Il buio dentro. Storia di una possessione
- Autore: Elena E. Grebaz
- Anno di pubblicazione: 2014
“Questa storia è basata su fatti realmente accaduti. Nomi, luoghi e dettagli sono stati cambiati per tutelare le persone coinvolte”.
Come se i romanzi che maneggiano storie ad alto tasso di implausibilità avessero bisogno di questa sorta di imprimatur, una specie di autocertificazione di veridicità che invogli il lettore a credere a ciò che legge. “Orrore ad Amityville” (casa infestata, il romanzo è di Jay Anson), “Audrey Rose” (reincarnazione, Frank De Felitta), “Communion" (contatto alieno, Whitley Strieber) e qualcuno vocifera anche “L’esorcista” (William Peter Blatty), a dar retta alle “fascette di lancio”, si fondano tutti su una storia vera (ma l’elenco potrebbe essere molto più lungo). Non si sottrae all’andazzo Elena E. Grebaz (“Il buio dentro. Storia di una possessione”, Edizioni Segno, 2014) che garantisce in prima persona sull’autenticità dei fatti rivisitati dal suo libro sulfureo - a livello climatico c’è dentro un po’ di “Rosmary’s baby”, un po’ de “L’esorcista” e abbastanza dei docu-book di Padre Amorth -, di cui non intendo sindacare la buona fede. Ciò che mi preme fare in questa sede è rispondere a due domande riguardanti la portata letteraria del romanzo (mi scappa di chiamarlo così):
- 1) Aldilà che lo si voglia assumere come veritiero o meno, “Il buio dentro” possiede una qualche dignità di tipo narrativo? Risposta: sì. Il racconto è scattante, ha ritmo, contesto e psicologie minime dei personaggi sono credibili, la vicenda incuriosisce e anche la copertina mette ansia quel poco o tanto che ci vuole per corroborare una lettura "di genere".
- 2) Come siamo messi a livello di tensione interna? Risposta: se non siete appassionati di vomiti verdastri, performance tarantolate, esorcismi muscolari in stile hollywoodiano, abbastanza bene. Dirò anzi di più, che il clima di medesimezza quotidiana e il taglio anti-voyeuristico con cui la Grebaz inquadra questa storia di possessione made in Italy fanno si che risulti inquietante forse ancora di più, malgrado si rimanga scettici sul “potere del Male” via messe nere e maledizioni battesimali e su quello del Bene via congressi di preghiera e pellegrinaggi a Međugorje.
- Domanda supplementare: volete sapere infine se “Il buio dentro” mi è piaciuto? Risposta: è un libro dignitoso, con non poco fascino, sì.
Il buio dentro. Storia di una possessione
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