Il cielo a metà
- Autore: Monica Zapelli
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Baldini+Castoldi
- Anno di pubblicazione: 2014
Alla morte ti abitui. Al lavoro ti abitui. Alla solitudine ti abitui. Alla paura pure, arriva un momento che non la senti. Al fango no. A quella melma che ti trascina giù, con la delicatezza di una carezza, e ogni giorno ti stordisce, ti toglie ossigeno, ti consuma i pensieri, e il respiro, non ti puoi abituare”.
Questo è l’incipit de “Il cielo a metà” (Baldini&Castoldi, 2014) di Monica Zapelli, sceneggiatrice e scrittrice, al suo secondo romanzo. In Calabria due donne integerrime, passionali e forti si scontrano e s’incontrano: da un lato Vittoria Bollani, giovane magistrato alle prime armi che viene da Lecco e che crede profondamente nella giustizia; dall’altro Assunta Prima in Macrì, vedova di Salvatore, ucciso nella faida tra i Gallo e i Raso, madre di due figli, che riconosce solo i legami della famiglia.
Vittoria è una ragazza semplice, fuori tempo e fuori moda, che si è laureata con il massimo dei voti e ha vinto il concorso al primo colpo; determinata a sconfiggere la ‘ndrangheta, la combatte a modo suo, non si accontenta di seguire indagini o di eseguire arresti, ma cerca e in parte ci riesce di scardinare il muro di omertà delle donne, figlie, mogli, madri di ‘ndranghetisti. Aiutata da Domenico Mercuri, maresciallo di mezza età, vedovo con una figlia adolescente, stanca e arrabbiata di vedere giovani morti ammazzati, come Giuliano Capaci (clan Gallo), ucciso il giorno del suo diciottesimo compleanno, Vittoria decide di prevenire e “togliere la responsabilità genitoriale a quelle famiglie che non lasciano crescere i propri figli liberi di scegliere il loro futuro ma li obbligano a un futuro ineluttabile”. Sostenuta malvolentieri da un procuratore debole e sempre indeciso, Vittoria riesce a togliere il figlio minore, Francesco, ad Assunta che lo stesso giorno si vede ammazzare il figlio maggiore, Giuseppe (clan Raso). Assunta conosce solo la vendetta e l’onore a tal punto che si fa “giustizia” da sola per il brutale assassinio e sposa obbligata il fratello del marito, Nando, un soldato di ‘ndrangheta solo per rispetto della sua famiglia. Le due donne, anime contrastanti della Calabria, ognuna metà dello stesso cielo, dai caratteri antitetici, dai linguaggi diversi: una sempre sopra le righe, consumata dai pensieri e a volte comandata dai sentimenti, timida bambina e pericolosa magistrata; l’altra ruvida, primitiva, vendicativa, dalle sfuriate facili, madre e moglie possessiva, con la sola legge della famiglia. Le due donne a un certo punto “crollano” in un abbraccio risolutorio e s’incontrano nel terreno del compromesso: Vittoria saprà tutta la verità e Assunta avrà una nuova vita lontano da tutto e tutti.
Il romanzo di Monica Zapelli non si dipana solo in un gioco a due, perché molti sono i personaggi chiave, che s’intrecciano in una storia che ha molto del vero, del credibile e che ci lascia una speranza: quella che le donne del Sud trovino il coraggio di ribellarsi alle mafie e lo facciano per “amore dei propri figli” e per la voglia di “restituire a loro un futuro migliore”.
Il cielo a metà
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