Pomilio parte dal componimento tardivo dello stesso Manzoni "Il Natale del 1833" per costruire un’opera romanzesca rispettosa della realtà storica come avrebbe voluto certamente Don Lisander.
L’autore mette insieme alcune lettere della madre di Manzoni, Giulia Beccaria, e altre testimonianze per raccontare il dolore dell’uomo di fronte ad una prova così grande come la perdita della compagna di una vita. La fede, tanto duramente conquistata, vacilla e lo scrittore sente dentro di sé l’inaridimento della propria energia creativa.
E non sarà il solo lutto. Moriranno dopo poco la figlia Cristina, la madre e diversi amici. Non è un caso che Manzoni pensi ad un lavoro su "Giobbe" poi lasciato allo stato di abbozzo.
Pomilio indaga sui futuri progetti, ma soprattutto, tramite l’analisi filologica delle supposte lettere di Giulia Beccaria, sul cuore ferito dello scrittore lombardo.
Va bene essere obbedienti al Signore, va bene essere rassegnati al dolore, ma questo Dio che ti porta via un’innocente e non solo lei è un po’ troppo crudele! Alessandro è come divorato dal dolore, potrebbe sublimarlo con un nuovo capolavoro, ma non ci riesce. La sua mano e il suo spirito sono stanchi.
"Cecidere manus"è una frase importante de "Il Natale del 1833", è la perdita o meglio l’offerta, di un talento, per non perdere la fede. Manzoni sarà ancora un grande scrittore, ma più maturo e insieme più arido. Questo è l’ultimo dono che gli può dare ancora Enrichetta.
Pomilio nel romanzo tramite la finzione epistolare fa parlare Giulia Beccaria che osserva il suo Alessandro cadere e rialzarsi, non più giovane e non ancora vecchio, alla fine pronto a reggere i colpi che infieriscono su chi ha raggiunto l’età di mezzo e sta per superarla. Chiusura in se stessi ma anche saggezza, debolezza ma anche equilibrio, malattia, ma anche cura. E su tutto il silenzio di Dio.
Manzoni, come si evince dalla conclusione, riesce a vincere il silenzio e a ritrovare un senso a quanto gli accade. L’opera può ancora far discutere e riflettere chi ha ricordi scolastici "dolorosi" presentando un autore eccelso in modo prettamente umano.
Il Natale del 1833
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