Il cielo cent’anni fa
- Autore: Yulia Marfutova
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Keller Editore
- Anno di pubblicazione: 2024
Il cielo cent’anni fa è il romanzo di Yulia Marfutova, edito da Keller e tradotto dal tedesco da Scilla Forti.
Il volume trascina il lettore nel passato, in un mondo lontano più di un secolo fa. In dettaglio la narrazione prende il via nella Russia del 1918 dove, da una parte è finita la rivoluzione, ma dall’altra è in atto una guerra civile interna che tormenta la popolazione. Il piccolo villaggio che compare nelle pagine sembra un mondo a sé stante nel quale la vita va avanti e dove, pagina dopo pagina, compaiono i diversi personaggi che lo abitano.
Il primo che il lettore conosce e che può sembrare un po’ strambo, è l’anziano Ilja, ogni giorno intento a prevedere come sarà il tempo, anche se la strumentazione per fare questo a lui in dotazione nel 1918 non è altro che un tubicino di vetro che lui protegge come se fosse un grande tesoro. Perché? Perché è una sorta di “strumento magico” che permette a Ilja (sua convinzione) di individuare inondazioni, neve, pioggia, sole.
Accanto a lui troviamo la moglie Inna Nikolajevna, che forse non avrà l’ossessione delle previsioni meteo come il marito, ma è molto superstiziosa e dopo ls caduta di un coltello, si convince che uno sconosciuto arriverà presto nel loro villaggio. Superstizioso come Inna, ma solitario, c’è un altro anziano, tal Pjotr, molto riservato, silenzioso, a cui non interessano i fatti degli altri, perché i suoi amici veri sono il fiume che passa vicino al villaggio e i suoi spiriti. Ci sono poi adulti, bambini, ognuno alle prese con una “vita che sta tra l’esistenza e la sopravvivenza” in una società con un clima sociale politico che rallenta l’arrivo delle notizie, ma che in certi passaggi narrativi dona la sensazione di un piccolo universo sospeso tra realtà e fantasia.
Poi qualcosa giunge al villaggio, non sono notizie, ma una persona vera, uno sconosciuto (lo stesso a cui aveva alluso Inna) e, da subito, attorno a lui si rivolge tutta l’attenzione degli abitanti della piccola comunità.
Il nuovo arrivato è un giovanotto che indossa un malconcia uniforme e ha qualcosa che lo tormenta.
Certo è che questo elemento “alieno” scatena emozioni diverse. Da una parte sospetto, timore, dubbio e, dall’altra, anche una grande curiosità, tanto è vero che gli abitanti, sempre un po’ timorosi, non esitano a farsi un po’ detective facendo domande (fin troppe) al ragazzo, per capire un po’ chi è, perché indossa quella divisa logora e perché non vuole andarsene via.
Yulia Marfutova crea un universo umano che fa del villaggio di Il cielo cent’anni fa una sorta di mondo a sé stante dove ognuno dei protagonisti - giovani o anziani che siano - ha una propria dimensione psicologica, proprie abitudini e anche manie comportamentali e interessi non solo nei confronti dell’elemento altro sconosciuto che irrompe destabilizzando una calma apparente, me anche verso una società uscita dalla rivoluzione e alle prese con cambiamenti che danno aspettative, e pure tanti dubbi, su come potrà essere il domani.
Il cielo cent'anni fa
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