Il cielo rubato. Dossier Renoir
- Autore: Andrea Camilleri
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2009
Dopo Caravaggio, un altro grande pittore “viene preso di mira” dalla penna inesauribile di Camilleri: Pierre-Auguste Renoir.
Può il cielo, essere rubato? Sì (anche se solo un frammento rimasto), se il pennello d’artista è di un sublime impressionista e se la fantasia è del nostro esimio scrittore siciliano; laddove finisce la realtà e inizia, sconfinando, l’immaginazione, allora tutto è possibile. Definire un noir questo scritto non solo è riduttivo, ma anche incompleto. La struttura è quella di un romanzo in forma epistolare (ricorda "I dolori del giovane Werther"): amore e arte s’intrecciano e poi il giallo, o il colore che si vuole attribuire, viene da sé. Lo scrivente, un notaio di Agrigento in preda all’amore, all’eros, in senso socratico, si abbandona con eccessivo ardore al piacere promesso dalla bellezza di una misteriosa quanto conturbante donna e poi diventa passione e follia; perdizione del ben dell’intelletto. L’amore, come la maggiore delle felicità, si nutre nel notaio, che redige le missive alla bella sconosciuta, della vista prima (la foto di un ritratto fattole da Guttuso, che ha magistralmente colto e restituito sulla tela la violenta, solare sensualità della sua carne giovane) e s’infiamma poi del desiderio di coglierne la voluttà fisica. La voce dell’arte e la voce dell’amore confluiscono attorno alla figura di Renoir e di un viaggio a Girgenti di cui non c’è traccia temporale in nessuna opera d’arte sul maestro impressionista. Nella nota a piè del libro l’autore dichiara che dalla biografia del pittore, scritta dal figlio Jean ( il regista di "La Grande illusione" e di altri capolavori cinematografici), risulta che il padre compì un viaggio a Girgenti, oggi Agrigento, in data imprecisata, assieme alla moglie Aline. I biografi del pittore non registrano il viaggio. Allora, si chiede Camilleri, un’invenzione? Uno sfaglio della memoria di Jean? Questo ha spinto lo scrittore ad un’attenta indagine sui materiali scritti sul pittore e scoprire una maglia larga nella rete e fare delle supposizioni e darsi delle risposte, meno una: perché non è rimasta alcuna testimonianza pittorica del soggiorno girgentano di Renoir? Questo è diventato il tema conduttore del romanzo: come e perché le tele girgentane di Renoir fossero andate perdute. Ecco il lavoro di fantasia. Il testo è arricchito dalla riproduzione di alcuni quadri dell’artista, un vero e proprio inserto, su pagine plastificate, un piccolo e prezioso omaggio al lettore. A mio parere, un piccolo dipinto quest’opera camilleriana, con i colori intensi e dominanti della passione artistica, della passione erotica. L’amore senile è fiamma bruciante, stordimento, ferita dolorosa, disperazione, senza la presenza dell’amata, le giornate dell’amante sono incolori, i giorni trascorsi insieme un breve soggiorno nel giardino dell’Eden. Camilleri (nella finzione letteraria) si lascia trascinare dalla corrente travolgente della passione amorosa come un adolescente ai primi sussulti del cuore, senza freni si sdilinquisce e palpita! Reminiscenze, ardori tardivi? Lo stile delle lettere è quello suadente, quasi, tardo-romantico… enfatico e, a tratti, eccessivo (se si eccettuano quelle burocratiche-tecniche intestate dalla Procura della Repubblica di Agrigento). La scrittura per Camilleri è, proprio, un puro divertimento: fortuna per lui e anche per i suoi innumerevoli lettori.
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