Il cerchio
- Autore: Dave Eggers
- Genere: Fantascienza
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Mondadori
- Anno di pubblicazione: 2014
Privacy. Parola usata, abusata, temuta, anelata. Questione scottante del nostro vivere quotidiano, giustificata quando il nostro tempo viene scippato da orde di call center pronte a venderci di tutto, esagerata quando siamo costretti a firmare decine di moduli per un affare semplice come l’iscrizione a una palestra. Siamo all’eccesso, oppure non è abbastanza? “Il cerchio” di Dave Eggers è certamente destinato a farci riflettere attentamente su questo problema e, magari, a far cambiare anche idea, almeno parzialmente, a chi è disturbato da qualche firma in più da apporre su di un contratto. Si racconta infatti di una grande azienda, operante in un tempo ipotetico che potrebbe anche essere quello attuale, il cui scopo principale è la totale abolizione della privacy.
Il Cerchio è infatti una mastodontica organizzazione che impiega un numero enorme di persone offrendo loro, oltre al lavoro, la permanenza nel campus, dove si può trovare tutto, dai generi di prima necessità a innumerevoli occasioni di svago serale, notturno e festivo. Di che cosa si occupi questa enorme ditta non è chiaro: d’altronde, non conta molto, ai fini del racconto. Ha sicuramente qualcosa a che vedere con il servizio clienti ma la peculiarità dell’organizzazione è che ai social network e al loro continuo utilizzo viene data molta più importanza che al lavoro stesso.
Mae è la nuova, entusiasta impiegata del Cerchio, infinitamente grata alla sua amica Annie che l’ha introdotta nella società. Ligia al dovere, profondamente convinta della positività della trasparenza, Mae si lascia consapevolmente e felicemente invischiare nelle spire del Cerchio, auspicando la sua chiusura, cioè la più totale assenza di privacy per tutti. Tramite l’uso continuo e intensivo dei social network, Mae sacrifica alla trasparenza il proprio hobby solitario (la canoa), il rapporto con i propri genitori e quello con l’ex che è ancora il suo migliore amico. Addentrandosi sempre di più nella concezione del Cerchio, arriva a farsi appendere al collo una videocamera che permette a chiunque di osservare ogni sua mossa in qualsiasi momento, e diventa la più grande sostenitrice della dirigenza, coniando “perle di saggezza” come
“La privacy è un furto”.
La tragedia però busserà alla sua porta: Mae tornerà in se, o la sua dedizione al Cerchio la porterà alle estreme conseguenze?
È incredibile come “Il cerchio”, con il suo stile semplice, lineare, con il suo raccontare di cose in fondo futili e divertenti come le condivisioni sui social network, con il suo non addentrarsi in chissà quali trame complicate e congetture, risulti fin da subito inquietante, addirittura agghiacciante. La consapevolezza che un qualcosa di apparentemente positivo e leggero, come un lavoro che dia molta più importanza alla socializzazione che al rendimento vero e proprio, possa trasformarsi in una morsa, è il vero spauracchio che ci viene presentato. L’approvazione diventa un’ossessione, che si manifesta nell’assillare i clienti affinché rialzino i loro voti, nel tormentarsi su come poter “conquistare” i pochi che esprimono non gradimento. Una mancata partecipazione, oltretutto per semplice dimenticanza, a un’attività di svago, si trasforma in tragedia; un fine settimana con la propria famiglia è un affronto al Cerchio e alla società. Il tutto con la scusa, fondamentale, della “sicurezza”. Siamo sicuri di volere questo? Siamo sicuri che sia giusto? Leggiamo e riflettiamo.
Il cerchio
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