Il canto del nemico
- Autore: Tony Hillerman
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2021
Nuova edizione del primo poliziesco etnico di Anthony G. Hillerman, The blessing way (HarperCollins Italia, 2021, trad. Sara Caraffini). Apparso negli States mezzo secolo fa, nel 1970, è un romanzo senza precedenti, per le ragioni che vedremo.
La prima uscita nel nostro Paese risale al 1993, nella veste economica e ridotta dei Gialli Mondadori (copertine di carta, nemmeno cartoncino, su sfondo giallo). Volumetti attesi dai lettori nelle edicole a cadenza settimanale-quindicinale, insieme alle spy story di Segretissimo (copertine su sfondo nero) e alla fantascienza di Urania (copertine su sfondo bianco). I testi erano composti non a pagina piena ma su due colonne, sull’esempio della stampa popolare americana, per facilitare la lettura senza costringere a far correre lo sguardo lungo l’intera riga.
Giornalista e scrittore, nato a Sacred Heart in Oklahoma nel 1925 e morto nel 2008 ad Albuquerque nel Nuovo Messico, dove aveva vissuto e lavorato, Hillerman si è assicurato una solida fama con i romanzi polizieschi e i thriller, ha vinto premi prestigiosi anche alla carriera ed è stato presidente dell’Associazione americana degli autori di mistery.
Molto del successo era legato ad alcuni personaggi seriali, come il tenente di polizia Joe Leaphorn e il giovane e motivato sottoposto, il sergente Jim Chee. Cosa c’è di tanto particolare nei due detective, si chiederà? È che non sono i classici investigatori statunitensi, di origini e mascellone irlandesi, ma due nativi americani, discendenti dei pellirossa navajo. Originale, non è vero?
Altra anticipazione necessaria: è un giallo di gran classe, non adatto certo a lettori che vogliano consumare in fretta uno svelto mistery usa e getta. Tutt’altro che di facile consumo, è pane per i denti dei veri cultori del genere e dei collezionisti: particolarmente articolato, per niente scontato, dialoghi affatto banali.
In più, va considerato il valore aggiunto, che in parte è una complicazione, della cultura nativo-indiana e animistica superstite, amuleti, riti, canti propiziatori, neo stregoni e sciamani compresi.
Dicono che un lupo si aggiri in un’area poco popolata della grande riserva navajo tra New Mexico e Arizona. Sembra che un vecchio abbia sognato la Donna Senza Denti e un cane con tre zampe nel suo hogan. Si è svegliato e lo ha visto sotto la tettoia. Gli ha urlato contro, l’animale si è trasformato in un uomo e gli ha lanciato addosso della polvere di cadavere.
Secondo gli uomini del posto, forse si tratta solo di pettegolezzi.
Anche un ragazzo che bada alle pecore ha visto un cane infastidirle. Gli ha sparato contro col fucile calibro 22 e quello si è trasformato in un uomo. Ma era quasi sera e dubita di averlo colpito. Altre chiacchiere da bar?
Come accade sempre nelle “voci”, tutto accade al buio, si intravede più che vedere e la fonte è sempre un anziano o un ragazzo, riflette Joe Leaphorn, giovane tenente del Dipartimento Legge e Ordine del Consiglio Tribale, la polizia della riserva. In questo episodio d’esordio è solo, non ancora assistito dal sergente Chee. Non è nemmeno totalmente in primo piano. Infatti, Hillerman sosteneva di essersi affezionato a Joe poco a poco, scrivendo i romanzi della serie navajo.
Sulle prime, per Leaphorn, il caso Luis Horseman è solo un fascicolo, uno dei tanti di una pila di cartelline. Il ventitreenne Luis è un attaccabrighe, fuggito dopo avere accoltellato un messicano e malvisto dalla famiglia della moglie, per i maltrattamenti che le infligge. Tutt’altra attenzione merita per il tenente il cadavere di Horseman, rinvenuto in un territorio isolato, nei pressi dell’alveo asciutto di un corso d’acqua. È riverso supino, il braccio destro allargato, il sinistro posato sul petto, polso e mano protesi, stranamente rigidi. Non ci sono segni di violenza, niente sangue, ma gli occhi vitrei sono sporgenti, spalancati. Le labbra ritirate, si direbbe per il terrore. In bocca e in gola, sabbia e pulviscolo di silicio. È come se fosse stato travolto da una frana, ma il sito è del tutto piano.
Nel sopralluogo, con Joe c’è l’amico Bergen McKee, giovane docente di antropologia dell’Università del New Messico, studioso ed esperto di stregoneria nativa. Gli allievi di un suo seminario di superstizione primitiva lo chiamano L’UCCISORE DI MOSTRI o anche l’Eroe Gemello, dalla mitologia navajo delle origini.
Girano altre voci di un uomo lupo, forse forestiero. Gli avvistamenti si moltiplicano, tutti confusi, nessuno nitido. Leaphorn è irritato, è certo di avere a che fare con vecchie leggende, suggestioni che fanno presa sulle menti semplici. Il suo ruolo è scoprire il colpevole, che non è per niente uno spirito.
Anche la famiglia di Horseman è a caccia: uomo, mezzo lupo o spettro che sia l’assassino, la lealtà tribale impone la vendetta. Per Bergen, davanti a miti ancestrali che sembrano concretizzarsi, si apre la possibilità di verificare sul campo le teorie sociologiche.
Fin dove arrivano la superstizione, il soprannaturale e dove comincia il noir, dovranno scoprirlo i lettori.
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