Il carro armato Panther
- Autore: Andrea Rissone, Nico Sgarlato
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2023
Un tecnico modellista, Andrea Rissone e un giornalista appassionato di storia, Nico Sgarlato, in coppia per realizzare un volume riccamente illustrato con immagini, fotografie, tavole in bianconero e a colori: Il carro armato Panther, pubblicato a settembre da IBN Editore di Roma (Istituto bibliografico Napoleone, 2023, collana Pagine Militari, 134 pp.). Una monografia riservata ai collezionisti di modellismo, oltre ai fan della storia militare e degli aspetti tecnici delle due guerre mondiali del Novecento.
Andrea Rissone, nato a Torino nel 1974 e diplomato perito tecnico agrario, è da sempre attratto dalla meccanica, affascinato fin da giovane da treni e ferrovie, a lungo suo ambito professionale. Da un decennio scrive articoli e libri di contenuto tecnico, per una testata nazionale di editoria ferroviaria.
La curiosità anche per i carri armati lo ha messo in contatto con Sgarlato, per soddisfare diverse curiosità tecniche sul tank Panther ed è nato il progetto di approfondire in un libro innovativo gli argomenti legati a uno dei corazzati più noti e rilevanti della seconda guerra mondiale.
A sua volta, Nico Sgarlato, impegnato nel giornalismo e nell’editoria da circa mezzo secolo, è un esperto di trasporti, difesa e storia militare. Ha diretto diverse pubblicazioni specializzate e collabora attivamente con molte altre, anche internazionali. Con IBN ha pubblicato Harrier, nel 2015, I Corazzati di circostanza italiani, I sommergibili dalle origini al 1900, a due mani col figlio Alessio e I carri armati leggeri italiani nel 2023.
Tutti gli aspetti d’interesse legati al Panzerkampfwagen Panther possono comunque allargarsi al pubblico più ampio e non limitarsi ai collezionisti di Militaria e a qualche frequentatore di cataloghi tecnici, perché tra i tanti mezzi corazzati dei principali eserciti del mondo è stato uno dei carri armati più importanti di quel lungo periodo di scontri planetari su tanti terreni diversi, il più moderno e complesso colosso blindato semovente di allora.
Gli autori lo considerano una pietra miliare della storia mondiale dell’arma corazzata, con soluzioni che hanno ispirato in qualche modo non pochi dei modelli sviluppati da allora in poi un po’ da tutti.
Con le sue 45,4 tonnellate, per gli alti standard tedeschi della seconda guerra mondiale era soltanto un carro medio il Panzer V Panther, che supportava e sostituiva i meno armati e protetti Panzer III e IV del maglio corazzato Wehrmacht.
Tanti pro, qualche contro. Alcuni vantaggi: i cingoli più larghi rispetto ai carri precedenti favorivano l’avanzamento su fango e neve; il motore più potente; la corazzatura maggiore ma non a discapito del rapporto peso potenza; armamento con cannoni non inferiori ai 75 mm; la velocità sui 30-35 km all’ora, a quei tempi notevole.
Però, era molto costoso rispetto ai pari categoria di altre armate corazzate ed essendo piuttosto sofisticato tecnologicamente richiedeva un equipaggio altamente addestrato e specializzato.
Venne sviluppato per contrastare i micidiali T-34 sovietici. La comparsa in Russia del nuovo efficacissimo carro armato medio con la stella rossa sorprese i tedeschi per la validità di non poche soluzioni innovative, che prevalevano sui difetti di quei tank e li rendevano superiori. Il comandante e massimo esperto tedesco nell’impiego dei mezzi corazzati del Reich, generale Heinz Guderian, chiese ai progettisti germanici di indirizzare sull’esempio di quei modelli russi gli studi già avviati prima della guerra per l’evoluzione di carri medi di nuova generazione.
Determinanti le esperienze sul campo di battaglia. Lo stesso generaloberst alla testa della 2a Panzerarmè mise in risalto l’elevatissimo coefficiente di usura della campagna sul fronte orientale, causato in larga parte dalle condizioni ambientali. Durante un ciclo operativo era andato fuori uso il 50% dei veicoli su ruote, il 25% dei semicingolati e il 75% dei cingolati, la cui riparazione, ove possibile, dipendeva pesantemente dalla disponibilità di pezzi di ricambio. Fece osservare che i sovietici disponevano anche di carri da 44-52 tonnellate, armati con cannoni da 76,2 mm e blindati da piastre corazzate dello spessore di 80 mm, in qualche caso 100 mm, con un’angolazione che li proteggeva anche dai proiettili dei migliori pezzi anticarro.
Dal confronto con un KV-1 e un T-34 di preda bellica, risaltarono tre esigenze base su cui puntare: rendere più pesante l’armamento, garantire una maggiore agilità sul campo, migliorare la protezione balistica.
Tecnici e aziende metallurgiche tedesche svilupparono il Panther, senza dubbio all’avanguardia ma senza soluzioni estreme o non collaudate, sebbene introducesse rispetto al Tiger, pur estremamente modificato e moderno, una serie di caratteristiche nuove che generarono non poche difficoltà. La maggior parte dei problemi venne risolta nel corso della produzione, quelli della trasmissione solo ridotti.
Finì per subire la sorte dei vinti. Sebbene anticipasse la formula del carro universale, buono per tutte le stagioni, segui il destino del suo Paese. Alla Germania sconfitta venne proibita la produzione di armamenti e gli esemplari esistenti poterono essere impiegati soltanto a esaurimento. È innegabile, tuttavia, che in tutti i carri armati del dopoguerra si possa rintracciare qualche soluzione basata sul progetto del Panzerkampfwagen Panther.
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